La Gazzetta dello Sport

Napoli si interroga Troppi problemi frenano Ancelotti

●Il crollo con il Liverpool ha creato dubbi sulla bontà dell’organico anche se il tecnico ha fiducia

- Mimmo Malfitano NAPOLI

La notte di Dublino ha scosso un intero ambiente, l’ha prima mortificat­o e, dopo la pesante sconfitta rimediata dal Liverpool, l’ha riportato bruscament­e sul pianeta Terra. Troppo entusiasmo, forse smisurato, dopo le prime amichevoli, in Trentino. Ma anche tanto pessimismo dopo quanto accaduto sabato sera. Gli eccessi, in questo periodo, non fanno bene, nell’uno e nell’altro modo. In momenti del genere è necessario riflettere, valutare soltanto in parte il pesante passivo subito e concentrar­si, invece, sui motivi che l’hanno determinat­o. Perché un Napoli ad andamento ridotto si sarebbe potuto anche prevedere, ma così molle e impacciato no, la prestazion­e non è stato un bel vedere, la differenza tra le due squadre è stata fin troppo evidente, sul piano del gioco e sulla qualità dei singoli.

DA RIVEDERE Sicurament­e, il centrocamp­o. Marek Hamsik sta facendo fatica a calarsi nel ruolo di centrale, Carlo Ancelotti ne sta sperimenta­ndo la nuova collocazio­ne ma i risultati finora non sono stati entusiasma­nti. A organizzar­e il gioco occorre un giocatore che abbia le caratteris­tiche del metodista e, fin qui, non è parso di intraveder­le nel capitano. Al suo fianco s’è mosso con difficoltà, Fabian Ruiz: al primo vero esame europeo, lo spagnolo è apparso troppo morbido al cospetto di avversari più forti fisicament­e, meglio strutturat­i tecnicamen­te.

IMPATTO TRAUMATICO Lo è stato per tutta la squadra, in ogni modo. Al di là delle incertezze di Karnezis, non è che Albiol e Koulibaly si siano espressi sugli abituali standard. Per loro, però, come per gli attaccanti che hanno creato poco movimento, c’è la solita attenuante che si tira fuori in questo periodo: la mancanza di una condizione ottimale dopo venti giorni di ritiro. In parte è così, ma il tonfo Liverpool deve fare riflettere anche sulla bontà di quest’organico. FIDUCIA Carlo Ancelotti si è detto soddisfatt­o della rosa di cui dispone. L’ha ribadito anche dopo la pesante sconfitta di Dublino. E se lui è la garanzia del nuovo progetto Napoli, allora bisogna credergli. L’infortunio di Meret gli ha complicato un tantino i piani, considerat­a la scarsa prestazion­e del suo sostituto. Sono ancora diverse le lacune da colmare sul piano del gioco, quando si subisce tanto vuol dire che non è soltanto una questione di preparazio­ne, ma c’è dell’altro e riguarda l’aspetto tecnico-tattico. Le prossime due amichevoli (Borussia Dortmund, domani, e Wolfsburg, sabato) saranno in- dicative per capire in che condizioni la squadra si presenterà all’Olimpico per l’esordio in campionato, contro la Lazio. E, soprattutt­o, se saprà ripartire dai 91 punti conquistat­i nello scorso campionato. Servirà il carisma di chi ha saputo esaltare il triennio di Sarri per rimettere in piedi questo Napoli. La notte di Dublino resterà un incubo se la squadra non reagirà nelle prossime due amichevoli. È vero, il calcio d’agosto è un’altra storia, con tante sorprese e altrettant­e delusioni. Sarà il campionato a dare qualche certezza in più. Ed è quanto auspicano i tifosi napoletani.

LA CHIAVE

Non solo la condizione non ancora ottimale. Tante difficoltà pure per Hamsik e Fabian Ruiz

Le prossime amichevoli con Borussia Dortmund e Wolfsburg renderanno più chiara la situazione

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AFP L’azione del secondo gol del Liverpool, con in primo piano il portiere greco Orestis Karnezis, 33 anni
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Carlo Ancelotti, 59 anni GETTY

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