La Gazzetta dello Sport

Cristiano al decollo Ci mette la testa meglio della Juve

●Nelle ultime stagioni Ronaldo ha segnato con il gioco aereo più delle altre punte bianconere Così Allegri può sfruttare la sua elevazione davvero unica

- Filippo Conticello @filippocon­t

La Signora stia tranquilla, Cristiano ha la testa sulle spalle. Nessuno ha le sue capacità mentali, nessuno come lui sa spostare le montagne con il pensiero. Ma la testa di Ronaldo non serve solo per alzare i limiti e soffiare sul fuoco delle motivazion­i: la Signora sa di poterla usare in tanti modi, dai calci d’angolo ai cross laterali. In tempi recenti, ad esempio, la Juve non ha mai avuto un colpitore di testa simile anche perché non c’è stato niente di meglio in giro: il portoghese è il calciatore che dal 2009 ha segnato più volte così sul pianeta. Merito del killer istinct in area di rigore, ma soprattutt­o dell’elevazione prodigiosa: Cristiano si è massacrato di fatica per migliorarl­a, come in ogni aspetto del suo gioco. Se quando salta, arriva fino alle nuvole, c’è un motivo ed è proprio nella testa del portoghese.

LE CIFRE Da quando è tornata a dettare legge, anno di grazia 2012, la Signora l’ha inzuccata in rete 84 volte. Hanno contribuit­o in tanti alla causa: dai mille centravant­i passati a Torino all’eterno Chiellini che, a intervalli regolari, fa dei blitz chirurgici su calcio d’angolo. Nelle stesse ultime sette stagioni Cristiano Ronaldo ha segnato 62 volte di testa: meno di tutta la Juve, ma neanche di tanto. Anzi, ci sono state delle stagioni in cui il portoghese, da solo, si è arrampicat­o più in alto: nel lontano 2012-13 ne fece 9 contro i 6 totali dei bianconeri, ma il top risale al 2014-15, l’anno in cui Allegri arrivò fino alla finale di Champions a Berlino. In quella stagione Ronaldo ha toccato la vertigine di 17 colpi di testa vincenti, più del doppio della sua attuale squadra ferma a 8. Quell’anno una testata di Cristiano arrivò proprio nella semifinale di Champions, poi persa contro la Juve: un gol allo Stadium su assist di James e prima del controsorp­asso di Tevez.

LA GERARCHIA Quando Cristiano era in Reds, l’università inglese di Chichester aveva voglia di esperiment­i: effettuò alcuni test biomeccani­ci e scoprì che l’energia che sprigiona Ro- naldo nel momento di spinta sulle gambe lo lancia in orbita. C’è un momento, uno solo, in cui pare liberare una forza superiore a un ghepardo: raggiunger­ebbe fino a 44 centimetri da fermo e una media di 78 sfruttando l’uso delle braccia. Anni e anni di balzi sopra a volenteros­i difensori hanno certificat­o che Ronaldo, alto di suo un metro 86, si eleva con frequenza oltre i due metri e 44 centimetri. Tradotto, con la testa arriva oltre la traversa. Per conferma, chiedere ai gallesi: con lo stacco nella semifinale dell’Europeo di due anni fa, Cristiano sfidò le leggi di gravità. Alla fine, non c’è pietà nel confronto con gli altri centravant­i bianconeri. L’ultimo esempio nella scorsa stagione: CR7 ha esultato dopo sette zuccate, quante la somma di Higuain (2) e Mandzukic (5). Tra l’altro, il croato è un professore emerito della materia e ad aprile segnò di testa due volte nella stessa infausta partita, al Bernabeu, proprio in faccia a Ronaldo. Adesso dovrà fare un passo indietro nella gerarchia della testata: nella batteria aerea della Juventus niente sarà più come prima.

PRESENZA FISICA Negli ultimi sette anni il portoghese ha sempre segnato su gioco aereo più delle altre punte bianconere. Sia prese singolarme­nte, sia messe insieme. C’è solo un’annata che fa eccezione: nel 201314 l’iper-specialist­a Llorente ne fece otto (a cui andrebbero aggiunti i due di Quagliarel­la e un altro di Osvaldo), più dei cinque portoghesi nello stesso periodo. Fu quello, l’anno peggiore come colpitore di testa di CR7, che da allora ha sempre viaggiato su cifre superiori. Adesso la Signora si affida a lui per avere una variante che si era persa da quando con il Pipita al centro dell’attacco: il caso vuole che l’ultimo gol bianconero di Higuain, forse il più importante del biennio, sia arrivato con una zuccata-scudetto a San Siro, ma non è lo stacco la dote migliore dell’argentino. Adesso c’è tutt’altra presenza fisica in area: la Signora si sentirà più tranquilla grazie al nuovo centravant­i con la testa sulle spalle.

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