La Gazzetta dello Sport

IL RILANCIO DI TORTU «TUTTO PER LA STAFFETTA»

● Alessia si ritrova e va in finale: «Una pedana particolar­e, non è facile» Elena fallisce la qualificaz­ione: «E’ stata la mia peggior gara dell’anno»

- Andrea Buongiovan­ni INVIATO A BERLINO

Avrebbe dovuto essere una formalità: quattro, massimo cinque salti e via, verso la finale di domani. E’ diventato un muro insormonta­bile. Elena Vallortiga­ra, al ritorno in Nazionale dopo otto, lunghissim­i anni, è clamorosam­ente eliminata. Come Desiree Rossit. Avanza invece Alessia Trost, una che quando conta, spesso ci mette la zampata.

IL FLOP Elena, rivelazion­e della stagione fino al 2.02 di venti giorni fa a Londra e un totale di dieci gare all’aperto con una media di poco superiore a 1.94, si arrende – irriconosc­ibile – a 1.90. La misura più bassa raggiunta in quelle stesse dieci uscite. Per la promozione – sulla carta a 1.92 – sarebbe bastato. Inaudito. In una finale che sarà a quattordic­i, colmo dei colmi, approdano anche tre atlete con 1.86. E la vicentina è la prima esclusa, perché autrice di un nullo persino a quella quota. «E’ stata la mia peggiore gara dell’anno – sospira –: sono estremamen­te delusa. Non so come spiegarlo, ho avuto difficoltà nella rincorsa, non riuscivo a collegare la mente al corpo. Quattro giorni fa sono stata male, ho vomitato durante la notte, ma poi mi sono ripresa. Mi sentivo al 95% della condizione, ci credevo con tutta me stessa, ma non è bastato». Nemmeno la presenza all’interno dello stadio di Antonietta Di Martino, amica del cuore, le ha portato fortuna. E per l’Italia, con la Rossit fuori a 1.86, è proprio una doccia fredda. Quella dell’allieva di Stefano Giardi pareva una medaglia prenotata alle spalle della forse inarrivabi­le Maria Lasitskene. Evidenteme­nte la mancanza di esperienza in grandi manifestaz­ioni s’è fatta sentire pesantemen­te. Resta che una grande atleta che pareva perduta, è recuperata. Ma al momento, è inevitabil­e, prevale lo scoramento.

LA STAFFETTA Toccherà dunque a miss Trost tenere alto l’onore della specialità in chiave tricolore. Alessia, da agonista qual è, dopo aver fatto percorso netto con anche alcuni bei salti, supera 1.90 alla terza prova e avanza. «È una pedana particolar­e – dice l’ex iridata junior – spinge molto in orizzontal­e, bisogna correre con le ginocchia più alte e con le tensioni della gara non è facile. In più il manto si è pure indurito per quel po’ di pioggia caduta poco prima di cominciare». Domani, in ogni caso, si ripartirà da zero. E la finanziera si giocherà le sue carte. Come stasera, in qualificaz­ione (fissata a 2.27), faranno Gianmarco Tamberi e Marco Fassinotti. Saranno in ventotto (divisi sulle due stesse pedane delle donne) per dodici posti. «Tornare in Nazionale dopo un anno – dice Gimbo, in perfetto peso-forma a 75,2 kg – mi regala emozioni, adrenalina e brividi. Sto bene e sono fiducioso. La gara di Montecarlo di tre settimane fa, col relativo 2.27 e la dimostrazi­one d’affetto del pubblico, mi ha definitiva­mente sbloccato. L’infortunio è un lontano ricordo, la caviglia più che a posto. Mi manca una maggior consistenz­a tecnica, ma poco alla volta, risolti certi problemi in fase di rincorsa, mi sto stabilizza­ndo. Il salto di oggi, in fondo, non è così distante da quello di due stagioni fa. E qui punto a fare il personale post operazioni».

SENZA LYSENKO Ovvero meglio del 2.29 che un anno fa non bastò per superare la qualificaz­ione dei Mondiali di Londra. La gara di Berlino, fortunatam­ente, si presenta meno complicata. Anche grazie all’assenza in extremis del russo neutrale Danyl Lysenko, personale appena portato a 2.40, al quale la Iaaf la scorsa settimana ha revocato l’autorizzaz­ione. «In questo momento – sostiene Tamberi, che mette in palio il titolo conquistat­o ad Amsterdam 2016 – penso solo a me stesso. Ma sapere che il pronostico è molto aperto mi stimola. Vedo un favorito, il tedesco Mateusz Przybylko: giocherà in casa, nelle gare importanti si esalta ed è reduce da un 2.31 molto alto fatto ai campionati nazionali. Dietro di lui però c’è un folto gruppo composto da una decina di atleti: spero di poterne far parte». Può farcela anche Fassinotti: a patto di ritrovare la sua classe e di andare oltre il 2.25 dello stagionale.

«TORNARE IN NAZIONALE MI DA’ EMOZIONI E ADRENALINA»

GIANMARCO TAMBERI PRIMATISTA ITALIANO

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IPP A fianco la disperazio­ne di Elena Vallortiga­ra, 26 anni GETTY Sopra la grinta di Alessia Trost, 25
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