Miressi d’oro Un gigante da 100 e lode
Sua Altezza nuovo re dei 100 «Felice, ho vinto la gara più bella»
Febbre e virus: rabbia Paltrinieri, è bronzo nei «suoi» 1500 Terzi anche la 4x200 maschile, Burdisso e la Castiglioni
Il più alto, il più giovane, il più veloce. Il migliore della gara dei migliori. Alessandro Miressi, 202 centimetri distribuiti dalla testa al 47.5 di scarpe, a soli 19 anni diventa la freccia di un’Italia che più rampante non potrebbe essere. Il tutto in una giornata memorabile, da 5 medaglie azzurre a Glasgow. Quella d'oro, la più lucente, è la sua. Gigante pensaci tu, e ci ha pensato lui: anche se mannaggia - come dice lui - il muro dei 48” non è caduto. Ma cadrà, sotto i suoi colpi, le sue lunghissime leve. Perché il bello - o il difficile - comincia adesso. Miressi non potrà più nascondersi. La sua ascesa a rapidissimi e costanti passi cronometrici, mai strappando, si sta facendo irresistibile. L'azzurro si sta consolidando tra i velocisti più bravi del mondo: dal 48”11 (poi ritoccato in 48”21) è passato - con tutta la tensione emotiva che si porta la finale degli Europei scozzesi - a 48”01. Quanto basta, cioè 22 centesimi, per domare il gioiello di casa Duncan Scott, che i 47” li sa nuotare da tempo. Un altro centesimo e il colosso nero francese Metella è ben sistemato. Alessandro aveva studiato metro dopo metro la gara con Antonio Satta, e ha eseguito diligentemente il compito, come tutti i bravi ragazzi che si fidano dell’allenatore: 23”22 all’andata e 24”79 al ritorno. Una gara saggia ed equilibrata, con tutte le strategie messe in atto e il piano di un finale senza farsi prendere dal panico. A destabilizzarlo, curiosamente, è stato il campione uscente Luca Dotto, dalla corsia numero 1: il padovano ha optato per un passaggio kamikaze come mai gli era riuscito (22”71) e l’ha pagato nel finale, complice una condizione fisica non al meglio per il virus che ha colpito lui come Paltrinieri. Sarà quinto e farà i complimenti sinceri al compagno: «È davvero bravissimo, anzi incredibile».
TITOLO A CASA È Miressi il nuovo padrone dei 100, è ancora un italiano il re della specialità regina, è questo giovane il nuovo leader della velocità che tutta l’Europa ci ammira e invidia. Subito dopo la finale comincia l’assedio di domande e Miressi fa più fatica a districarsi rispetto agli avversari: la sua emozione è contenuta, ma non chiedetegli se ha pianto «perché un po’ mi sono commosso» dirà al ritorno dalla cerimonia. Non è da gigante. «Ho vinto la gara più bella da vedere e sono strafelice, così felice che potrei tuffarmi ancora per un 800. Ho un’adrenalina addosso assurda. Ora questa medaglia pesa tanto, ma cercherò di lavorare duro e guarderò avanti per andare sempre più forte. Era un piccolo sogno nel cassetto, da quando ero bambino, arrivare a questi livelli: ora sono il primo europeo, incredibile, no? Da piccolo guardavo Luca Dotto e Filippo Magnini. Fra gli stranieri mi ha impressionato un anno fa l’americano Dressel». Ma non avrà mai i muscoli del 7 volte campione del mondo, perché Miressi è tutto altezza e leggerezza in acqua. Un oro costruito a casa, tra gli amici del club CN Torino, stando vicino alla sua Giorgia, con la quale andra in vacanza in Sardegna, con i genitori Elio (ex giocatore di baseball, idraulico) e Piera Panico (ex azzurra del softball) che non ha voluto seguire nello sport visto che ai diamanti preferisce il rettangolo di una vasca. Questa medaglia è anche per mamma e papà, che sono rigorosi al punto giusto, per i compagni che
non tradirebbe mai e per quel paziente del coach che studia la velocità su Youtube, ascolta tutti e poi decide come far andare sempre più veloce l’allievo scoperto quasi per caso sette anni fa: «La prima volta che lo vidi, pensai: "Magari vincerà i 200 dorso!"». Satta e Miressi in quanto a tranquillità e discrezione si somigliano: «Siamo sereni, lavoriamo bene - fa il tecnico -. Un suo pregio? La capacità di gestire la gara, la freddezza: gli ho detto "prova a vincere, cerca di essere agonisticamente cattivo". Un difetto? La costanza: il fatto che sia fisicamente così grande, fa sì che l’allenamento sia difficile. Se costante lui può crescere. Ma mi tengo la calma, perché solo così ha fatto la gara giusta. L’ha sempre avuta: nei momenti più difficili riesce a ragionare su ciò che fa. In gara non pensa, è un istintivo rispetto ad altri, che si fanno prendere dalla tensione. Non ha nuotato la gara perfetta, ma se penso che fosse
●Nella domenica dei 5 podi azzurri brilla Alessandro che prepara le gare su Youtube e in futuro si vede poliziotto. «Ho così tanta adrenalina che potrei fare subito un 800»
la prima volta in una finale individuale, in una manifestazione in vasca lunga a questo livello, l’oro vale doppio». Più che ai 200 guarderà ai 50 per perfezionare la prima vasca: ma anche sul ritorno sotto i 25” il sodalizio calmo ha lavorato tanto. E lui, il gigante, come si vede in futuro, anche oltre il nuoto? «Cosa mi piace oltre il nuoto? Sono un poliziotto, quando smetterò penso di restarci, vorrei fare l’addestratore di tiro. Le armi mi affascinano. Sono andato a fare il corso, a sparare con la pistola o il mitra».
INCUBI Cosa sogna, di notte? «Ogni tanto sogno di perdere, che gli altri sono partiti e io che parto dopo. Sogni del cavolo, che mi succedono due mesi prima delle gare». Arrivati agli Europei, in questo realissimo caso, Miressi può solo trascinare la staffetta veloce all’argento in 46”99 e trionfare nei 100 sl con il sesto tempo mondiale dell’anno. E il gigante sbancò.