La Gazzetta dello Sport

Pazzini, un gol che vale per riprenders­i Verona

●E’ tornato dalla Spagna, è ancora il capitano e ha subito segnato I dissapori col club sono alle spalle: va a Frosinone oppure rimane?

- Matteo Fontana VERONA

L’ultimo gol su azione in una partita ufficiale con il Verona lo segnò a Bari. Era il 22 aprile del 2017. Giampaolo Pazzini piazzò un balzo d’istinto per portare in vantaggio l’Hellas, che poi si impose per 2-0. Fu la sua ventitrees­ima rete in quel campionato di Serie B, poi la stagione scorsa in A ha fatto altre 4 reti, ma tutte su rigore, prima di andare in Spagna. Domenica con la Juve Stabia in Coppa Italia il Pazzo ha ricomincia­to a segnare.

GIAMPAOLO IL CALDO Troppo bello lo scavino di Liam Henderson per non tradurlo nella marcatura che ha dato all’Hellas il provvisori­o 3-1. Poi Pazzini (marcatura numero 34 col Verona) è uscito, sostituito da Samuel Di Carmine che, per non farsi mancare niente, ha subito timbrato. Sulla permanenza o meno del Pazzo si sono consumati i tasti: per adesso il capitano c’è. Giampaolo il caldo, dunque, e non soltanto per l’afa che martella Verona e il resto d’Italia. L’Hellas è parso un’orchestra ben affiatata, con molti piedi colti e altrettant­i palloni scodellati in mezzo all’area. Una manna per Pazzini. E, intanto, è stata messa una pietra sopra agli equivoci che nella scorsa stagione hanno spezzato i rapporti tra l’attaccante e il Verona.

IL PASSATO Ci sarebbe materiale per riempire mezza encicloped­ia, per ricordare quanto è avvenuto da agosto in poi, un anno fa. Le incomprens­ioni con Fabio Pecchia, gli attriti con il d.s. Filippo Fusco, tutto o quasi scaturito dall’esclusione al debutto in campionato con il Napoli. Al successivo ingresso in campo, a partita ormai in frigo, con l’Hellas sotto per 3-0, il patatrac. Rigore per il Verona, Pazzini realizza e rivolge un gesto rabbioso verso la panchina. Di lì in poi nulla è stato più come prima. Il Pazzo divenne il punto di conflitto tra la piazza, Pecchia e Fusco. A gennaio la frattura fu definitiva. Un amore finito, con il trasferime­nto in prestito al Levante. In Spagna, appena arrivato, il centravant­i fu un bagliore: sua la sigla finale sul 2-2 con il Real Madrid. Nella Liga, tuttavia, quello rimase il suo unico gol. Ma questo è già il passato.

IL FUTURO Da capire è quel che accadrà. Il futuro. Un gol in Coppa Italia non cambia il panorama, sebbene faccia buon sangue. Quanto per il Pazzo e il Verona valeva fino a domenica sera è invariato. Il club, nel 2015, ha concluso con Pazzini un accordo fino al 2020. L’ingaggio, pari a 1,3 milioni di euro netti a stagione, è fuori budget per i canoni dell’Hellas. Per questo, ove arrivasse un’offerta convincent­e sia per il giocatore che per la società, la cessione si farebbe probabile. Il Frosinone è un’idea. Per adesso il Pazzo è al Verona. Se nel 2016-17 Pecchia disegnò un Hellas su misura per lui, Fabio Grosso ha un ventaglio più dilatato di soluzioni. La flessibili­tà dei moduli dimostrata nelle prime uscite estive è un argomento in più per comprender­e come Pazzini, in questo Verona, sia una delle parti del mosaico, ma non l’unica. Che rimanga tale anche dopo la fine del mercato è una scoperta che si farà solo vivendo, per parafrasar­e il grande Lucio Battisti e l’immaginifi­co paroliere Mogol. Per restare in tema, vada come vada, tra l’Hellas e il Pazzo non è stata, non è, né sarà, un’avventura, bensì una storia vera.

 ?? LAPRESSE ?? Giampaolo Pazzini, 34 anni, è tornato al Verona dopo i sei mesi in prestito al Levante in Spagna
LAPRESSE Giampaolo Pazzini, 34 anni, è tornato al Verona dopo i sei mesi in prestito al Levante in Spagna

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