La Gazzetta dello Sport

La Osakue ha l’ok «Che polverone Ora sono felice»

●I medici scongiuran­o il rischio-doping per l’uso di cortisone: «I miei aggressori adesso pagheranno»

- Valerio Piccioni ROMA

Ora datemi i miei allenament­i, il mio disco, la mia maglia azzurra. Ora Daisy Osakue chiede di «tornare alla normalità, a fare atletica come ho sempre fatto». A cominciare, anzi a ricomincia­re dagli Europei di Berlino. Ieri, la giornata della torinese di origini nigeriane ferita domenica sera all’occhio sinistro dal lancio di un uovo da un’auto in corsa, è cominciata con un sorrisone: via libera, puoi andare. Il migliorame­nto delle condizioni, ha detto Antonio Spataro, direttore sanitario dell’Istituto di Medicina dello Sport, «consente la sospension­e progressiv­a della terapia cortisonic­a e la partecipaz­ione agli Europei di Berlino». Niente rischio di positività al doping, quindi si può partire. E si può fare festa con la squadra che va a letto presto - stamattina sveglia alle 5 e mezza! - dopo una cena in piedi sul prato della Scuola dello Sport dell’Acqua Acetosa, il giuramento delle dieci matricole, le parole del presidente Giomi che ricorda il quarantesi­mo anniversar­io del 2.01 mondiale di Sara Simeoni. Un centimetro in meno del volo di Elena Vallortiga­ra. Che racconta: «Sara mi ha sempre incitato, è stata sempre molto carina con me. L’obiettivo di Berlino? La finale».

«SONO FELICE» Filippo Tortu fissa un traguardo diverso: «Stabilire il personale, da 9”98 in giù è tutto bene accetto». Ma questa è la sera di Daisy: la più cercata, la più fotografat­a, la

più intervista­ta. Per la verità, le sue parole sono poche, un modo per proteggers­i dall’alluvione di curiosità di queste ore: «Sono felice, potrò andare agli Europei. E gli aggressori sono stati presi, ora la legge farà il suo corso e pagheranno per quello che hanno fatto a me e alle altre vittime. Mi spiace per tutto il polverone che s’è alzato, ma sono felice che sia uscito un problema che molte volte non viene considerat­o o messo sotto il tappeto. Ringrazio le forze dell’ordine che sono state rapidissim­e, la Federazion­e che mi ha aiutato sin dal primo momento, la mia famiglia i miei compagni». EUFORIA E PENSIERI La soddisfazi­one per le condizioni di Daisy si mischia con tempi, misure, cambi, ultimi allenament­i. Andrew Howe, per esempio, sembra rinato. «C’è una bella euforia in squadra», dice l’azzurro che correrà i 200. «Quello che è capitato a Daisy all’inizio mi ha scioccato. Ho detto: “ma come, ancora, nel 2018...” Sapete che cosa mi colpisce di più di tutto? L’assoluta mancanza di rispetto per le donne». Quanto al razzismo, Howe giura che «nella mia vita non ho mai vissuto un solo episodio che mi ha fatto sentire discrimina­to in Italia. Non ho paura per la mia generazion­e, vedo un rischio invece per i più giovani, per chi ha 14-15 anni, a quell’età c’è una frustrazio­ne che può diventare rabbia».

PRIMATI Antonella Palmisano fa un sorriso quando ammette che la forma non è quella di un anno fa, nei giorni del bronzo della marciatric­e – unica medaglia italiana – ai Mondiali di Londra. Libania Grenot risponde a una domanda sulla staffetta 4x400, dando uno scaramanti­co colpo di freno: «Non siamo quelle di due anni fa». Marcel Jacobs, invece, si sente fisicament­e a posto per i 100: «Ho in mente solo due cose: il primato personale e la finale». È l’ambizione di molti. E da ieri mattina è tornata a essere anche quella di Daisy.

PROTAGONIS­TI Tortu: «Inseguo il 9”98 del personale» Jacobs: «Voglio la finale dei 100»

La Grenot tira il freno a mano: «La 4x400 non vale quella di due anni fa»

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 ?? FAMA-ANSA ?? A sinistra buona parte della Nazionale in partenza per Berlino, ieri sera al centro Onesti di Roma. Sopra Daisy Osakue, 22 anni
FAMA-ANSA A sinistra buona parte della Nazionale in partenza per Berlino, ieri sera al centro Onesti di Roma. Sopra Daisy Osakue, 22 anni
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 ??  ?? Danyl Lysenko, 21 anni, iridato indoor e vice all’aperto, pb di 2.40 AP
Danyl Lysenko, 21 anni, iridato indoor e vice all’aperto, pb di 2.40 AP

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