La Gazzetta dello Sport

Paolo & Rino, la storia DUE AMICI UNA FEDE UNICA SI’, ORA IL MILAN PUO’ RIALZARSI

- IL RACCONTO di ANDREA SCHIANCHI

Le parole del presente, gli episodi del passato, il futuro da costruire tra mille speranze e altrettant­e inevitabil­i perplessit­à. Li guardi in faccia, Rino Gattuso e Paolo Maldini, e torni indietro di quindici anni, se non fosse per quel bianco che spolvera di saggezza le loro capigliatu­re. Li ricordi, in quella primavera del 2003, quando insieme compirono la meraviglio­sa cavalcata e conquistar­ono la Champions League battendo in una finale tutta italiana la Juve di Lippi, di Moggi e di Giraudo. E lo vedi ancora, Paolo, mentre solleva il trofeo nel cielo di Manchester: in quel gesto c’è un senso di liberazion­e, un’infinita allegria, il desiderio di gridare al mondo intero la propria forza. Attorno a lui, con la coppa che ondeggia pericolosa­mente sopra le teste dei giocatori, c’è uno che sembra impazzito: è Rino, che prende la faccia di Carletto Ancelotti e la scuote come se dovesse fargli uno shampoo, e poi lo abbraccia, anzi lo stritola, stretto stretto, neanche a sua moglie Monica deve aver regalato una simile tenerezza. Paolo, che nel frattempo ha appoggiato il trofeo a terra, osserva la scena e, vedendo che Carletto è in balìa delle mani di Gattuso, corre in soccorso e lo libera. E in questi pochi attimi, rivissuti a distanza di tempo, c’è la storia di questi due personaggi, Ringhio e Maldini, che adesso si ritrovano e, l’uno di fianco all’altro, da amici sinceri, vanno insieme verso la gloria.

DOPPIA PARTITA

Quando Paolo ha compiuto cinquant’anni, il 26 giugno scorso, Gattuso ha dichiarato: «È stato il mio capitano, e lo sarà sempre. Giocatore unico, simbolo autentico, esempio da seguire». Qualche mese prima, il 9 gennaio, era stato Paolo a fargli gli auguri per i quarant’anni e poi, verso la fine del campionato, gli ave- va spedito un messaggio che valeva quanto un’incoronazi­one: «Rino mi ha sorpreso. È stato bravissimo. Tutti pensavano che, come allenatore, fosse soltanto grinta, corsa e volontà, invece ha stupito tutti anche per le capacità tattiche e per l’abilità nella comunicazi­one». Le parole raccontano una stima che non nasce soltanto dall’amicizia, sarebbe troppo semplice, ma dalla percezione delle reali qualità. Gattuso, che adesso deve fare il capoclasse e organizzar­e le lezioni, è stato un tormento per il Paolo capitano. Un aneddoto: la notte, subito dopo aver conquistat­o la coppa a Manchester, non c’era verso di farlo star fermo, Ringhio aveva l’argento vivo addosso. Per farlo star buono c’era un solo metodo: accontenta­rlo, altrimenti sai quanto durava la baldoria! Maldini accettò di organizzar­e una partitella sul campo dell’albergo che ospitava la squadra, lui da una parte e Gattuso dall’altra a darsi randellate per far svaporare l’adrenalina poche ore dopo aver conquistat­o il trofeo più bello. E Ancelotti, come un papà buono, a bordo campo, a seguire quei matti dei suoi ragazzi.

LACRIME E RISCOSSA Ci fu anche il momento del dolore a cementare il legame tra Paolo e Ringhio. La faccia di Maldini, nello spogliatoi­o di Istanbul, dopo aver perso la Champions League contro il Liverpool nel maggio del 2005, non la dimentica nessuno. Raccontare quegli attimi è impossibil­e, le parole non bastano. Una cosa, però, è certa: in quei minuti, lunghissim­i minuti, nacque la riscossa che si consumò due anni più tardi, ad Atene, quando sempre contro il Liverpool il Milan conquistò la coppa. Ringhio, quel dolore, se lo è tenuto dentro, come ha fatto Paolo. «Però quello stesso gruppo – disse Ringhio poco tempo fa – dimostrò di che pasta era fatto: battemmo gli inglesi, anche se loro nel 2007 erano più forti di noi, ma avevamo fame, tanta fame, e questo fu il nostro segreto». A proposito di fame: alla vigilia della semifinale contro il Manchester United, a San Siro, Ringhio era al solito agitatissi­mo. Vide una lumaca nel cortile di Milanello e fece una scommessa: «Se mi date 500 euro a testa io la mangio». Maldini mise mano al portafogli­o, e così fecero altri due compagni, Gattuso ingoiò la lumaca e la sera mandò al tappeto i Red Devils di Cristiano Ronaldo. Chi lo ferma uno così? Nemmeno un capitano come Maldini ci può riuscire.

SARÀ SEMPRE IL MIO CAPITANO GIOCATORE UNICO, UN VERO SIMBOLO

RINO GATTUSO SU PAOLO MALDINI

DAL TRIONFO DI MANCHESTER ALLA RIVINCITA DI ATENE E QUEL GIORNO CHE GATTUSO SCOMMISE CON MALDINI:

«SE MI DAI 500 EURO MANGIO UNA LUMACA». E LO FECE...

COME ALLENATORE HA STUPITO TUTTI PENSAVANO CHE FOSSE SOLO GRINTA

PAOLO MALDINI SU RINO GATTUSO

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 ??  ?? Tre immagini dei trionfi di Paolo Maldini e Rino Gattuso 1 La Supercoppa europea vinta a Montecarlo nel 2003 2 La Champions vinta nel 2007 ad Atene 3 La Coppa Italia conquistat­a nel 2003 AP-AFP-AP
Tre immagini dei trionfi di Paolo Maldini e Rino Gattuso 1 La Supercoppa europea vinta a Montecarlo nel 2003 2 La Champions vinta nel 2007 ad Atene 3 La Coppa Italia conquistat­a nel 2003 AP-AFP-AP
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