La Gazzetta dello Sport

Simona Regina d’Europa

Dopo Filippi e Pellegrini è la terza nuotatrice azzurra di sempre a conquistar­e un oro continenta­le

- Stefano Arcobelli

INVIATO A GLASGOW (SCOZIA)

La prima delle umane. Se non ci fosse al mondo una come Katie Ledecky, oggi Simona Quadarella si potrebbe sentire la più forte del mondo. E negli 800, mica nei 1500: nella storica distanza che fu di Novella Calligaris e di Alessia Filippi (con un bronzetto dell’immancabil­e Fede Pellegrini), la romana, che compirà 20 anni solo a dicembre, si ritaglia una serata da grandissim­a. Con una gara alla Paltrinier­i, con una cattiveria che risale all’esclusione olimpica a Rio dopo due quinti posti europei, e che rispetto alle avversarie in acqua era recente, maturata a Copenaghen a dicembre, quando Simona era rimasta di bronzo. Ma il nuoto vero, quello da 50 metri, non perdona e la Quadarella ha risposto alla concorrenz­a tedesco-ungherese della Kohler e della Kesely, non concedendo scampo. Una Quadarella devastante nella sua progressio­ne per il 7° crono della storia, da lasciare senza parole il suo allenatore Christian Minotti, detto lo Scuro, che continuava a mandarle messaggi inutili: lei era in trance agonistica. Tanto timida fuori quanto aggressiva in vasca: con un atteggiame­nto neanche tanto spregiudic­ato ma solo deciso, determinat­o, è riuscita ieri a diventare con tutta la sua leggenessu­no la prima dietro l’americana che nuota 8’04”79. Vale tanto, tantissimo questo 8’16”35. Non solo perché cancella il record italiano di una medaglia mondiale come quella conquistat­a da Alessia Filippi nel 2009 a Roma (8’17”21) — tempi da superbody —, ma perché Simona ora si candida a diventare una grandissim­a anche nella gara che le veniva peggio. Un anno fa a Taipei, vincendo l’oro universita­rio aveva deciso che dopo un bronzo mondiale nei 1500, bisognava sondare la distanza inferiore. E con calma lei e lo Scuro hanno cominciato la costruzion­e di questo formidabil­e trionfo tecnico. Perché se è vero che dopo la batteria si poteva considerar­e favorita, avrebbe immaginato un progresso simile: di quasi 4”.

STAR? Simona dirà: «È stato tutto bello ed emozionant­e, l’inno tutto per me. Sapevo che questa sarebbe stata una tappa importante, una grande occasione. Sono riuscita a coglierla subito. Però adesso ho altre tre gare, devo restare concentrat­a». Sempre misurata nelle parole, «Resto con i piedi per terra. Mia mamma dice che quanto nuoto sono un’altra persona. Tiro fuori il veleno. Ho fatto un bel lavoro, ma devo ancora pedalare. Spero che il mio oro abbia lanciato la Nazionale». Ha sempre quel dubbio che l’accompagna finché non raggiunte la meta. Un anno fa, dopo il podio iridato, piangeva a dirotto, stavolta pare più misurata, ma si vede che è felice della medaglia e del record. «Il mio primo nell’appuntamen­to che contava di più. Un po’ me l’aspettavo, ma non ci credevo. Non vedevo le altre e immaginavo che stessi andando bene. Minotti? Non lo vedevo, mi hanno detto che si sbracciava: finalmente ho fatto un grande 800. Io la Ledecky italiana? Tra qualche anno proveremo a prendere anche lei. Il mio segreto? La pazienza di aspettare, di non partire subito forte. Fare la gara in negative split (4’08”70, ndr). Nessuna aveva il mio passo, meno male...: è un oro che significa tanto, è la conrezza,

MI HA STUPITO LA SUA CALMA, HA FATTO UNA GARA STREPITOSA CHRISTIAN MINOTTI COACH DELLA QUADARELLA

ferma che ho lavorato tanto e bene». Diventerà una star la ragazza che si sentiva il brutto anatroccol­o anche rispetto alla sorella maggiore che inseguiva con i pattini dalle tribune del Foro Italico? «Magari, ma non so che star potrei diventare». Qualche follia? «Mah, per ora solo dedizione. La prima cosa che ho pensato? Ho pensato tantissime cose... L’avevo promessa alla tedesca».

I PIANI Sul concetto della Ledecky torna anche Minotti: «L’americana è molto più avanti di noi, però a 8'11", se ci lavori e ci credi, come ci ha creduto Federica l’anno scorso a Budapest, possiamo arrivare. Intanto sono rimasto sbalordito, Simona

TUTTO BELLO, MA ADESSO DEVO PENSARE ALLE ALTRE 3 GARE SIMONA QUADARELLA ORO EUROPEO 800 SL

ha fatto gara incredibil­e. Eravamo sulle spine per un dolorino alla spalla sinistra. Era uscita dall’acqua timorosa, abbiamo capito che era solo un affaticame­nto muscolare. Lo staff l’ha tranquilli­zzata. Ha fatto una finale strepitosa, e mi ha stupito la sua calma, in questi giorni era nervosissi­ma, ma in acqua è stata tranquilla, ha ragionato quand’è partita la tedesca, poi è venuta su come era stato programmat­o, senza disperdere energie rimanendo lucida. Il nuoto è così, ogni anno bisogna capire e arrivare in forma quando serve. Finalmente abbiamo dato un po’ di luce a questa città... Abbiamo portato del colore, quello dell'oro».

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Nuova stella Simona Quadarella, romana, 19 anni
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