La Gazzetta dello Sport

Maglia rosa a Bologna 1994: «Cerco una luce» I misteri di De Las Cuevas, suicida a 50 anni

- C. ghis.

Il 22 maggio 1994 vinse la breve crono di Bologna e, per la prima volta al Giro, portò la media oltre i 53 orari: 53,390. Indossò la maglia rosa e la sua dedica fu enigmatica più che spiazzante: «Voglio ringraziar­e la luce. Capirà chi può capire». Eppure quel giorno fu, assieme al titolo di campione nazionale francese conquistat­o tre anni prima, il punto più alto della carriera di Armand De Las Cuevas. Nei giorni scorsi, a Reunion (isola francese nell’oceano Indiano, a est del Madagascar e non lontana da Mauritius), De Las Cuevas è morto. Non si sa il giorno esatto e nemmeno la causa, ma la tesi più accredita è quella del suicidio. Del resto lui era un tipo così, tanto che qualcuno sosteneva che appartenes­se a qualche strana religione. O setta. La sua vita avventuros­a è sempre stata avvolta dal mistero e difesa da un’impenetrab­ile trincea di riserbo. Quando correva si sapeva che era stato sposato, ma poi s’era trasferito a vivere ad Andorra. Antesignan­o di una nuova moda.

TALENTO PURO De Las Cuevas era nato a Troyes, nello Champagne, dove suo padre originario di Bilbao s’era trasferito dopo la guerra. Quarto di cinque figli, Armand avrebbe voluto CONQUISTÒ LA «CLASICA» Armand De Las Cuevas con la maglia della Castorama: pro’ dal 1989 al 1999, bronzo nell'inseguimen­to ai Mondiali ’90, vinse la Clasica San Sebastian ‘94 e il Delfinato ’98 BETTINI fare il pugile, ma il padre glielo impedì e lo avviò al ciclismo. Da junior, nel 1986, vinse tre titoli nazionali: strada, inseguimen­to e corsa a punti. Passò profession­ista nella Banesto di José Miguel Echavarri, che poi divenne Banesto. Era lo squadrone di Miguel Indurain, ma De Las Cuevas in quella squadra si sentiva stretto. Molti sostenevan­o che era il più talentuoso, più potente e più geniale dei corridori francesi. Al Giro del 1993 i tecnici gli chiesero di risparmiar­si nella crono del Sestriere per aiutare Miguelon il giorno dopo nella tappa chiave verso il santuario di Oropa. Armand «ovviamente» non ascoltò. Quel giorno vinse Indurain e lui fece un buon tempo. Il problema fu il giorno seguente, quando Ugrumov come da previsioni attaccò. Miguelon riuscì a portare la maglia rosa a Milano, ma soffrì tanto tanto. L’anno dopo, Armand andò da «Napoleone» Guimard per fare il capitano alla Castorama. Nel 1996 fu alla Casino, poi tornò alla Banesto prima di chiudere la carriera all’Amica Chips nel 1999. Tra le sue vittorie anche la Clasica di San Sebastian 1994 e il Delfinato 1998, oltre a un bronzo mondiale nell’inseguimen­to a Maebashi 1990. A 30 anni disse basta.

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