La Gazzetta dello Sport

Napoli, goditi Verdinho pavese dai piedi brasiliani

●L’ex bolognese Verdi sta facendo dimenticar­e il «no» di gennaio con i gol e doti che ne permettono l’impiego in più posizioni

- Maurizio Nicita INVIATO A DIMARO (TRENTO) @manici50

Ese fosse lui il top player invocato e sognato dalla piazza? Qui non si tratta di stare dalla parte del presidente De Laurentiis o dell’«aziendalis­ta» Ancelotti. Ci sono in Simone Verdi i connotati per una esplosione, anche se il calcio estivo spesso illude e poi tradisce. Ma la crescita è palpabile, visibile oltre che conteggiab­ile in gol: 3. Uno per ognuna delle amichevoli giocate. Non che conti molto essere capocannon­iere in questa fase, ma aiuta.

ANIMA NAPOLETANA Così come aiuta l’approccio che ha avuto con Napoli, Simone. Al primo incontro con i tifosi ha detto senza fronzoli: «Quei fischi a gennaio me li sono meritati, ma ora sono qui per vivermi anche la città. Abbiamo deciso così con la mia fidanzata». E Laura Della Villa ha mostrato subito sintonia in questo senso, festeggian­do il bellissimo gol di Simone contro il Chievo, cantando a casa con la famiglia «’O surdato ‘nnammurato». La stessa, struggente canzone che

Verdi ha cantato sabato scorso dal palco di Dimaro, sorprenden­do i tifosi per intonazion­e ed entusiasmo.

Quanto è lontano quel «no» in gennaio che aveva deluso la piazza azzurra. C’è ancora chi è convinto che con un Verdi nel motore il Napoli avrebbe vinto lo sprint scudetto con la Juve. Ma inutile guardare indietro, conta quello che può diventare il Napoli, con una punta in più come lui lì davanti, in un reparto già competitiv­o.

VERDINHO Già, ma siccome arrivi dalla provincia pavese e hai un cognome troppo normale, anche se ti comprano per 25 milioni – che sono tanti soldi – c’è il rischio di non essere preso nella giusta consideraz­ione. E allora forse è il caso di sottolinea­re che non ci sono giocatori in giro con due piedi così educati ed efficaci come quelli di Simone. Una caratteris­tica che intriga parecchio Ancelotti che dedica parecchio tempo a chi come lui e Insigne con fantasia e classe possono creare la giocata capace di sorprender­e qualsiasi difesa, proprio com’è successo contro il Chievo nell’occasione del gol: preparato da Lorenzo e concluso con un gran tiro al volo da Verdi. Che poi il ragazzo parta da destra, da sinistra e, perché no, anche dalla posizione di centravant­i, l’importante è avere la fiducia dell’allenatore e la fame per sfondare a certi livelli.

QUEL «NO» MATURO In gennaio Verdi ha preferito chiudere un percorso a Bologna, senza interrompe­rlo a metà stagione. Si favoleggiò su altri scenari di mercato, quando il ragazzo invece intendeva mostrare riconoscen­za a un club che gli aveva dato fiducia. Ora, nel pieno della maturità, quella stessa fiducia la chiede al Napoli e ad Ancelotti. Pronto a dargliela, a patto però che non tiri i rigori «a cucchiaio». Quello realizzato così contro il Gozzano ha fatto arrabbiare un po’ Carletto che la qualità in campo vuole sia mostrata in altro modo. Simone ha già capito.

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