La Gazzetta dello Sport

Una poltrona per due Tra Dzeko e Schick la Roma sceglie i gol

●Stanotte i gialloross­i in campo contro il Real Madrid Tra i due centravant­i è ancora staffetta. Quando insieme?

- Andrea Pugliese ROMA

Finora il conto dice 5-2 per Schick. È un conto da prendere con le molle, è vero, nel senso che il calcio d’estate resta sempre tale. Ma è un conto che si riferisce anche a ciò che poi è la cosa più importante per un attaccante e cioè i gol. Dall’inizio della stagione, appunto, 5 per Patrik Schick (tripletta al Latina e sigilli con Avellino e Tottenham) e due per Edin Dzeko (entrambi al Latina, nella prima uscita stagionale). Con un’accortezza, che nelle quattro amichevoli precampion­ato disputate finora dalla Roma i due hanno giocato insieme appena la miseria di sei minuti, nella ripresa della vittoria per 4-2 con il Barcellona. Poi nient’altro. O uno o l’altro, dividendos­i affettuosa­mente il ruolo di punta centrale nel 43-3 di Eusebio Di Francesco. E l’impression­e è che si andrà avanti ancora così, a partire proprio dalla sfida di questa notte, quando alle 2 italiane i gialloross­i affrontera­nno il Real Madrid al Met Life, nel New Jersey, nell’ultima fatica della tournée americana prima di fare ritorno in Italia.

LE SOLUZIONI Dzeko o Schick, insomma, almeno per ora. Difficile allo stato attuale che i due possano giocare insieme, soprattutt­o dopo le volte che Di Francesco ci ha provato la scorsa stagione, quasi sempre con scarsi risultati. In quelle circostanz­e il tecnico dirottava Schick sull’out destro (proprio dove la Roma sta cercando un mancino da affiancare a Under), come esterno un po’ atipico, un po’ dentro il campo (per favorire le sovrapposi­zioni in fascia dell’esterno di difesa o della mezzala di riferiment­o), quasi una seconda punta. Ecco, per vederli giocare insieme ad oggi l’unica strada percorribi­le è quella di giocare con due punte vere: Dzeko e Schick, uno vicino all’altro. Il che vorrebbe però dire dover rinunciare agli esterni (Kluivert, Under, Perotti ed El Shaarawy) e passare forse alla difesa a tre (3-4-1-2 o 3-4-3). A meno che non si opti per quel 4-2-4 a cui Di Francesco nella scorsa stagione ha fatto spesso ricorso, ma sempre in situazioni di difficoltà. E, cioè, quando c’era da recuperare un risultato o da vincere a tutti i costi una partita.

L’ALTERNANZA Questa notte, con il Real, dovrebbe partire dal via ancora una volta Dzeko, per poi magari fare staffetta in corsa con il centravant­i ceco. È già successo contro Latina e Avellino (un tempo a testa), ma anche con il Tottenham, quando Schick ha giocato i primi 60 minuti e nell’ultima mezz’ora gli è subentrato il bosniaco. Beni preziosi, ma succedanei uno dell’altro. Con Schick che dopo l’ottimo lavoro di preparazio­ne svolto a Praga con Michal Bretenar (il preparator­e dell’hockey che gli ha fatto fare tutta una serie di lavori di prevenzion­e sulla respirazio­ne), vuole assolutame­nte mettersi alle spalle le delusioni della scorsa stagione e dimostrare che la Roma non ha poi sbagliato così tanto ad investire su di lui quei 42 milioni di euro. E Dzeko, invece, che al suo quarto anno a Roma vuole trovare il modo di convincere il club a puntare ancora a lungo su di lui e, magari, anche ad allungargl­i il contratto, considerat­o che la speranza sua e della famiglia e di passare ancora molti anni nella Capitale. Tra l’altro, Dzeko in questo momento è il decimo cannoniere di sempre della Roma con 73 reti (dietro a Giannini, 74), ma facendo mediamente bene può volare verso il podio. Per intenderci, Balbo quarto ha 87 gol, Montella terzo 100. E Dzeko quel podio lo vuole davvero.

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