«Col Dna dell’atleta si potrà prevenire ogni infortunio»
●Il professor Giordano preannuncia la pubblicazione di uno studio innovativo
Quando si uniscono ricerca scientifica e passione sportiva i risultati diventano eccellenti, come le persone protagoniste di questa storia. Perché Antonio Giordano – patologo e oncologo di fama internazionale, direttore dello Sbarro Institute di Philadelphia in Usa – e il più giovane Nicola Vitiello – direttore del Wearable Robotics Laboratory della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa – sono assolute eccellenze internazionali e in questi giorni a Dimaro hanno potuto coniugare la loro sperimentazione scientifica alla grande passione per il Napoli, stando vicino ai propri beniamini a Dimaro.
PRIMI TEST Spiega Giordano – che del Napoli è il coordinatore scientifico dello staff medico diretto dal dottor Alfonso De Nicola (insieme a Enrico D’Andrea e Raffaele Canonino) –: «Fra qualche mese usciremo a livello internazionale col primo test diagnostico per la prevenzione. Riusciremo a predire con la precisione di circa il 70 per cento, la suscettibilità di un atleta ad affaticamento e infortuni. Oltre a questo col professor Vitiello di Pisa stiamo realizzando altri test sulla parte cardiovascolare. Tutto questo, legato anche alla postura e al movimento, andrà ad aggiungere una serie di risultati interessanti a quello che è il Dna. Solo il Dna ci può dare il significato del meccanismo, ci fa capire la parte motore che si può danneggiare. Lì c’è scritto tutto: le nostre radici».
CON ANCELOTTI Racconta ancora il professor Giordano: «Ancelotti mi ha invitato a una sua riunione tecnica. E sono rimasto molto colpito dal fatto che dedichi del tempo per parlare di metabolismo e di preparazione psicofisica. Qualcosa che si vede poco nello sport. Una sensibilità che ha sempre avuto. E ora possiamo dire che tre anni fa, quando arrivò al Bayern Monaco aveva contattato me e il dottor De Nicola proprio per studiare questi aspetti, che ora possiamo sviluppare insieme».
ECCELLENZE
Il patologo che insegna a Philadelphia e il ricercatore Vitiello della Sant’Anna di Pisa sono pure tifosi
RISCHIO ARITMICO Un altro test innovativo fatto in ritiro ha monitorato negli atleti un potenziale rischio aritmico, attraverso un piccolo congegno che non usa cavi ma solo elettrodi adesivi che possono registrare l’attività cardiaca 24 ore per 7 giorni. Avanguardia scientifica e anche una sana passione per l’azzurro che aiuta sempre.