Simona Regina d’Europa
Dopo Filippi e Pellegrini è la terza nuotatrice azzurra di sempre a conquistare un oro continentale
INVIATO A GLASGOW (SCOZIA)
La prima delle umane. Se non ci fosse al mondo una come Katie Ledecky, oggi Simona Quadarella si potrebbe sentire la più forte del mondo. E negli 800, mica nei 1500: nella storica distanza che fu di Novella Calligaris e di Alessia Filippi (con un bronzetto dell’immancabile Fede Pellegrini), la romana, che compirà 20 anni solo a dicembre, si ritaglia una serata da grandissima. Con una gara alla Paltrinieri, con una cattiveria che risale all’esclusione olimpica a Rio dopo due quinti posti europei, e che rispetto alle avversarie in acqua era recente, maturata a Copenaghen a dicembre, quando Simona era rimasta di bronzo. Ma il nuoto vero, quello da 50 metri, non perdona e la Quadarella ha risposto alla concorrenza tedesco-ungherese della Kohler e della Kesely, non concedendo scampo. Una Quadarella devastante nella sua progressione per il 7° crono della storia, da lasciare senza parole il suo allenatore Christian Minotti, detto lo Scuro, che continuava a mandarle messaggi inutili: lei era in trance agonistica. Tanto timida fuori quanto aggressiva in vasca: con un atteggiamento neanche tanto spregiudicato ma solo deciso, determinato, è riuscita ieri a diventare con tutta la sua leggenessuno la prima dietro l’americana che nuota 8’04”79. Vale tanto, tantissimo questo 8’16”35. Non solo perché cancella il record italiano di una medaglia mondiale come quella conquistata da Alessia Filippi nel 2009 a Roma (8’17”21) — tempi da superbody —, ma perché Simona ora si candida a diventare una grandissima anche nella gara che le veniva peggio. Un anno fa a Taipei, vincendo l’oro universitario aveva deciso che dopo un bronzo mondiale nei 1500, bisognava sondare la distanza inferiore. E con calma lei e lo Scuro hanno cominciato la costruzione di questo formidabile trionfo tecnico. Perché se è vero che dopo la batteria si poteva considerare favorita, avrebbe immaginato un progresso simile: di quasi 4”.
STAR? Simona dirà: «È stato tutto bello ed emozionante, l’inno tutto per me. Sapevo che questa sarebbe stata una tappa importante, una grande occasione. Sono riuscita a coglierla subito. Però adesso ho altre tre gare, devo restare concentrata». Sempre misurata nelle parole, «Resto con i piedi per terra. Mia mamma dice che quanto nuoto sono un’altra persona. Tiro fuori il veleno. Ho fatto un bel lavoro, ma devo ancora pedalare. Spero che il mio oro abbia lanciato la Nazionale». Ha sempre quel dubbio che l’accompagna finché non raggiunte la meta. Un anno fa, dopo il podio iridato, piangeva a dirotto, stavolta pare più misurata, ma si vede che è felice della medaglia e del record. «Il mio primo nell’appuntamento che contava di più. Un po’ me l’aspettavo, ma non ci credevo. Non vedevo le altre e immaginavo che stessi andando bene. Minotti? Non lo vedevo, mi hanno detto che si sbracciava: finalmente ho fatto un grande 800. Io la Ledecky italiana? Tra qualche anno proveremo a prendere anche lei. Il mio segreto? La pazienza di aspettare, di non partire subito forte. Fare la gara in negative split (4’08”70, ndr). Nessuna aveva il mio passo, meno male...: è un oro che significa tanto, è la conrezza,
MI HA STUPITO LA SUA CALMA, HA FATTO UNA GARA STREPITOSA CHRISTIAN MINOTTI COACH DELLA QUADARELLA
ferma che ho lavorato tanto e bene». Diventerà una star la ragazza che si sentiva il brutto anatroccolo anche rispetto alla sorella maggiore che inseguiva con i pattini dalle tribune del Foro Italico? «Magari, ma non so che star potrei diventare». Qualche follia? «Mah, per ora solo dedizione. La prima cosa che ho pensato? Ho pensato tantissime cose... L’avevo promessa alla tedesca».
I PIANI Sul concetto della Ledecky torna anche Minotti: «L’americana è molto più avanti di noi, però a 8'11", se ci lavori e ci credi, come ci ha creduto Federica l’anno scorso a Budapest, possiamo arrivare. Intanto sono rimasto sbalordito, Simona
TUTTO BELLO, MA ADESSO DEVO PENSARE ALLE ALTRE 3 GARE SIMONA QUADARELLA ORO EUROPEO 800 SL
ha fatto gara incredibile. Eravamo sulle spine per un dolorino alla spalla sinistra. Era uscita dall’acqua timorosa, abbiamo capito che era solo un affaticamento muscolare. Lo staff l’ha tranquillizzata. Ha fatto una finale strepitosa, e mi ha stupito la sua calma, in questi giorni era nervosissima, ma in acqua è stata tranquilla, ha ragionato quand’è partita la tedesca, poi è venuta su come era stato programmato, senza disperdere energie rimanendo lucida. Il nuoto è così, ogni anno bisogna capire e arrivare in forma quando serve. Finalmente abbiamo dato un po’ di luce a questa città... Abbiamo portato del colore, quello dell'oro».