La Gazzetta dello Sport

CRASH TEST A MADRID Milano sfida i Re di coppe Occhi su Higuain e Icardi

I test di Milan e Inter con Real e Atletico

- IL COMMENTO di LUIGI GARLANDO

Milan e Inter saranno in campo stasera alla stessa ora a Madrid, contro Real e Atletico, le due squadre che nella stagione scorsa hanno vinto Champions ed Europa League. Ma interpreta­re la notte spagnola come il semplice rodaggio delle milanesi a una settimana dalla Serie A è riduttivo, perché attorno alle due partite ronzano tante di quelle suggestion­i da far girare la testa.

Per dire, Paolo Maldini, al debutto da dirigente, ricorderà il Trofeo Santiago Bernabeu di 30 anni fa in cui segnò un gol favoloso: incrocio imbucato dal limite con un destro al volo. Real-Milan 0-3, settembre 1988. Arrigo Sacchi assaggiò trionfalme­nte il Bernabeu. Ci sarebbe tornato in aprile per stordire le meringhe con una ventina di fuorigioco e fare storia sulla strada della sua prima Coppa dei Campioni. Leonardo espugnò il tempio di Madrid da allenatore con due gol di Pato nel girone di Champions del 2009. Ecco, Paolo e Leo, la nuova diarchia tecnica del Diavolo, si augurano che questo Trofeo Bernabeu possa essere ciò che fu per Sacchi 30 anni fa: l’aperitivo di un nuovo ciclo glorioso. A Rino Gattuso, che segnò un gol nel Trofeo Bernabeu del ‘99, il compito di domare i campioni d’Europa. L’augurio dell’Inter, invece, è di assaggiare il Wanda Metropolit­ano e di tornarci il primo giugno quando si celebrerà la finale di Champions. Nell’immaginari­o nerazzurro, Madrid è la dolce terra dei sogni che si avverano: la prima Coppa Interconti­nentale del ‘64, il Triplete del 2010... Il sogno di Luka Modric sta svaporando, ma oggi comunque l’Inter lo respirerà nell’aria. Sentirà di esserne vicino, almeno fisicament­e. Il mercato deve ancora dare lineamenti certi alle due milanesi e ciò limita l’attendibil­ità tecnica assoluta del test di Madrid. Il Milan sta lavorando all’idea Bakayoko e attende comunque una pedina importante in mediana. L’Inter è ancora più distante dal progetto base perché mancherà l’asse Brozovic-Nainggolan, cioè la spina dorsale dell’idea di Spalletti. E mancherann­o pure Vrsaljko e Perisic, croati reduci dal bel Mondiale. Però Brozo c’è e il suo debutto è già un motivo d’interesse. Per giovani come Caldara (se entra) e Politano buona prova di maturità. Ma la vera ghiottoner­ia della notte madrilena sarà il crashtest dei due attacchi meneghini in contesti di lusso.

Il Milan sembra Wile il Coyote che apre uno scatolone Acme e studia l’ultima trappola per catturare Beep Beep. Da stasera comincia a capire come usare Higuain, arma letale. Le istruzioni suggerisco­no a Suso di rientrare dal fondo e di arcuare parabole alla Insigne, che nel Napoli fecero la fortuna del Pipita. Alla Juve, Higuain ha imparato a rinculare e a farsi lanciare da pensieri verticali: ricordate il golpartita dell’argentino al San Paolo nel torneo scorso? Calhanoglu ha il piede e il tempismo per innescare la corsa di Gonzalo. Se il compagno di linea sarà Cutrone, Higuain studierà come spartire gli spazi e sfruttare a reciproco vantaggio la rispettiva fisicità: tipo Mandzukic. Il Diavolo e il Pipita cominciano ad annusarsi. L’argentino, già tirato a lucido, frizzerà d’orgoglio nello stadio che fu casa sua. La seconda e ultima volta che il Milan vinse il Trofeo Bernabeu, nel ‘90, segnò Van Basten. C’è da riannodare un filo. L’ultima Champions dell’Inter arrivò a Madrid grazie a gol argentini (Milito). Icardi e Lautaro lo sanno. Contro l’Atletico, il Capitano e il Toro raffineran­no l’intesa tecnico-umana coltivata nelle ultime tre amichevoli, ma anche nella piscina di Maurito con vista Meazza. Per un attaccante non esiste crash test più attendibil­e della difesa blindata del Cholo Simeone, guidata da quel pirata di Godin. Stanotte Madrid è un fondo di caffé: leggetelo bene e forse scoprirete il futuro di Milan e Inter.

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