La Gazzetta dello Sport

«Due Ducati davanti a Marquez Più di così...»

●Dall’Igna dopo la doppietta di Brno «Marc voleva vincere ma lo abbiamo battuto. I punti persi? Penso al futuro»

- Paolo Ianieri INVIATO BRNO (REPUBBLICA CECA)

Un giro in camper con la famiglia al Wolfgangse­e e tra i boschi che circondano il lago non lontano da Salisburgo, trascorren­do il tempo tra camminate e pagaiate silenziose in canoa. Inizia così l’avviciname­nto di Gigi Dall’Igna, fervente camperista e nomade mancato, al GP d’Austria. Una mini vacanza per il Direttore Generale di Ducati Corse dopo la grande abbuffata di domenica a Brno, con la splendida doppietta Andrea Dovizioso-Jorge Lorenzo su una pista dove la Ducati aveva vinto solo due volte, Loris Capirossi nel 2006, Casey Stoner l’anno dopo. Dall’inizio della stagione sono 4, su 10 gare, le vittorie della rossa, con Andrea e Jorge a dividersi salomonica­mente il bottino.

Ingegnere, riavvolgen­do il nastro a 12 mesi fa, a questo punto della stagione la Ducati aveva vinto «solo» due gare.

«Vuol dire che abbiamo migliorato. Anche perché, di queste quattro vittorie, due sono doppiette. Ma al di là di questo, siamo stati competitiv­i su ogni pista, lottando ovunque per il podio, tranne forse in Argentina». INGEGNERE Sopra: Gigi Dall’Igna, 52 anni, d.g, di Ducati Corse. Sotto: Dovizioso e Lorenzo in azione a Brno BARTOLETTI-GETTY

Nel 2017 per molti era la Ducati la moto migliore. Lo si può dire anche di quella attuale, consideran­do come ormai tutti i suoi piloti vanno forte?

«Non sono io a doverlo dire, però la classifica dice che davanti a noi c’è un altro costruttor­e, quindi dobbiamo lavorare per diventarlo».

Fare doppietta davanti alla Honda che qui aveva provato a inizio luglio aumenta l’importanza del risultato?

«Per me sì. Anche perché Marquez domenica ha provato in tutti i modi a vincere, lui è uno che non si accontenta mai».

Dovizioso ha vinto dimostrand­o un senso tattico glaciale.

«Andrea ha fatto qualcosa di più, ha anche conquistat­o la pole, e non è da lui».

Jorge invece ha fatto vedere di essere padrone della GP18.

«Giorgio ha corso una gara che non gli avevo mai visto fare in carriera. Ha ragionato, ha gestito, ha capito che stare tanti giri davanti serve a poco, se poi finisci le gomme. A volte puoi vincere di forza, ma altre puoi farlo gestendo. Domenica ha corso in maniera intelligen­te».

C’era chi diceva che Dovizioso fosse un po’ in crisi perché pativa le vittorie di Lorenzo.

«Non credo a queste cose. Dovi è pur sempre un uomo, ma non credo che reagisca negativame­nte a questi stimoli. Non lo ha fatto mai in passato e non vedo perché dovrebbe iniziare a farlo ora».

Siamo 2-2. Chi segnerà il terzo gol?

«Non lo so. Per ora c’è in vantaggio c’è Dovi perché ha più punti».

Lo scopriremo domenica a Zeltweg? In due edizioni su quella pista tutta accelerazi­one e frenate ha sempre vinto la Ducati.

«Non significa che siamo sicuri di rivincere. Per farlo bisognerà essere concentrat­i e fare le scelte giuste. Sarà gara tosta».

Intanto a Brno è come se fosse cominciato un campionato interno tra Dovizioso e Lorenzo.

«La concorrenz­a interna per me è sempre positiva, anche se va mantenuta entro dei limiti gestibili. Per questo non mi preoccupo: ho due piloti che sono sufficient­emente intelligen­ti per gestirla. Problemi ne possono poi sempre succedere, come per esempio nella carambola strana di Jerez».

I due però a volte non si risparmian­o battute.

«Va detto che la stampa ci mette un bel carico. Non posso dire che i due siano amici, non lo sono mai stati ed è difficile trovarne tra compagni di squadra. Ma c’è grande rispetto. E non si punzecchia­no apposta. Poi, se uno dice qualcosa è chiaro che l’altro reagisce. È qualcosa di umano, si chiama orgoglio».

Vista questa Ducati, i punti persi fanno male?

«Sì, ma non ci penso più. Preferisco pensare al domani che non a ieri. Lavoriamo per dare a Dovi e Lorenzo, ma anche a Petrucci, la moto migliore».

I 68 punti da recuperare sono un Everest contro Marquez?

«Marquez è uno difficile da battere già a parità di punti, con un vantaggio di 68 solo lui può perdere il Mondiale. Noi pensiamo a gara dopo gara».

Vi servirebbe un aiuto della Yamaha?

«Sì, ma io mi concentro su quello che succede a casa mia».

Dal Mugello stiamo vedendo il Dream Team rosso che tutti aspettavam­o: si sveglia mai di notte con l’incubo di Lorenzo che va via?

«Non serve pensare a quello che è ormai stato deciso. Ci fossero state tutte le condizioni per restare, so che Jorge sarebbe stato contento di restare».

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