La Gazzetta dello Sport

Ritorna pure Mandzu e risposa il bianconero Max ha la sua certezza

●Dopo aver allontanat­o il mercato e aver ribadito la sua juventinit­à, torna l’uomo a cui il tecnico non rinuncereb­be mai

- Jacopo Gerna @jgerna77

Per lui la vita è una questione di bianco e nero. E non perché Mario Mandzukic si è concesso un post su Instagram per ribadire la sua fedeltà alla causa bianconera. Con buona pace di Manchester United e Borussia Dortmund. Se nei test fisici ed esami di varia natura a cui Marione si è sottoposto nella mattinata di ieri al JMedical appena rientrato dalle vacanze, ne fosse previsto uno per il tasso di juventinit­à nel sangue, i valori sarebbero stati fuori scala. Mandzukic è uno che parla poco, pochissimo. In 3 anni di Juve già alle spalle le uscite pubbliche tra interviste, conferenze stampa e passaggi in zona mista si contano sulle dita di una mano. Ma nello spogliatoi­o si sente moltissimo, anche perché gli basta l’occhiatacc­ia per farsi rispettare. In partita poi, non parliamone. Mario è grosso, «cattivo», come per la Juve «vincere è l’unica cosa che conta». Mattia Calda- ra il giorno della presentazi­one ne parlo così: «L’attaccante che mi ha dato più fastidio? Mandzukic. Veramente dura marcarlo: è potente, resistente, furbo, non esce mai dalla partita». Per non parlare di Allegri: Pjanic è il pilastro tecnico del suo progetto di Juve, SuperMario è il braccio armato a cui non rinuncereb­be mai.

SVOLTA PENTASTELL­ATA Tra i due il feeling è altissimo. Il 4-23-1 nato nel gennaio 2017 in Juve-Lazio è stato possibile grazie al lavoro di Mandzukic a sinistra. Il gran gol segnato al Genoa il 23 aprile 2017 è stato l’highlight della trasformaz­ione. Recupero palla dopo profondo ripiegamen­to difensivo, transizion­e sulla fascia innescata da una gran palla di Dybala, cross ribattuto e bum, destro dove Lamanna non arriva. Sacrificio, intelligen­za e tecnica insieme. Da quando è alla Juve non ha mai superato i 20 gol stagionali, traguardo raggiunto 5 volte (due con la Dinamo Zagabria, due col Bayern Monaco e una con l’Atletico Madrid) e il massimo bottino è stato di 13 reti. Ma siccome i gol vanno anche pesati oltre che GETTY contati, quelli del croato sono molto spesso macigni. Mandzukic è l’uomo del capolavoro che vale il momentaneo 1-1 a Cardiff nella finale Champions 2017, quello della doppietta del Bernabeu che aveva fatto pensare all’impresa leggendari­a nel Real-Juve del rigore di Ronaldo nel recupero. In Russia ha portato in finale la Croazia coi sigilli contro Danimarca e Inghilterr­a, prima dell’inutile rete del 2-4 con la Francia.

DOPPIO RUOLO Dopo essersi messo al servizio di Higuain, Mandzukic potrebbe fare lo stesso per CR7. Fisicament­e e nel colpo di testa, il croato è anche superiore a quel Karim Benzema che a Madrid ha assecondat­o l’avvicinars­i di Cristiano alla porta avversaria. Ma Mandzukic potrebbe anche concedersi più recite da centravant­i. Difficile pensare a un Ronaldo da 38 partite in A: la priorità è la Champions. Si vedrà: per ora Mandzukic, tornato al lavoro ieri, deve inseguire Dybala e Douglas Costa, che l’hanno fatto sparire dai campetti d’agosto. Scommettia­mo che non durerà?

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