Olsen para Alisson «A Roma per farvi vedere che valgo»
●Il portiere svedese: «Rispetto per il brasiliano, ma sono qui perché ho esperienza anche io»
Raccontano che sia schivo e quasi timido, tanto che appena arrivato al Copenaghen, nel 2016, il preparatore dei portieri Scheutjens gli consiglio di urlare un po’ di più in mezzo al campo. Ecco, quella timidezza a Roma dovrà metterla subito da parte, se vuole davvero raccogliere nel migliore dei modi l’eredità di Alisson. Perché arrivare dopo il portiere brasiliano (e anche dopo Szczesny, se vogliamo) non può essere facile per nessuno, tantomeno per un portiere timido. Robin Olsen lo sa, come sa che da quel gennaio 2016 è cresciuto anche in personalità. «Alisson qui a Roma ha dimostrato a tutti il suo valore – ha detto ieri lo svedese da Boston, nel giorno della sua presentazione – È un grandissimo portiere, ma ha lasciato il club e la Roma ha deciso di acquistare me. Si parla molto di questo testimone ideale che raccolgo. Alisson ha tutto il mio rispetto, ma io devo solo concentrarmi sul mio lavoro per la squadra».
L’IDENTIKIT Del resto a sceglierlo è stato il d.s. Monchi, uno che con la porta una certa confidenza ce l’ha, visti i trascorsi agonistici. Insomma, dovrebbe essere una garanzia anche per i più scettici. Per quelli per cui un portiere di quasi due metri è per forza di cose in difficoltà sulle palle basse o per cui la punizione di Kroos al Mondiale è molto più errore di Olsen che non prodezza del tedesco. Insomma, oltre che la timidezza Da sopra Alisson, 25 anni, adesso al Liverpool e Wojciech Szczesny, portiere della Juventus per Robin ci sarà da sconfiggere anche lo scetticismo generale. «La Roma per me è una grande occasione – dice lui – Ho giocato qualche partita in Champions, il Mondiale, esperienza ne ho accumulata. Sono uno che dà tutto in partita e in allenamento e che lotto sempre per ciò che voglio. L’obiettivo, però, è chiaramente migliorare ancora». E su questo, appunto, garantisce Monchi: «Ho cercato un portiere esperto, che sia una garanzia. Mi piacciono i numeri uno semplici, non spettacolari, ma tecnici. Olsen lo è».
DA RECORD Del resto per uno che è vissuto tra la Svezia (dove è cresciuto) e la Danimarca (dove si è affermato e di dove è originaria la sua famiglia), essere freddo e glaciale è quasi un obbligo. È per questo che quel suo modo di fare, anche fuori dal campo, viene scambiato per timidezza. Olsen è uno che non fa tardi la sera, a volte non va alle cene, non ama i tatuaggi e, più in generale, non gli piace sentirsi una star. Il prototipo dell’antidivo, insomma, e su questo somiglia – e molto – a chi l’ha preceduto e cioè Alisson. Costato 8,5 milioni più 3,5 di bonus, potrebbe diventare il giocatore più caro del calcio danese (finora il record sono i circa 10 milioni pagati dal Borussia Dortmund per prendere emre Mor dal Nordsjaelland). Nel caso, però, vorrà dire che Olsen se non sarà riuscito a far dimenticare Alisson, ci sarà andato comunque vicino.
IL TESTIMONE CHE RACCOLGO? MI CONCENTRO SOLTANTO SUL LAVORO
QUESTA È UNA GRANDE OCCASIONE PER ME, DARÒ SEMPRE TUTTO