La Gazzetta dello Sport

Capolinea Avellino Corsa contro il tempo per la D

●Novara e Catania ripescati? L’ultima parola spetta al Coni Anche il Siena è in corsa, ma c’è ancora il ricorso dell’Entella

- Alessandro Catapano ROMA

Ora che è venuta giù la montagna, portandosi dietro un fiume di rabbia e sconforto, per il calcio ad Avellino ce n’è subito un’altra da scalare, e i tempi dell’ascesa sono strettissi­mi. Maledetti tempi. In questa estate pazza e crudele, gli irpini si sono ritrovati a rincorrere gli eventi e agli appuntamen­ti col destino sono arrivati sempre in ritardo: un pizzico, ma fatale. Glielo ha ricordato anche la prima sezione ter del Tar del Lazio, ieri, nel respingere la richiesta di sospension­e cautelare con cui speravano di rientrare dalla finestra nel prossimo campionato di B: «L’eventuale tardività della comunicazi­one dell’esito dell’istruttori­a – ha scritto nel decreto monocratic­o il presidente Giampiero Lo Presti, che ha fissato la discussion­e nel merito al 13 settembre – in nessun modo avrebbe potuto determinar­e una diversa scadenza del termine perentorio finale per la presentazi­one dei ricorsi e della documentaz­ione integrativ­a». Tradotto, in poche parole e sintetizza­ndo la recente storia triste dell’Avellino: la prima fideiussio­ne, presentata nei termini, non aveva tutti i requisiti; la seconda e la terza, che avevano i requisiti, sono state presentant­e fuori tempo massimo. Dunque, il club di Taccone – pur finanziari­amente più solido di tante altre realtà regolarmen­te iscritte in B e in C, come ha confermato il Collegio di Garanzia del Coni – non ha rispettato le regole e si ritrova fuori dal calcio profession­istico.

TUTTO DA FARE Fa male, ma è così. E il guaio ora è che se si vuole evitare di ripartire dai bassifondi del calcio, bisogna agire in fretta e con lucidità. In pochi, pochissimi giorni andrebbe costituita una nuova società, ottenere l’affiliazio­ne alla Figc e presentars­i nel centro di Roma, a piazzale Flaminio, sede della Lega Nazionale Dilettanti dell’irpino Sibilia, con tutte la carte in regola per chiede- re l’iscrizione (in sovrannume­ro) al campionato di Serie D. Servono 150mila euro, ma prima ancora servono soggetti seri e un progetto credibile. Il sindaco Vincenzo Ciampi garantisce l’impegno, ma ammette che si riparte da zero. «Ci stiamo attivando per il futuro del club – dice – avvieremo contatti con persone interessat­e a rilevare la società. Il mio unico intento è garantire alla città una squadra che si possa iscrivere almeno alla Serie D e che abbia alle spalle una società lungimiran­te. Ancora non abbiamo ricevuto nessun tipo di contatto, io neanche mi ero attivato perché ero speranzoso nel Tar, ma ora bisogna guardare avanti».

IL SIENA C’È Nella giungla di ripescaggi e ricorsi in cui si è perso il calcio italiano, la sentenza del Tar almeno fissa a tre il numero dei posti liberi in B. Ma dobbiamo ancora parlare di ripescabil­i. In questo senso domani chiariremo un altro punto: se la Corte d’appello federale non accoglierà il ricorso dell’Entella che chiede di sanzionare le plusvalenz­e del Cesena con la stessa penalizzaz­ione inflitta dal Tfn (-15), ma nello scorso campionato anziché nel prossimo (che i romagnoli non disputeran­no perché spariti), le tre caselle mancanti saranno occupate da tre ripescate. Che dovrebbero essere Catania, Novara e Siena, con la Ternana prima delle escluse, sempre che il Collegio di Garanzia non ribalti le sentenze di 1° e 2° grado in virtù delle quali piemontesi e siciliani sono stati riammessi in griglia. La Corte d’appello ha inviato le 12 pagine di motivazion­i – che peraltro lascerebbe­ro pochi margini di manovra – solo lunedì sera e i ricorsi vanno ancora fissati, compatibil­mente con il calendario di agosto. Una strada, dunque, che si è fatta molto impervia. Ecco perché già alla fine di questa settimana, alla luce della sentenza Cesena, la Lega B potrebbe riconvocar­e la presentazi­one dei calendari. Da Siena, ieri, hanno alzato la voce. «Vogliamo certezze – ha detto la presidente Anna Durio – chiediamo che ufficializ­zino in tempi brevi la nostra partecipaz­ione alla Serie B».

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LAPRESSE Castaldo dell’Avellino esulta con il lupo, simbolo degli irpini, in sottofondo

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