La Gazzetta dello Sport

La prima festa firmata Diggia «Sono testone Non mollo mai»

- Giovanni Zamagni BRNO

Mugello 2017: secondo a 0”037 da Migno. Aragon 2017: secondo a 0”043 da Mir. Le Mans 2018: taglia per primo il traguardo, festeggia fino al parco chiuso, dove scopre di essere solo 4O per una penalizzaz­ione. Mugello 2018: 3O a 0”043 da Martin. Sachsenrin­g 2018: cade a 12 giri dal termine, mentre lotta per la vittoria col compagno . Il successo sembrava stregato, questa volta non gli è sfuggito: niente e nessuno ha fermato Fabio Di Giannanton­io, nettamente il più forte in pista, il più lucido, il più bravo ad attaccare nel momento giusto.

SUPREMAZIA Come gli è capitato tante volte da quando è nel Mondiale, era il più veloce, ma a differenza del solito è riuscito a concretizz­are una supremazia che gli permette di pensare anche al titolo: Marco Bezzecchi, ieri sesto e un po’ in difficoltà, è a soli 17 punti, mentre Jorge Martin - assente dopo essersi fratturato il radio sinistro: è già stato operato a Barcellona con l’inseriment­o di una placca, tenterà un rientro difficilis­simo in Austria – è a 14, con Aron Canet a 21 lunghezze ed Enea Bastianini a 56. «Mi sono detto: o festeggio con lo champagne da primo, o vado a terra» spiega la sua tattica, questa volta vincente. In una gara con il solito gruppone di piloti a superarsi quasi a ogni curva, Di Giannanton­io ha mostrato freddezza e bravura, rintuzzand­o nell’ultimo giro l’assalto disperato di Canet. «La differenza l’ha fatta la voglia di vincere: lavoro duro per questo da tre anni. Non mi basta fare bene, io voglio primeggiar­e: qui ci ho creduto di più degli altri e ce l’ho fatta».

TUTTO APERTO

Nel finale, Di Giannanton­io ha trovato sulla sua strada due piloti con diversa determinaz­ione:

Canet voleva dimostrare che, fuori Martin, è lui il più forte; Jakub Kornfeil, sognava di conquistar­e in casa il primo successo iridato, dopo aver ottenuto sabato la prima pole della carriera. Ma non è bastato contro la volontà di Di Giannatoni­o. «Sono un testone, non mi arrendo mai: sono di “coccio”, come si dice a Roma, finché non ottengo quello che voglio non mollo. A casa abbiamo fatto certe litigate… Ma è proprio alla mia famiglia che dedico questo successo: loro, se è possibile, sono sempre stati ancora più convinti di me, soprattutt­o quando ero bambino e per me le minimoto erano solo un gioco. E grazie anche a Gresini: insieme abbiamo fatto un percorso incredibil­e» commenta felice.

FUTURO Nel 2019 Di Giannanton­io vorrebbe correre in Moto2 («mi sento pronto»), ma prima c’è da pensare a un campionato che si può vincere. Martin è il più veloce, ma anche in Austria, sempre ammesso che correrà, non sarà al 100%, e Fabio, così come Bezzecchi e Bastianini, deve provare a sfruttare l’opportunit­à. A Brno, Diggia l’ha fatto al meglio, non c’è invece riuscito Bezzecchi, tradito da un po’ di pressione, oltre che da una moto meno competitiv­a. «Nel 2017 lottavo per entrare nei 15, adesso per il titolo: è normale che fossi un po’ nervoso» ammette Marco, mentre Bastianini, quarto al traguardo, paga una partenza al rallentato­re (era 16° fino alla fine del primo giro). Tutti e tre hanno vinto almeno un GP: sanno come si fa a battere Martin.

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LA CHIAVE

I GP corsi da Fabio Di Giannanton­io nella Moto3 per conquistar­e la sua prima vittoria

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EPA Fabio Di Giannanton­io, 19 anni, al primo trionfo

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