Gol e parole Gonzalo è già leader rossonero
●Dialogo coi compagni e giocate: il Pipita è subito un trascinatore
La conferma migliore che Gonzalo Higuain è in confortanti condizioni fisiche arriva dalla bocca. Ma certo: quando il fiato è corto non si trascorre oltre un’ora in colloquio costante con i compagni. Dove per colloquio si intende tutto: consigli, esortazioni, segreti confidati all’orecchio e anche qualche piccola lavata di capo. Senza distinzioni di rango o di esperienza: chiedere al connazionale Biglia per info. Osservare il Pipa - come lo chiamano i compagni - all’opera per la prima volta in maglia rossonera è assai istruttivo, perché è una partita nella partita. Sembra il giocatore più anziano del gruppo: si rapporta con tutti, e tutti lo ascoltano.
APPLAUSI Siamo partiti volutamente da qui per raccontare il battesimo milanista di Gonzalo, perché in fondo il gol l’ha visto chiunque, anche se questo non diminuisce la portata dell’evento. Insomma, imporre il silenzio dopo soli quattro minuti nello stadio dei campioni d’Europa, ma soprattutto nello stadio in cui l’hai buttata dentro 122 volte in sei anni con quella maglia bianca addosso, non è impresa banale. L’hanno fischiato, sì. Alla lettura delle formazioni e ai primi due palloni toccati. Ma roba blanda. Distante anni luce, per capirci, da Bonucci allo Stadium. Sapete com’è finita, al 20’ del secondo tempo? Gonzalo è uscito fra gli applausi, perché i tifosi alla fine non dimenticano e nei suoi anni madridisti di certo ha fatto più breccia nel cuore della gente che in quello di Florentino Perez. Dopo il gol non ha esultato, e il Bernabeu ha senz’altro apprezzato anche questo.
RAFFINATEZZA Higuain ha assolto la sua vera grande missione: prendersi il Milan. E gli sono stati sufficienti sessantacinque minuti, a prescindere dal gol, che peraltro ha già impresso una sentenza: l’anno scorso i rossoneri non avevano una punta centrale che facesse i suoi movimenti e che estraesse reti dal nulla. Il destro a giro con cui ha superato Navas è raffinato perché è una raffinatezza non solo riuscirci, ma pensarci. E poi c’è tutto il resto: protezione del pallone, appoggi spalle alla porta per far salire la squadra, ricerca del compagno più libero e molta, moltissima precisione nei passaggi. Stiamo dicendo che il primo errore è arrivato dopo trentanove minuti. Gonzalo aveva una sola occasione - questa - per dimostrare di essere pronto per il campionato: presa al volo.
I TIFOSI Fischiato alla lettura delle formazione, alla sostituzione il centravanti è uscito tra gli applausi del Bernabeu