Per il regista Samassekou il vice N’Zonzi
●Monchi bloccato dalle cessioni Perotti, Gonalons e Jesus fermi Il difensore: «Resto? Decide il d.s.»
C’AFP è un mercato in entrata e uno in uscita, come sempre. Con la differenza, però, che ora quello in entrata della Roma è un po’ fermo a causa di quello in uscita. Fermo anch’esso. E il nodo è qui, con la Roma che sta cercando di piazzare Juan Jesus, Gonalons e uno tra Perotti ed El Shaarawy (più il primo) ma senza grandi risultati. Massara è tornato alla base anche per questo. Solo che Jesus vuole restare («Se rimango? Non lo so, va chiesto a Monchi», ha detto ieri il brasiliano a fine allenamento), idem Perotti, che ha una buona offerta dalla Spagna (si parla di Villarreal e Valencia) ma che in terra iberica non vuole tornare. E poi c’è Gonalons, che la Roma spera di sistemare in Inghilterra. Tre giocatori che in tutto guadagnano circa 7,5 milioni di euro netti, che al lordo vorrebbe dire un risparmio di circa 13,5 milioni.
IL CENTROCAMPISTA Detto del ritorno nell’orbita giallorossa di Pasquale Sensibile (uomo di Sabatini, con Monchi lavorerà nel settore scouting) e di un Kovacic offerto dalla Spagna (ma non interessa), sul centrocampista centrale la scelta della Roma balla tra N’Zonzi e Diadie Samassekou, 22 anni, il maliano del Salisburgo che il d.s. della Roma ha messo nel mirino da un po’. Ha il contratto in scadenza nel 2019, costa tra i 12 e i 15 milioni di euro e non guadagna cifre iperboliche. Lui è l’alternativa a N’Zonzi, che resta comunque la prima scelta e per il quale bisognerà attendere il 9 agosto, il giorno della chiusura del mercato inglese. E, quindi, di una possibile offerta dell’Arsenal (anche se ieri Emery è stato abbastanza glaciale in merito).
IL TECNICO Ieri, intanto, ha parlato anche Di Francesco: «Il maggior rammarico della scorsa stagione è la semifinale d’andata con il Liverpool. Una partita motivazionale, dove io non ho gestito bene certe situazioni. Ora dobbiamo creare l’empatia e l’alchimia, voglio massimo impegno e serietà. Il futuro? Non credo alla gente che bacia la maglia, ma la maglia che si indossa va amata. Poi oggi sono alla Roma e spero di restarci il più a lungo possibile. Ma senza ipocrisie, siamo professionisti».