Dovi è super Gran Ducati che doppietta
La polemica di Valentino «Io in forma, la Yamaha no»
Due ore dopo i pugni di Andrea Dovizioso levati al cielo, l’invasione di pista di papà Antonio e la fidanzata Alessandra, i complimenti degli ingegneri Honda, lo spumante spruzzato addosso a tifosi e meccanici come se il podio fosse quello di Montecarlo invece che quel minuscolo palco da festa campestre anni ’60, all’interno del box Ducati va in scena la riunione tecnica più assurda che ci si potrebbe immaginare: mentre dalla cassa collegata allo smartphone di Jorge Lorenzo esce una musica assordante e tutti, meccanici, ingegneri, tifosi, ballano e brindano, ebbri di gioia e non solo, nel suo angolo del garage Andrea è attorniato dal d.t. Gigi Dall’Igna, il vice Riccardo Savin, Alberto Giribuola, suo ingegnere di pista, il coordinatore Fabiano Sterlacchini, i tecnici di Michelin e Ohlins, per il consueto briefing post gara. Cosa effettivamente il gruppo p ossa capir e, considerato il frastuono,
1 0 ● I successi ottenuti sinora in MotoGP da Andrea Dovizioso: il primo con la Honda lo ottenne nel 2009 al GP di Gran Bretagna con la Honda
non è dato sapere, ma la situazione fotografa perfettamente il personaggio Dovizioso: un ragazzo animato da una passione fortissima, travolgente, con così tanta voglia di essere il numero uno da non dimenticarselo neppure nel momento in cui ci sarebbe solo da festeggiare.
100° GP E sì che Andrea di festeggiare ne avrebbe tutte le ragioni, dopo una vittoria tanto bella quanto complicata e intensa (il podio è racchiuso in 3 decimi!), per lui come per la Ducati, alla seconda doppietta dell’anno dopo il Mugello. È anche il quarto trionfo rosso in stagione, il doppio rispetto a un anno fa di questi tempi, nel giorno del 100° GP da ducatista di Andrea: «E quindi era il risultato giusto da fare», certifica il forlivese, ora in doppia cifra quanto a vittorie in MotoGP. «Dieci? Solo? Sono poche». Grandissima rossa e altrettanto grande DesmoDovi, che torna al successo dopo il Qatar, pareggiando anche i conti in casa con Lorenzo — siamo 2-2 —, in una gara dove nella parte iniziale è contato non farsi prendere dalla frenesia, pena distruggere le gomme, per poi rispondere con i cazzotti ai cazzotti rifilati da quei due molossi di Lorenzo e Marc Marquez che provavano a infilarsi a ogni staccata. Un finale da palpitazioni, col serpentone della prima metà gara che un po’ alla volta si è sgranato, perdendo prima Danilo Petrucci, poi Valentino Rossi e infine Cal Crutchlow — con
Vale che all’ultima curva strappa all’inglese il 4° posto —, lasciando quei tre a suonarsele di santa ragione.
SCHIAFFI Eccezion fatta per 3 giri, dall’8° al 10°, nei quali Valentino ha accarezzato la fuga impossibile prima di arrendersi ai limiti Yamaha, Dovizioso non ha mai ceduto la testa, controllando il ritmo e replicando a ogni affondo dei due spagnoli che il prossimo anno comporranno il Dream Team Honda: «Avere dietro Jorge e Marc è brutta roba, ma io ho risposto alle loro entrate allo stesso modo, ho preso schiaffi e altrettanti ne ho dati», è la sintesi di Dovizioso. Che si era preparato all’ennesima ultima staccata con Marquez, ma non si è fatto sorprendere quando a -4 tornate al suo interno ha visto spuntare la sagoma della GP18 gemella di Jorge, che alla chicane conclusiva aveva provato a inventarsi un doppio sorpasso che, fosse riuscito, avrebbe vinto il premio di manovra più bella dell’anno. «Mi è forse mancato un giro, per difendermi da Marc ho perso terreno, ma per i progressi fatti nel weekend sono orgoglioso e contento — certifica Lorenzo —. Avevo una gran velocità e in frenata ero molto competitivo, ma perdendo in accelerazione dovevo prendere più rischi e passare Andrea nella chicane. Ma va bene così».
CONTROLLO Così come si accontenta Marquez, nonostante la festa rovinata per il 100° GP in classe regina: «Ho guidato bene, ma le Ducati sono forti in accelerazione e hanno una gran frenata. E non volevo fare cose pazze, Valentino era dietro e la priorità era guadagnare su di lui. Dovizioso è a 68 punti, sono sulla buona strada». Già, i punti lasciati per strada sono il vero rammarico che impediscono a Dovizioso di gustarsi davvero il giorno: «Tre zeri sono pesanti, erano podi sicuri e ora sarei in linea con Marc. Ma non ho smesso di crederci». Anche perché domenica si corre a Zeltweg, il salotto d’asfalto finora riserva privata di caccia Ducati. «È la pista migliore dove andare». Parola di Dovi.
LA SVOLTA Andrea ha interrotto il digiuno che durava dal Qatar, gara inaugurale della stagione
2-2
● Ieri a Brno, Dovizioso ha pareggiato il numero di successi di Lorenzo, che si era imposto al Mugello e a Montmelò. Andrea aveva vinto in Qatar