La Gazzetta dello Sport

Pallotta: «Ronaldo grande Ma in A farà più fatica»

●Il presidente della Roma: «Mi chiesi come l’avrebbero pagato... Dura cedere Salah, Alisson e Nainggolan. Ma il club doveva»

- Andrea Pugliese ROMA

Quando cala il sipario è sempre l’attore principale a salutare la platea. Ecco perché James Pallotta, nell’ultimo giorno della tournée americana della Roma, ha deciso di esternare alcune sue verità. E lo ha fatto a modo suo, improvvisa­ndo un siparietto a tre con Manolas e Kluivert direttamen­te dall’albergo di New York che oggi saluterà la Roma. Già perché dopo oltre due settimane in giro per gli States, la Roma in giornata lascerà l’America per tornare in Italia, dove atterrerà nella giornata di domani. Poi qualche giorno di pausa e subito di nuovo al lavoro, per preparare al meglio la prima di campionato, la trasferta di Torino del 18 agosto.

LE CESSIONI Prima, però, Pallotta ha deciso di fare chiarezza su alcuni temi. Con un contenuto pubblicato sul canale youtube della Roma in cui Pallotta, Manolas e Kluivert si facevano delle domande a vicenda, pescando a caso in una cesta piena di fogliettin­i colorati. Ed il presidente ha fatto chiarezza iniziando dal capitolo cessioni, che è uno degli aspetti sempre più discussi intorno alla gestione americana della Roma. A tirare su la domanda è stato Manolas, che ha chiesto al presidente gialloross­o quale fosse stato il giocatore più difficile da far partire. «Salah mi piaceva molto. Ma non avevamo scelta, dovevamo lasciarlo andare, che poi è quello che molta gente non sa – dice il tycoon americano –. È stato difficile, ha chiesto di andare via perché sentiva di dover dimostrare ancora qualcosa in Premier League. Ma è stato difficile mandar via anche Alisson o Nainggolan, che in campo è un guerriero. A volte non hai scelta, cerchi di ricavarne il massimo e poi di acquistare giocatori di personalit­à che siano più forti di chi se ne è andato. O, almeno, di pari livello». La Roma ci ha provato anche questa volta, in porta, dove ha dovuto cedere Alisson («È stato molto importante per noi nella scorsa stagione, ma 75 milioni non si possono rifiutare», ha detto Manolas) e proverà a farlo dimenticar­e con Olsen. «So cosa ha fatto qui il brasiliano, capisco che la gente si faccia delle domande – dice lo svedese – Ma io sono ottimista al 100% e ho grande fiducia in me stesso».

RONALDO E LA JUVE Poi Pallotta ha affrontato l’altro tema caldo e cioè l’arrivo di Cristiano Ronaldo alla Juventus, acquisto che chiarament­e ha tolto delle certezze di gloria alle avversarie dirette dei bianconeri. «Per prima cosa ho pensato che il suo arrivo fosse positivo per la Serie A, che ultimament­e era un po’ sottovalut­ata in giro per il mondo... È un giocatore spettacola­re, uno dei più forti di sempre, ma non ho pensato: “Oddio, la Juve ha preso Ronaldo”. In Serie A per molte squadre è difficile andare a giocare su certi campi, quindi non penso che Ronaldo qui possa segnare 60 gol. Ho subito pensato che qui avrebbe avuto più difficoltà rispetto alla Spagna. E poi ho provato a chiedermi come diavolo lo avrebbero pagato (e ride…)?». Poi ha Pallotta ha passato la palla a Manolas. «Sono impaziente di affrontarl­o e di fare contro di lui una buona prestazion­e - le parole del greco – La Juve è forte e la favorita per lo scudetto, ma noi vogliamo fare il massimo, migliorand­o la scorsa stagione».

TRA AUTO E BARÇA

Poi un botta e risposta con Kluivert. «Ti regalerò una Lamborghin­i se segni 30 gol – ha detto Pallotta –. Altrimenti con dieci una Mercedes, va bene? E poi ho letto che sogni di andare al Barcellona. Sai che non ti venderò mai a loro, vero? » . « Il mi sogno è quello, penso dipendi dal fatto che ci giocava mio padre – la risposta di Justin – Ma va bene lo stesso, qui sono felice».

ATTACCANTE ROMA

IL SUO SOGNO È IL BARCELLONA, MA A LORO NON LO VENDERÒ MAI

SU JUSTIN KLUIVERT

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LAPRESSE James Pallotta, 60 anni, presidente della Roma dal 2012
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