La Gazzetta dello Sport

Vale teme caldo e buche «Le condizioni sono al limite»

●Ieri 33 gradi, sull’asfalto oltre 50. Rossi: «Le gomme sono il problema più importante». Nel ‘19 test team europeo per la Yamaha

- Paolo Ianieri INVIATO A BRNO (REP.CECA)

Non siamo ai livelli della Malesia («Lì è molto peggio, l’aria è rarefatta e c’è più umidità»), però anche guidare a Brno in queste condizioni torride, con la temperatur­a dell’aria che ieri ha toccato i 33 gradi e quella dell’asfalto superato i 50, rappresent­a un avversario in più contro cui lottare. «Le condizioni sono al limite, guidare la moto al massimo è difficile, anche perché ci sono più buche rispetto allo scorso anno — GETTY certifica Valentino Rossi —. Con così tanto caldo incameri meno ossigeno, respiri e hai la sensazione di essere in affanno, i muscoli si stancano prima e sono meno reattivi. Per questo il lavoro a casa è importante e io posso dire di trovarmi abbastanza bene, soprattutt­o quando rientro ai box. L’importante è bere molto, assumere tanti sali minerali».

STUDIO La prima giornata sulla pista, dove in un ormai lontano 1996 Valentino conquistav­a la sua prima vittoria, è trascorsa senza troppi alti né bassi. Quinto al mattino e 7° al pomeriggio, terza Yamaha dietro a Hafiz Syahrin (4°) e al compagno Maverick Viñales (5°), Valentino si è soprattutt­o concentrat­o sulle gomme. «È il problema più importante per tutti, si tratterà di vedere chi soffrirà di meno. Perché le gomme nuove i primi due giri sono velocissim­e, ma poi il calo è elevato e visti i 21 giri di gara su una pista così lunga la chiave sarà di provare a soffrire il meno possibile. La situazione non è chiara, ci sono tanti piloti che hanno usato opzioni diverse e io, per esempio, finora non ho ancora provato le gomme più dure». Il mirino è puntato su Marquez e Dovizioso: «Marquez il pomeriggio ha iniziato con gomme nuove, mentre Dovi ha seguito la mia strada, girando con le medie del mattino. Di noi tre, per il momento sono quello più in difficoltà, ci sono punti nei quali ancora non riesco a entrare al 100 per cento. Dovremo fare un lavoro di assetto meccanico, ma soprattutt­o elettronic­o, per avere meno pattinamen­to. Al momento Marquez mi sembra il più forte. Ma anche Pedrosa. Del resto la Honda è venuta qui a fare i test e parte da un livello avvantaggi­ato».

TEST TEAM A tal proposito, la Yamaha ha annunciato che anche loro dal prossimo anno avranno un test team europeo come già Ducati (Michele Pirro e Casey Stoner, anche se l’australian­o potrebbe non rinnovare il rapporto), Ktm (Mika Kallio) Suzuki (Sylvain Guintoli) e Honda (Stefan Bradl). «Ho spinto tanto per averne uno anche noi in Europa — conferma Rossi —. Il Giappone è lontano e anche il tipo di piste che ci sono laggiù non è paragonabi­le. Arriviamo per ultimi, la Ducati in questo è stata la più aggressiva, hanno sempre avuto una squadra test molto competitiv­a, ci hanno investito molto. Avere come collaudato­ri due come Pirro e Stoner è stato un gran vantaggio, noi forse potevamo farlo anche prima».

TORNA FOLGER? I nomi più caldi dei possibili futuri collaudato­ri di Iwata sono quelli di Jonas Folger, l’ex pilota del team Tech3 che si era fermato nel finale della scorsa stagione per la sindrome di Gilbert e che poi alla vigilia di questo 2019 aveva rinunciato al rientro; e quello di Bradley Smith, che a fine stagione sarà appiedato dalla Ktm con la quale in queste due stagioni ha deluso fortemente. «Sarà importante che sia un pilota veloce o quasi come me o Maverick — conferma Rossi —. I test in questi anni in cui le gare sono aumentati sono diventati molto stressanti, la situazione diventa pesante».

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Valentino Rossi, 39 anni: nove mondiali per il pilota Yamaha

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