Di Liddo, medaglia del Sud «Mi ripaga di tanti sacrifici»
●La pugliese per stare in famiglia fatica ad allenarsi : «Ma ci ho sempre creduto»
Lassù qualcuno la ama sempre. Elena Di Liddo aveva un fratello, Silvio che era come un gemello essendo nato quindici mesi prima di lei, nel 1993: la leucemia se l’è portato via pochi anni fa, e non è stato per niente facile a Bisceglie, colmare quel vuoto: forse solo l’impegno nel nuoto è riuscita a distrarla da quella tragedia. E’ una delfinista generosa che va veloce da tutta la stagione e raccoglie la gemma inseguita da una vita. «Mi ha sostenuto dall’alto anche stavolta». Figlia di un ex campione italiano di triplo (Mauro) e di una giocatrice di pallavolo di serie D del Bisceglie (Giovanna), per 4 centesimi ha lasciato il legno a Ilaria Bianchi, bronzo a Londra 2016 in 57”52 e primatista all’Olimpiade col record italiano di 57”27. Alla Di Liddo è bastato 57”58 per il bronzo dietro la Sjostrom e la russa Chimrova (57”30): Elena ha nuotato la vasca di ritorno in 30”59, meno veloce solo di quella della svedese. «Ilaria è stata fondamentale per me, è da ammirare e avere un’avversaria così mi ha solo aiutato».
VITA AL SUD Da Bisceglie a Roma e ritorno. «La tranquillità di casa non te la può dare nessuno da nessun’altra parte. Sono molto legata alla mia famiglia. Abbandonare papà e mamma sarebbe stato destabilizzante. Non è facile la vita del Sud, ma nonostante mi alleni da sola, nonostante debba fare 30 km per allenarmi in una piscina da 25 metri, e avere la vasca da 50 solo due volte a settimana, ce l’ho fatta. Spero solo che la mia medaglia possa smuovere un po’ di situazioni». E’ fidanzata col pallanuotista Nicola Coccovillo e sprizza felicità perché «ci ho creduto tanto. Credo di aver vissuto solo momenti difficili e questo mi ripaga di tutto quello che è successo finora».