Capolinea Avellino Corsa contro il tempo per la D
●Novara e Catania ripescati? L’ultima parola spetta al Coni Anche il Siena è in corsa, ma c’è ancora il ricorso dell’Entella
Ora che è venuta giù la montagna, portandosi dietro un fiume di rabbia e sconforto, per il calcio ad Avellino ce n’è subito un’altra da scalare, e i tempi dell’ascesa sono strettissimi. Maledetti tempi. In questa estate pazza e crudele, gli irpini si sono ritrovati a rincorrere gli eventi e agli appuntamenti col destino sono arrivati sempre in ritardo: un pizzico, ma fatale. Glielo ha ricordato anche la prima sezione ter del Tar del Lazio, ieri, nel respingere la richiesta di sospensione cautelare con cui speravano di rientrare dalla finestra nel prossimo campionato di B: «L’eventuale tardività della comunicazione dell’esito dell’istruttoria – ha scritto nel decreto monocratico il presidente Giampiero Lo Presti, che ha fissato la discussione nel merito al 13 settembre – in nessun modo avrebbe potuto determinare una diversa scadenza del termine perentorio finale per la presentazione dei ricorsi e della documentazione integrativa». Tradotto, in poche parole e sintetizzando la recente storia triste dell’Avellino: la prima fideiussione, presentata nei termini, non aveva tutti i requisiti; la seconda e la terza, che avevano i requisiti, sono state presentante fuori tempo massimo. Dunque, il club di Taccone – pur finanziariamente più solido di tante altre realtà regolarmente iscritte in B e in C, come ha confermato il Collegio di Garanzia del Coni – non ha rispettato le regole e si ritrova fuori dal calcio professionistico.
TUTTO DA FARE Fa male, ma è così. E il guaio ora è che se si vuole evitare di ripartire dai bassifondi del calcio, bisogna agire in fretta e con lucidità. In pochi, pochissimi giorni andrebbe costituita una nuova società, ottenere l’affiliazione alla Figc e presentarsi nel centro di Roma, a piazzale Flaminio, sede della Lega Nazionale Dilettanti dell’irpino Sibilia, con tutte la carte in regola per chiede- re l’iscrizione (in sovrannumero) al campionato di Serie D. Servono 150mila euro, ma prima ancora servono soggetti seri e un progetto credibile. Il sindaco Vincenzo Ciampi garantisce l’impegno, ma ammette che si riparte da zero. «Ci stiamo attivando per il futuro del club – dice – avvieremo contatti con persone interessate a rilevare la società. Il mio unico intento è garantire alla città una squadra che si possa iscrivere almeno alla Serie D e che abbia alle spalle una società lungimirante. Ancora non abbiamo ricevuto nessun tipo di contatto, io neanche mi ero attivato perché ero speranzoso nel Tar, ma ora bisogna guardare avanti».
IL SIENA C’È Nella giungla di ripescaggi e ricorsi in cui si è perso il calcio italiano, la sentenza del Tar almeno fissa a tre il numero dei posti liberi in B. Ma dobbiamo ancora parlare di ripescabili. In questo senso domani chiariremo un altro punto: se la Corte d’appello federale non accoglierà il ricorso dell’Entella che chiede di sanzionare le plusvalenze del Cesena con la stessa penalizzazione inflitta dal Tfn (-15), ma nello scorso campionato anziché nel prossimo (che i romagnoli non disputeranno perché spariti), le tre caselle mancanti saranno occupate da tre ripescate. Che dovrebbero essere Catania, Novara e Siena, con la Ternana prima delle escluse, sempre che il Collegio di Garanzia non ribalti le sentenze di 1° e 2° grado in virtù delle quali piemontesi e siciliani sono stati riammessi in griglia. La Corte d’appello ha inviato le 12 pagine di motivazioni – che peraltro lascerebbero pochi margini di manovra – solo lunedì sera e i ricorsi vanno ancora fissati, compatibilmente con il calendario di agosto. Una strada, dunque, che si è fatta molto impervia. Ecco perché già alla fine di questa settimana, alla luce della sentenza Cesena, la Lega B potrebbe riconvocare la presentazione dei calendari. Da Siena, ieri, hanno alzato la voce. «Vogliamo certezze – ha detto la presidente Anna Durio – chiediamo che ufficializzino in tempi brevi la nostra partecipazione alla Serie B».