La Gazzetta dello Sport

IL MILAN GIOCHERÀ UN GRAN CAMPIONATO

I rossoneri dopo gli arrivi di Leonardo e Maldini

- SOPRA LA PANCAANCA di ARRIGO SACCHIACCH­I

Sono felice, sono convinto che il Milan disputerà un grande campionato. Mi piace come si muove la proprietà, mi piacciono gli ingaggi di Leonardo e Maldini: non soltanto sono ex rossoneri, ma sono anche persone intelligen­ti, competenti e con carisma. Così come sono convinto che Caldara farà bene e che Higuain sarà quel campione decisivo che abbiamo già ammirato al Napoli e alla Juventus. Ho sempre pensato che per avere successo sia fondamenta­le il club con la propria storia, il proprio stile, la competenza, le visioni tali da permettere riferiment­i e certezze alla squadra. Ho sempre ritenuto più importante il team del singolo: basta vedere il diverso rendimento tra club e nazionale di due fuoriclass­e come Messi e Ronaldo. Una società autorevole genera senso di appartenen­za e di orgoglio in tutti i giocatori. Un club senza leadership è destinato al fallimento.

Le grandi imprese richiedono grandi squadre e grandi idee. In tale contesto tutti saranno nelle condizioni ideali per dare il meglio, ritrovando fiducia nel futuro. L’autostima crescerà, così come le certezze e la collaboraz­ione. Tutti saranno più ottimisti avvicinand­osi alle innovazion­i. I ragazzi dell’anno scorso diventeran­no uomini e i limiti spariranno per lasciare spazio a una crescita che richiederà da parte loro profession­alità, generosità e un gioco che il bravo Gattuso dovrà perfeziona­re. Potrebbero esserci ancora dei rinforzi, ma il più grande acquisto sarà un’organizzaz­ione di gioco che, unitamente alla volontà dei giocatori, potrebbe permettere a questo gruppo di ripetere quanto accadde in passato.

Nel campionato 1987-88 i rossoneri passarono da quinti nel campionato precedente a campioni d’Italia. Può essere un sogno: «La capacità di realizzare un sogno rende la vita interessan­te» diceva Paulo Coelho. Il club, la storia e i tifosi aiuteranno i rossoneri, ma devono crederci, tramutando il sogno di Rino e dei dirigenti in una sfida collettiva. Il Milan dell’anno scorso aveva tanti giovani interessan­ti che hanno pagato l’inesperien­za e il fatto che la società non dava punti fermi. Per Donnarumma, Calabria, Locatelli, Cutrone, Romagnoli, Kessie, Andrè Silva potrebbe essere l’anno della definitiva consacrazi­one. Così come per Calhanoglu, Musacchio e Rodriguez, arrivati da campionati stranieri. Ringhio ha dato a questo gruppo l’orgoglio, un obiettivo comune e la generosità: ha compiuto un buon lavoro tecnicotat­tico, ma ora è atteso da una definizion­e ancora maggiore nell’organizzaz­ione del gioco. Anche per lui l’esperienza dell’anno scorso sarà utile per un ulteriore migliorame­nto. In bocca al lupo a tutti e buon lavoro.

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