IL RILANCIO DI TORTU «TUTTO PER LA STAFFETTA»
● Alessia si ritrova e va in finale: «Una pedana particolare, non è facile» Elena fallisce la qualificazione: «E’ stata la mia peggior gara dell’anno»
Avrebbe dovuto essere una formalità: quattro, massimo cinque salti e via, verso la finale di domani. E’ diventato un muro insormontabile. Elena Vallortigara, al ritorno in Nazionale dopo otto, lunghissimi anni, è clamorosamente eliminata. Come Desiree Rossit. Avanza invece Alessia Trost, una che quando conta, spesso ci mette la zampata.
IL FLOP Elena, rivelazione della stagione fino al 2.02 di venti giorni fa a Londra e un totale di dieci gare all’aperto con una media di poco superiore a 1.94, si arrende – irriconoscibile – a 1.90. La misura più bassa raggiunta in quelle stesse dieci uscite. Per la promozione – sulla carta a 1.92 – sarebbe bastato. Inaudito. In una finale che sarà a quattordici, colmo dei colmi, approdano anche tre atlete con 1.86. E la vicentina è la prima esclusa, perché autrice di un nullo persino a quella quota. «E’ stata la mia peggiore gara dell’anno – sospira –: sono estremamente delusa. Non so come spiegarlo, ho avuto difficoltà nella rincorsa, non riuscivo a collegare la mente al corpo. Quattro giorni fa sono stata male, ho vomitato durante la notte, ma poi mi sono ripresa. Mi sentivo al 95% della condizione, ci credevo con tutta me stessa, ma non è bastato». Nemmeno la presenza all’interno dello stadio di Antonietta Di Martino, amica del cuore, le ha portato fortuna. E per l’Italia, con la Rossit fuori a 1.86, è proprio una doccia fredda. Quella dell’allieva di Stefano Giardi pareva una medaglia prenotata alle spalle della forse inarrivabile Maria Lasitskene. Evidentemente la mancanza di esperienza in grandi manifestazioni s’è fatta sentire pesantemente. Resta che una grande atleta che pareva perduta, è recuperata. Ma al momento, è inevitabile, prevale lo scoramento.
LA STAFFETTA Toccherà dunque a miss Trost tenere alto l’onore della specialità in chiave tricolore. Alessia, da agonista qual è, dopo aver fatto percorso netto con anche alcuni bei salti, supera 1.90 alla terza prova e avanza. «È una pedana particolare – dice l’ex iridata junior – spinge molto in orizzontale, bisogna correre con le ginocchia più alte e con le tensioni della gara non è facile. In più il manto si è pure indurito per quel po’ di pioggia caduta poco prima di cominciare». Domani, in ogni caso, si ripartirà da zero. E la finanziera si giocherà le sue carte. Come stasera, in qualificazione (fissata a 2.27), faranno Gianmarco Tamberi e Marco Fassinotti. Saranno in ventotto (divisi sulle due stesse pedane delle donne) per dodici posti. «Tornare in Nazionale dopo un anno – dice Gimbo, in perfetto peso-forma a 75,2 kg – mi regala emozioni, adrenalina e brividi. Sto bene e sono fiducioso. La gara di Montecarlo di tre settimane fa, col relativo 2.27 e la dimostrazione d’affetto del pubblico, mi ha definitivamente sbloccato. L’infortunio è un lontano ricordo, la caviglia più che a posto. Mi manca una maggior consistenza tecnica, ma poco alla volta, risolti certi problemi in fase di rincorsa, mi sto stabilizzando. Il salto di oggi, in fondo, non è così distante da quello di due stagioni fa. E qui punto a fare il personale post operazioni».
SENZA LYSENKO Ovvero meglio del 2.29 che un anno fa non bastò per superare la qualificazione dei Mondiali di Londra. La gara di Berlino, fortunatamente, si presenta meno complicata. Anche grazie all’assenza in extremis del russo neutrale Danyl Lysenko, personale appena portato a 2.40, al quale la Iaaf la scorsa settimana ha revocato l’autorizzazione. «In questo momento – sostiene Tamberi, che mette in palio il titolo conquistato ad Amsterdam 2016 – penso solo a me stesso. Ma sapere che il pronostico è molto aperto mi stimola. Vedo un favorito, il tedesco Mateusz Przybylko: giocherà in casa, nelle gare importanti si esalta ed è reduce da un 2.31 molto alto fatto ai campionati nazionali. Dietro di lui però c’è un folto gruppo composto da una decina di atleti: spero di poterne far parte». Può farcela anche Fassinotti: a patto di ritrovare la sua classe e di andare oltre il 2.25 dello stagionale.
«TORNARE IN NAZIONALE MI DA’ EMOZIONI E ADRENALINA»
GIANMARCO TAMBERI PRIMATISTA ITALIANO