I due re calano gli assi
Quasi infallibile e non ha paura di rischiare
● Dopo Spagna 2016, niente incidenti Il titolo perso con Rosberg l’ha cambiato
In un futuro lontano si vede a cantare con Puff Daddy e i suoi amici rapper, intanto sfoggia treccine rasta con le «extension» che ricordano le isole caraibiche da cui viene papà Anthony. Uno dei tanti vezzi di Lewis Hamilton, la rockstar dei gran premi, il pilota che sta riscrivendo la storia della F.1 come fosse un film di Hollywood. L’ultimo capitolo domenica, sulla pista infuocata dell’Hungaroring, dove l’inglese della Mercedes ha centrato il record di sei successi allungando nel Mondiale sul rivale Sebastian Vettel. Un trionfo insperato, come lo era quello della settimana prima sotto la pioggia di Hockenheim, visto che su entrambi i circuiti la Ferrari partiva favorita.
FIDUCIA Nulla sembra impossibile per Lewis, che vive un momento magico ed è all’apice della carriera. Sabato, sotto il diluvio ungherese, ha centrato la pole position numero 77, nove più del precedente record di Michael Schumacher. Nelle ultime cinque gare, ha colto tre vittorie e avrebbe potuto fare addirittura di più senza il ritiro per guasto meccanico dell’Austria e il tamponamento ricevuto da Raikkonen a Silverstone, che l’ha obbligato a rimontare da ultimo a secondo. La sicurezza è quello che colpisce di più. Hamilton si sente invincibile, ispirato da Dio come il suo idolo Ayrton Senna. «Ho sempre creduto in me stesso e di avere qualcosa di speciale quando corro in macchina», dice in un video sul suo profilo Instagram da 6,8 milioni di seguaci. Perciò non si tira indietro se c’è da rischiare, sembra immune dagli errori e impermeabile alla pressione, al contrario di Vettel.
SVOLTA Dal 2016, quando si scontrò con il compagno Nico Rosberg al via del GP di Spagna, è sempre andato a punti in 48 gare, eccetto due stop per problemi tecnici. Un martello — il soprannome non a caso è «The Hammer» — che con la sua costanza e i giochi psicologici sta demolendo la resistenza di Seb, scoprendo le debolezze del tedesco. L’ha spiegato anche domenica: «Vincere il titolo non è solo questione di velocità». Se Hamilton è infallibile da due anni lo deve forse proprio a quella stagione amara in cui Rosberg gli strappò il titolo all’ultima gara di Abu Dhabi. È stato allora che Lewis ha stretto il patto di ferro con il team manager Toto Wolff diventando più sereno e costruendo il trionfo iridato del 2017 contro la Ferrari e Vettel, superati alla distanza. Le parti ora sono invertite, Hamilton è in vetta e pare invulnerabile. Ma sarà così sino alla fine?