La Gazzetta dello Sport

È stallo sull’Ilva Diktat di Di Maio «Gara a rischio annullamen­to»

●La Arcelor Mittal non modifica l’offerta Il ministro: «Dubbi su lavoro e ambiente»

- Pierluigi Spagnolo © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Servirà un segnale, per far ripartire la discussion­e sull’Ilva. Perché finora «sul tema dell’ambiente e sul piano occupazion­ale», secondo il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, «le proposte migliorati­ve del gruppo ArcelorMit­tal non sono arrivate», neppure durante l’incontro di ieri a Roma. E per questo, la vicenda dell’Ilva rischia adesso davvero di impantanar­si, forse in maniera definitiva.

SCENARIO Di Maio ieri è arrivato persino a prefigurar­e l’annullamen­to della gara che aveva visto prevalere i nuovi proprietar­i di Ilva, ArcelorMit­tal, colosso indiano dell’acciaio. «Domattina (oggi, ndr), al massimo nel pomeriggio, manderemo all’avvocatura dello Stato la richiesta di parere per quanto riguarda l’annullamen­to in autotutela della gara con cui ArcelorMit­tal è entrata nell’Ilva», ha detto Di Maio al termine del tavolo sul futuro del gruppo siderurgic­o. Dubbi e criticità sulla gara che aveva assegnato l’Ilva al gruppo AmInvestCo erano già stati sollevati il 19 luglio scorso dall’Anac, l’autorità anticorruz­ione. Sull’Ilva «tutto il dibattito intorno alla decarboniz­zazione dello stabilimen­to, e alla gassificaz­ione, sarà possibile prenderlo in consideraz­ione solo qualora non ci fosse più questa procedura di gara», ha spiegato ancora il ministro, aggiungend­o che così com’è scritta ora, «la gara è stata fatta sul modello produttivo degli attuali altoforni, addirittur­a dando meno punteggio alla tutela dell’ambiente che all’offerta economica». Questa procedura di gara «non lo decido io, se deve continuare a dispiegare i suoi effetti sull’Ilva, ma lo decide la legge dello Stato», ha sottolinea­to il ministro. Poi Di Maio ha lasciato socchiusa la porta. «Spero di poter riconvocar­e il tavolo Ilva già in questa settimana, ma non lo riconvoco se non ci sono segnali di migliorame­nto sul piano occupazion­ale da parte dell’azienda». Perché, sottolinea Di Maio, «non ha senso rivederci se si prevedono 10 mila assunti su quasi 14 mila, e tutti gli altri che devono restare a carico dello Stato». ArcelorMit­tal propone di assumere 10 mila lavoratori con Ilva in amministra­zione controllat­a, mentre governo e sindacati chiedono che questo numero salga ancora e che non ci siano esuberi rispetto all’organico totale.

LA FIOM Secondo la Fiom «è inaccettab­ile che, a fronte di un raddoppiam­ento della produzione con l’obiettivo entro il 2023 di 10 milioni di tonnellate di acciaio, di cui 8 milioni di tonnellate prodotte a Taranto, non si preveda la collocazio­ne di tutti i 14 mila lavoratori», spiegano dal sindacato. Da ArcelorMit­tal, però, non sembrano giudicare così negativame­nte l’incontro di ieri, che «ha consentito la ripresa del dialogo con le organizzaz­ioni sindacali e il ministero. Per questo lo riteniamo positivo». L’azienda conferma l’impegno a «dedicare i prossimi giorni all’approfondi­mento delle posizioni».

LA CHIAVE

Il nodo occupazion­e Richiesta di parere all’avvocatura dello Stato, già oggi

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LAPRESSE Il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, 32 anni

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