Ibra fa tripletta ma contro la Juve non sarà in campo
●Lo svedese trascina i Los Angeles Galaxy al successo con Orlando City (4-3)
La Mls fa i conti con l’effetto Ibra. Prima tripletta oltre Oceano per Zlatan Ibrahimovic, che trascina i Los Angeles Galaxy alla vittoria in rimonta sugli Orlando City per 4-3. Con la squadra andata al riposo sotto 2-1, il 36enne attaccante svedese si prende la scena nella ripresa, fra il 47’ e il 71’: prima sigla il pari incornando sul secondo palo dopo il cross da destra di Giovani dos Santos (a cui aveva tra l’altro fornito l’assist per il provvisorio 1-1), poi si ripete con uno spettacolare tuffo di testa al termine di uno scambio con Kamara e infine sigla il gol vittoria del 4-3 con un potente diagonale dal vertice destro dell’area piccola. Ibra si toglie la maglia e si porta il pallone a casa, sistemandosi secondo nella classifica cannonieri dietro Josef Martinez, ex Torino. Grazie a questo successo, i Galaxy sono terzi nella Western Conference, ovvero il gruppo Ovest del campionato statunitense.
CHE SHOW
Tre gol in 24 minuti, 15 in 17 partite a Los Angeles per Ibra, il cui arrivo ha cambiato volto e rendimento alla squadra: zero sconfitte nelle ultime nove gare e terzo posto nella Western Conference a quota 35 punti dopo 22 partite. Lo svedese non sarà però domani sera ad Atlanta per l’MLS All Star che vedrà i migliori giocatori della lega sfidare la Juventus in amichevole: avendo giocato tre gare nel giro di una settimana e tenendo conto degli spostamenti, Ibra resterà a Los Angeles: «Mi dispiace perdermi la partita contro una delle mie ex squadre ma ringrazio i tifosi per avermi votato. Il mio obiettivo principale resta segnare gol e aiutare i Galaxy a raggiungere i play-off». Zlatan sarà assente anche nella prossima partita di campionato contro i Colorado Rapids perché la MLS ha introdotto una regola che prevede una giornata di sospensione per i giocatori, non infortunati, che saltano l’All Star Game.
RISCATTO
Ibra si è così riscattato dopo le polemiche per il 2-2 nel derby con i Los Angeles finito 2-2 con rimonta nel finale della squadra dell’ex United. Durante la partita, lo svedese era stato fischiato sonoramente dal pubblico avversario e a fine gara aveva detto: «Ad essere onesti, questo stadio è troppo piccolo per me. Ho giocato partite con 80 mila tifosi che fischiavano e quando succedeva bisognava spingere gambe e piedi e iniziare a lavorare davvero. E quando 20 mila malati come qui ti fischiano, è come un semplice allenamento, con tutto il rispetto».