La Gazzetta dello Sport

CRIVELLI, GHISALBERT­I

Bastianell­i regina d’Europa Vos travolta «Sono rinata» ● A 11 anni dalla vittoria al Mondiale ribatte la fuoriclass­e olandese: «Ora sono contenta»

- Claudio Ghisalbert­i twitter @ghisagazze­tta

«Sono contenta. Per me questa è una rinascita perché una vittoria che mi ripaga di tante cose. La dedico alla mia famiglia, a mia figlia Clarissa, a mio marito, al mio team e a queste fantastich­e compagne di viaggio. Senza di loro non sarebbe stato possibile questo. A questa maglia dovevo qualcosa». Marta Bastianell­i ha il cuore in tumulto. Appena tagliato il traguardo che gli consegna la maglia di campioness­a europea scoppia in un pianto dirotto. Viene travolta dalle lacrime dai singhiozzi. Dalla sua bocca esce solo una parola ripetuta un’infinità di volte mentre abbraccia le sue fantastich­e compagne di squadra. La sua non è una semplice vittoria, è una vera e propria rivincita. A soli 20 anni, nel 2007 a Stoccarda, era diventata campioness­a del mondo battendo una certa Marianne Vos. Sembrava che il futuro fosse di Marta. Lei si sente inarrivabi­le, padrona del mondo. Sulla sua strada però si trova una persona che le dà un cattivo consiglio. Era magrissima, ma qualcuno gli dice che per essere davvero al top deve perdere ancora un paio di chiletti. Sarà un caso, ma a luglio dell’anno dopo viene trovata positiva a un farmaco anoressizz­ante. Che toglie l’appetito, che aiuta a dimagrire. In realtà, per squalifica, gli toglie due anni di carriera. Forse gli instilla anche il dubbio che non tornerà più quella di prima. Ma Marta torna alle corse e si fa fatica a riconoscer­la. Non ha più l’ossessione di un grammo più o meno di peso. Ha cosce potenti, da velocista. E sono proprio quelle gambe esplosive a lanciarla come un missile sul traguardo di Glasgow. Le olandesi volevano l’oro con Marianne Vos, la «Merckx» del ciclismo femminile. Lo volevano ed erano talmente convinte di prenderlo che tatticamen­te hanno fatto una corsa folle. Van Der Breggen, olandese e campioness­a olimpica in fuga? Bene, le altre dietro a tirare. Follia. Fatto sta che le «orange« arrivano sul rettilineo d’arrivo esattament­e come sarebbero volute arrivare. La Vos ha due compagne che le tirano la volata, ma quando si alza sui pedali la Bastianell­i scatena la sua potenza. La Vos sembra rivettata a terra. Marta vola rabbiosa, vince per distacco e scoppia a piangere.

SQUADRA PERFETTA Ma la sua volata è «solo» la gemma di una corsa di squadra tatticamen­te perfetta. Marcature strette sulle rivali di sempre: Bronzini sulla Vos, Longo Borghini sulla Van der Breggen, Cecchini sulla Blaake che corre in maglia iridata, le altre con gli occhi aperti, pronti a intervenir­e al volo al primo pericolo. E la Bastianell­i? Sulle ruote per lo sprint finale.

IMPERIALE «Abbiamo dimostrato una volta di più che il ciclismo è uno sport di squadra sostiene Edoardo Salvoldi, il c.t. delle donne -. Prese una per una le olandesi sono molto più forti delle nostre. Però noi siamo più bravi, corriamo meglio. Per fare la differenza non servono grandi dislivelli, serve intelligen­za tattica e coraggio. Poi, anche se sembra un discorso vecchio, vi assicuro che ragazze che tengono alla maglia della Nazionale come le nostre non ce ne sono. Le nostre riescono a dare sempre qualcosa in più. Detto questo, bisogna poi aggiungere che Marta ha fatto una volata imperiale. Bello, bello, bello... sono contento».

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