La Gazzetta dello Sport

«È vero, sono secondo ma la Ferrari è più veloce»

●Il tedesco ottimista: «Resteremo competitiv­i anche dopo la sosta» E su Bottas minimizza: «Ci siamo toccati, ma non mi sento di accusarlo»

- Mario Salvini INVIATO A BUDAPEST

Ipensieri tornano indietro di un anno. La Ferrari qui nel 2017 aveva fatto doppietta. Il presidente Sergio Marchionne, incoraggia­to dalla pole di Sebastian Vettel, era piombato in Ungheria all’alba. «Non mi ricordo quand’è stata l’ultima volta che ho visto la Ferrari vincere dal vivo», disse mentre Seb celebrava in cima al podio. Nessuno avrebbe potuto pensare che sarebbe stata anche l’ultima. Vettel se ne andava in ferie da vincitore e da primo in classifica (a più 14 su Hamilton). «Ero primo – dice - ora sono secondo ma sono il più veloce. E lo siamo su tutti i circuiti. Se nel 2017 abbiamo perso il campionato è stato perché nella seconda parte della stagione la nostra macchina non è stata abbastanza veloce. Quest’anno lo è e penso che lo sarà anche dopo la sosta: sono soddisfatt­o della stagione fin qui». Una consapevol­ezza che è al tempo stesso un cruccio, per tutti i punti gettati, e una speranza. Il misto di sentimenti, la rabbia mascherata col sorriso, con cui Seb commenta anche questa gara. «E’ un risultato duro. Il secondo posto non è quello che volevamo, ma per come si sono messe le cose è il massimo che potevamo fare». Sulla strategia da lui definita «speculare», rispetto a quella di Kimi Raikkonen (e dei piloti Mercedes), ovvero la scelta di partire con le gomme soft, Seb ha detto di non essersi pentito. «Sì, la rifarei. I problemi sono stati altri: ovvero il traffico dei doppiati (prima del pit stop; n.d.r.) in cui ho perso 3, forse 4 secondi. E poi il pit stesso, in cui ne ho persi quasi altri 2». Da lì l’effetto domino dei ritardi, con l’attacco decisivo a Valtteri Bottas solo a 5 giri dalla fine. «Ci siamo toccati, ma non mi sento di accusarlo. A quel punto le sue gomme non avevano più grip. Sono stato fortunato a non aver avuto danni, né forature. Sarebbe stato un vero disastro».

STECCHITA Ragionando in questi termini dev’esser risultato più facile mascherare la delusione col sorriso. Ostentare quella serenità raccontata molto bene da un siparietto, sfuggito ai più, durante la conferenza stampa. Mentre parlava Kimi, una mosca è planata sul tavolo proprio davanti a Seb, che con mossa fulminea l’ha acchiappat­a al volo. Quindi ha mostrato il pugno a Hamilton come a chiedergli: «Secondo te ce l’ho?». Lewis ha fatto una faccia da punto interrogat­ivo e Seb ha lasciato cadere l’insetto stecchito. Per lo stupore del rivale.

BILANCIO Arrivabene sereno: «Stagione lunga e la nostra affidabili­tà è importante»

FIGLIO Interlocut­orio Maurizio Arrivabene: «Andiamo avanti con serenità e determinaz­ione. Il campionato è lungo e l’affidabili­tà che abbiamo dimostrato è importante». Mentre Kimi, al quinto podio di fila, nono in Ungheria (in nessun altro circuito ne ha di più), malgrado non abbia potuto bere dal 10° giro in poi, ha ribadito i concetti di Vettel: «Siamo lontani dal risultato ideale, ma è il meglio che potevamo fare». Gran protagonis­ta del weekend è stato suo figlio Robin, che ha tre anni e che col suo monopattin­o ha imperversa­to nel paddock (oltre che in video e suoi social). «Se si è divertito? Chiedetelo a lui», ha detto Kimi. PILOTA FERRARI DAL 2015

Raikkonen sul podio: «Risultato non ideale». Ma il figlio gli strappa la scena

È UN RISULTATO DURO MA ERA IL MASSIMO CHE POTEVAMO FARE

RIPARTIREI CON LE GOMME SOFFICI IL GUAIO SONO STATI I DOPPIATI

SEBASTIAN VETTEL

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LAPRESSE Bottas precede Vettel: il finlandese ha tenuto dietro il ferrarista per 24 giri
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