La Gazzetta dello Sport

LA FERRARI C’È, ORA SERVE SUPER VETTEL

La vittoria di Hamilton in Ungheria

- IL COMMENTO di PINO ALLIEVI

Negli anni scorsi, la Ferrari affrontava le ferie d’agosto con una lista di compiti delle vacanze lunga così. In certi casi mancava il motore, quasi sempre l’aerodinami­ca oppure la trazione non era sufficient­e. Ma stavolta diventa difficile capire che cosa ci sia da modificare, quando si dispone della macchina più veloce ed efficace, forse la Ferrari più brillante dell’ultimo decennio.

Eppure ieri ha vinto la Mercedes e Hamilton è in testa al campionato: appunto, il vero problema è questo. Un grosso problema. E fa male pensare ai titoli sfiorati da Alonso e mai afferrati perché la Ferrari era inferiore.

Bisogna entrare in ogni dettaglio quando si analizza la Ferrari attuale che, dopo aver buttato via il successo a Hockenheim la scorsa settimana, non è riuscita a centrare il bersaglio in Ungheria. In Germania era stato Vettel a rovinarsi da solo andando a sbattere quando era in testa. In Ungheria Vettel non è mai stato davanti ed ha arrancato per motivi misteriosi con entrambi i tipi di gomme. Ma la corsa, Seb e Raikkonen, dovevano vincerla sabato, con le prove sotto la pioggia, condizioni in cui la macchina più equilibrat­a offre un vantaggio enorme da sfruttare. Non ci sono riusciti, per motivi che solo la Ferrari conosce, nel momento in cui Hamilton e Bottas, con una Mercedes solitament­e a disagio su tracciati tipo Hungarorin­g, sono riusciti a conquistar­e quella prima fila che poi si è rivelata – e si sapeva – il lasciapass­are per il trionfo.

La Mercedes non si aspettava il colpaccio a Budapest, dopo che su una pista vagamente simile, quella di Monte Carlo, era andata in crisi, sovrastata dalla Ferrari e soprattutt­o dalla Red Bull. Invece ieri è accaduto il contrario ed è stata la ibrida anglo-tedesca l’auto da battere. Il fatto che la Mercedes si sia imposta contro le sue stesse previsioni deve mettere in allarme sia Ferrari sia i suoi piloti. Tra i quali, stavolta, Raikkonen è stato superiore a Vettel. Possibile che Kimi, a 39 anni, torni il campione di una volta o è stato Seb a mostrarsi sotto tono? Chissà.

Forse Vettel, come succede a tutti, ha solo il bisogno di ricaricare le batterie: lasciamolo in pace, nessun processo, a patto che dal GP del Belgio in poi ci regali con continuità gli sprazzi di bravura che lo hanno portato a conquistar­e quattro mondiali. Sono assolutame­nte indispensa­bili per battere un Hamilton che non è più quello degli altri anni ma molto, molto più forte. E anche questa, per la Ferrari, è un’aggravante…

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