La Gazzetta dello Sport

Marquez soffia la pole a Dovi Rossi sprofonda Scuse Yamaha

Pole a Ducatiland Dovizioso battuto per due millesimi

- MILAGRO Paolo Ianieri INVIATO A ZELTWEG (AUSTRIA)

● Marc e Andrea divisi da soli 11 centimetri Lorenzo 3o e Petrucci 4o. Rossi fuori dal Q2: 14o

Due millesimi, undici centimetri. Tanto è mancato ad Andrea Dovizioso per prendersi la seconda pole position consecutiv­a e regalare all’Italia un sabato perfetto, aperto dalla prima assoluta di Marzo Bezzecchi in Moto3 e chiuso dal miglior tempo di Francesco Bagnaia in Moto2 (3o sigillo stagionale, oggi andrà a caccia della 5a vittoria). Come un anno fa, oggi alle 14 a scattare davanti a tutti sarà Marc Marquez, con Dovi al centro di una prima fila chiusa da Jorge Lorenzo e la terza Ducati ufficiale, quella colorata Pramac di Danilo Petrucci pronto a inserirsi nella lotta per il podio dalla quarta casella della griglia. «Quei due millesimi un po’ mi rompono. Forse, se Andrea avesse montato la gomma morbida invece della media ora parleremmo di un altro risultato, ma va bene lo stesso, la cosa importante è la gara e noi ci siamo», racconta il direttore generale di Ducati Corse, Gigi Dall’Igna, colto dal dubbio che la strategia nei 15 minuti che hanno deciso la griglia non sia stata delle migliori. MECCANICI NERI «È un dubbio che mi terrò per sempre — replica poco più tardi Dovi —. Ci abbiamo pensato per il secondo tentativo, ma con la media il feeling era buona e sapevo che avrei potuto tirare giù qualche decimo. In ogni caso, la pole è buona solo per le statistich­e e i giornali. Mi rode zero non averla fatta. L’unica differenza è un orologio in meno (quello che va all’autore della pole; n.d.r.) che i meccanici avrebbero sorteggiat­o tra di loro. E, infatti, loro sì sono incazzati neri». Sarà Marc versus Ducati, in un giorno disastroso per la Yamaha, con Valentino Rossi eliminato in Q1 e costretto oggi a partire dal 14o posto — per rivivere un giorno così complicato bisogna risalire a un anno fa a Barcellona, scattò 13o, o a Phillip Island 2016, 15o — e Maverick Viñales anonimo 11o.

SCUSE PUBBLICHE Non siamo ancora ai livelli di Valencia 2007, quel giorno Colin Edwards scattò 15o e Rossi 17o, ma che la situazione per la casa di Iwata sia parecchio tesa e confusa è confermato dall’harakiri pubblico del project leader Kouji Tsuya, che davanti alla stampa si lascia andare a una serie infinita di scuse a Maverick (un problema al sensore della forcella sarebbe la causa dei suoi guai) e Valentino con promesse di impegno futuro, senza però specificar­e davvero quale siano i veri problemi della M1. «Lo ringrazio per le scuse, ma io preferisco se mettono a posto la moto», non fa sconti Rossi. Il quale, mentre Marquez conquista la terza pole della stagione con un tempo fotocopia al 2017 (appena 6 millesimi più lento, ma allora le condizioni erano perfette, ieri ha piovuto fino al mattino), si qualifica girando 3 decimi più lento di 12 mesi fa (mezzo secondo per Viñales) e oggi sarà costretto a una gara nella quale l’obiettivo massimo sarà conquistar­e punti per contenere i danni.

CHE STRATEGIA? Per la vittoria, infatti, il discorso è ristretto ai tre della prima fila, capaci di imprimere un ritmo che nessuno, tranne parzialmen­te Petrucci («Qui i miei 10 chili più di Dovi e Jorge si sentono, proverò a restare il più possibile con loro e poi vediamo») pare in grado di sostenere. «Difficile dire chi è favorito. Tutti e tre abbiamo un passo simile, la differenza la faranno i dettagli», attende Dovizioso. «Rispetto allo scorso anno sono più a posto, ho più esperienza a gestire le gomme, mi stanco meno in moto — dice la sua Lorenzo —. Ora dovrò studiare bene. Essere più conservati­vi potrebbe essere la strategia giusta. Dovi e Marc all’inizio non credo che spingerann­o, quindi se non sarò io quello in testa probabilme­nte il ritmo non sarà da record. L’andamen-

to della gara potrebbe dipendere da come mi comporterò».

PIANO Di sicuro, dopo essere stato battuto in Repubblica Ceca una settimana fa dalle due rosse, Marquez qui ha tutta l’intenzione di espugnare il «Ducati’s Land», come ricorda a ogni intervista. «Venerdì abbiamo fatto una modifica alla moto promuovend­o una novità dei test di Brno, cosa che mi ha permesso di fare un passo avanti — svela il campione della Honda —. Sono pronto alla battaglia, se avrò una chance per vincere, ci proverò, ma non mi dimentico del Mondiale: spero di arrivare all’ultimo giro in una posizione o con un feeling migliore del 2017, quando ero al limite e ho provato a passare Dovizioso perché dovevo tentare. Ma non dimentico che Dovi è a 68 punti, meglio perderne 5 o 9 che 25».

SQUALO Un piano di battaglia che Dovi accetta con riserva. «Quando Marc dice che è pronto a tratteners­i è perché in quel momento lo pensa. Il fatto è che lui è come gli squali, se sente l’odore del sangue poi non ce la fa — ride Andrea —. E c’è Jorge, che ha un buon passo e resterà con noi». Preparate gli ansiolitic­i, oggi non sarà una gara per cuori deboli.

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 ??  ?? Marc Marquez, 25 anni, in pole, tra i ducatisti Andrea Dovizioso (2o), 32, e Jorge Lorenzo (3o), 31
Marc Marquez, 25 anni, in pole, tra i ducatisti Andrea Dovizioso (2o), 32, e Jorge Lorenzo (3o), 31
 ??  ?? Marc Marquez in sella alla Honda durante le qualifiche austriache dove ha bissato la pole 2017. Ma in gara venne battuto da Dovizioso AFP
Marc Marquez in sella alla Honda durante le qualifiche austriache dove ha bissato la pole 2017. Ma in gara venne battuto da Dovizioso AFP
 ??  ?? Franco Morbidelli, 23 anni CIAM
Franco Morbidelli, 23 anni CIAM

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