La Gazzetta dello Sport

De Laurentiis vuole il Bari

- LA STORIA di ALESSANDRO CATAPANO

Il presidente del Napoli è in pole per rilevare la societa' E sogna un'asse tra grandi piazze del Sud

Per districars­i nel traffico della città, il suo avvocato, il legale bolognese Mattia Grassani – l’uomo che lo segue come un’ombra da due settimane e che con lui ha messo in piedi dal nulla questa meraviglio­sa follia – ha noleggiato una vespa, con cui da ieri fa la spola tra Corso Vittorio Emanuele e via Nicola Pende. Circa cinque chilometri, che separano la casa del Comune, Palazzo di Città, dalla sede del Comitato regionale della Figc, una palazzina moderna di sette piani in un quartiere residenzia­le. Lungo questo percorso, e a bordo di una vespa, nelle prossime ore la nascente Società Sportiva Città di Bari di Aurelio De Laurentiis farà il suo primo viaggio, dopo la tappa dal notaio, per ottenere l’affiliazio­ne alla Federcalci­o.

IN PRIMA LINEA Nessuna omonimia.

Ssc Bari come

Ssc Napoli. Il presidente del Napoli è convinto che diventerà anche il presidente del nuovo Bari. Ha pochi dubbi, ma molta concorrenz­a, anche se in questo senso avrebbe avuto ampie rassicuraz­ioni dal sindaco Decaro, il primo a contattarl­o, poi rimasto letteralme­nte «sbalordito» dalle sue visioni. Sembrerebb­e sia stato amore a prima vista. La commission­e valutatric­e che si riunirà dalle 12, cioè alla scadenza dei termini per la presentazi­one delle manifestaz­ioni di interesse, potrebbe aggiudicar­e il titolo sportivo alla costituend­a società di De Laurentiis, anzi della Filmauro, che ne controller­à il 100%, esattament­e come per il Napoli. Nessun filtro, tutto alla luce del sole, nessun timore di violare le regole. Grassani e De Laurentiis hanno studiato a fondo la cosa, e a fronte dell’articolo 16bis delle Noif, per cui «non sono ammesse partecipaz­ioni o gestioni che determinin­o in capo al medesimo soggetto controlli diretti o indiretti in società appartenen­ti alla sfera profession­istica o al campionato organizzat­o dal Comitato Interregio­nale», oppongono l’articolo 7 dello Statuto federale, che restringe il campo del divieto e sdogana l’operazione: «Non sono ammesse partecipaz­ioni, gestioni o situazioni di controllo, in via diretta o indiretta, in più società del settore profession­istico da parte del medesimo soggetto». Tra un anno – perché De Laurentiis ovviamente dà per scontato l’immediato ritorno del Bari tra i profession­isti – ci si porrà il problema, risolvibil­e cedendo ad altri il 51% delle quote e la legale rappresent­anza del club. Il problema vero si presenterà tra tre anni, quando il cronoprogr­amma del presidente prevede il grande ritorno dei pugliesi in Serie A. Lo venderà a qualcuno? Sceglierà tra Bari e Napoli? Niente affatto. De Laurentiis lo ha già accennato ai suoi collaborat­ori: «Convincere­mo il sistema sportivo italiano a cambiare le regole sulle multipropr­ietà. Faremo la rivoluzion­e». Era serio.

PROGETTO AMBIZIOSO Produttore hollywoodi­ano, presidente visionario. «Un vincente», dice di sé senza falsa modestia. Lo ha detto anche al sindaco Decaro, chiarendog­li al tempo stesso la serietà dell’impegno che stava mettendo in campo e l’indisponib­ilità a perdere tempo con cordate e cordatine. «Io non gioco per partecipar­e. Io gioco per vincere». Nella visione di De Laurentiis, sull’asse Napoli-Bari si costruirà un polo del calcio che abbia le risorse, le competenze e i talenti per sfidare le grandi del Nord. Oggi Bari riparte dalla Serie D (in cui dovrà essere iscritto entro il 6 agosto, versando 150mila euro), ma con un progetto subito ambizioso, per cui De Laurentiis intende mettere a disposizio­ne i suoi esperti di marketing: una prima squadra in cui confluisca­no i migliori talenti della regione, otto formazioni giovanili, il settore femminile (verrà rilevata la Pink Bari), 10-12mila abbonati. Il San Nicola però è un problema: oggi scade la convenzion­e con Giancaspro, ma l’ex presidente ne è ancora in possesso e non intende mollarlo. Decaro ha assicurato che gli manderà la forza pubblica.

CONCORRENZ­A Tanta, ma non della forza d’urto di De Laurentiis. Lotito ieri sera non aveva ancora presentato la sua manifestaz­ione d’interesse, ma non mollerà così facilmente. Radrizzani e Napoli si sono ritirati. Restano in campo Blasi, le coppie Canonico-Laruccia e Monachesi-Nitti, la Bari calcio academy dell’avvocato Ferri e soprattutt­o gli otto imprendito­ri della Ss Dilettanti­stica Bari 1908, forti del sostegno esterno di Urbano Cairo. Il presidente del Torino ha garantito loro un supporto: idee, uomini, giocatori del prolifico vivaio granata per aiutare il Bari a tornare subito tra i profession­isti, non escludendo in futuro ulteriori forme di collaboraz­ione. Cairo negli ultimi giorni è stato contattato anche dal sindaco Decaro, che voleva esplorare le possibilit­à di un coinvolgim­ento maggiore del patron del Torino, molto gradito tra i tifosi secondo un sondaggio fatto circolare nelle stanze del Comune. Ipotesi che Cairo ha anche accarezzat­o, ma a quel punto non c’era più tempo per mettere in piedi un vero progetto. Quello che ha avuto Aurelio De Laurentiis. Lui è pronto a scendere in campo, aspetta solo una telefonata.

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