André Silva, il gol non risolve il rebus
●Uomo vittoria col Barça, ma il futuro resta incerto. Gattuso: «Ciò che fa, lo fa bene». Kalinic verso l’Atletico
Un’esultanza senza gioia. Senza sorrisi e senza festeggiamenti, a parte quelli dei compagni che sono corsi tutti da lui. Eppure per André Silva c’erano tante buone ragioni per fare festa: un gol all’ultima azione della sfida, allo scadere dell’ultimo minuto di recupero, e al termine di una partita in cui il pallone è rimasto pochissimo fra i piedi rossoneri («un passo indietro a livello qualitativo rispetto alle gare precedenti», ha detto Gattuso). Diciamo che in questo contesto storico non sono molti i calciatori a poter raccontare di aver sconfitto il Barcellona grazie a un proprio gol. E pazienza se era un Barça imbottito di giovani: il tabellino resta, e a vederlo fa un effetto bellissimo.
OPZIONI Non sappiamo invece che cosa sia passato per la testa di Silva dopo aver visto entrare quel pallone. Occhi fissi nel v uoto, esp ressione immobile. Sfinimento? Impossibile: il portoghese era in campo soltanto da mezzora. Più facile magari che André si fosse reso conto che fino a quel momento la sua prestazione era stata pesantemente insufficiente: controlli sbagliati, spunti non riusciti e quel corricchiare per il campo in modo un po’ svagato che troppe volte abbiamo visto la scorsa stagione. Altra opzione: l’essere stato costretto a cedere la sua numero 9 a Re Gonzalo, ripiegando sulla 69. Non esattamente uno stimolo, è chiaro. Oppure, ultima ipotesi: André si rende perfettamente conto che il suo futuro è piuttosto nebuloso. Da quello che filtra, in attacco i primi nomi sul piede di partenza sono Bacca e Kalinic. Ma alla voce uscite c’è anche lui, seppure senza certezze assolute. La prima stagione in rossonero è stata ampiamente al di sotto delle attese, soprattutto in campionato, e l’ex d.s. Mirabelli ha sempre lasciato capire che in caso di cessione non ci sarebbero stati problemi: con i buoni uffici di Mendes non ci sarebbe stato il rischio di minusvalenze.
LAVORO In realtà il Milan si sta interrogando da un po’ su cosa convenga fare: tenerlo confidando nella crescita del secondo anno, o lasciarlo andare? Magari in prestito. Gattuso da una parte è conscio dei problemi di inserimento nel nostro calcio e dall’altra è intrigato dall’idea di farlo sbocciare (perché il suo talento non può essere messo in discussione). L’altro giorno, dopo la vittoria sul Barça, ne ha parlato così: «E’ un giocatore importante. L’anno scorso ha avuto grandissime difficoltà, ma è giovane e ha ampi margini di miglioramento. Non posso dire che deve lavorare perché lavora troppo, più di quello che deve. Trovare il gol con continuità può farlo migliorare, lo può sbloccare. È un calciatore molto interessante, quello che fa lo sa fare molto bene».
LUSSO Insomma, non certo parole di chiusura e quindi diventa molto interessante capire la piega che prenderanno gli ultimi dieci giorni di mercato. Anche perché nell’ambito del 43-3 restare con tre centravanti – Higuain, Cutrone e André – sarebbe indubbiamente un lusso. Nel frattempo il Milan prova a trovare la quadra con il Villarreal per il riscatto di Bacca – la distanza è ancora considerevole – e probabilmente sta per salutare Kalinic: il croato sarebbe vicino al trasferimento all’Atletico Madrid (la proposta è un prestito con diritto di riscatto), club che lo sta cercando da tempo.