La Gazzetta dello Sport

Piatek come un uragano Ne fa 4 e travolge il Lecce

●Il Genoa passa con lo show dell’attaccante polacco a segno quattro volte in 38 minuti: poker mai riuscito prima in Coppa a un rossoblù

- Alessio Da Ronch GENOVA

Il mondo rossoblù capovolto all’improvviso. In 38 minuti Krzysztof Piatek si mangia il Lecce ed esalta il Genoa, cancelland­o i residui timori di chi il nuovo Grifone e il nuovo bomber non li aveva ancora visti. Il centravant­i polacco, all’esordio in una sfida ufficiale con la maglia del rossoblù, butta giù la porta di Vigorito a tempo di record: 90 secondi per il primo centro, doppietta in 9 minuti, tripletta in 18, poker due minuti prima del quarantesi­mo, e regala a tutti i genoani una serata di straordina­ria tranquilli­tà e pure un pizzico di storia: nessuno genoano aveva mai realizzato 4 reti in una partita di coppa Italia. In serie A, invece, non avviene dal 1950. In pochi minuti Piatek, che già nelle amichevoli estive aveva disseminat­o 12 reti, scaccia via gli incubi della scorsa stagione, vissuta con tanto sudore, difesa ferrea e gol col contagocce. Due delle sue prodezze, poi, arrivano su calcio da fermo: una punizione di Hiljemark per la prima, un angolo di Romulo per la quarta, entrambe risolte al meglio con un colpo di testa: in tuffo per l’1-0, in elevazione poderosa per il 4-0. Palle inattive avvelenate, quelle che erano state nella scorsa stagione una sorta di tallone d’Achille per il Grifone.

IMPRESSION­E Il ventitreen­ne centravant­i polacco, costato a Preziosi 4 milioni, impression­a perché per lui tutto sembra di una semplicità disarmante, prima di tutto risolvere problemi. Piatek è potente e sembra lento, ma sa muoversi con grande precisione e tempismo. Il 2-0 lo sistema con freddezza sfruttando un assist in verticale di Biraschi, il 3-0 lo crea muovendosi in diagonale tra i due difensori centrali del Lecce, su servizio di Kouamé. Sa staccare con qualche attimo di anticipo rispetto agli avversari e restare in aria più di loro, colpendo con precisione. In più prova qualche assist, fallendo due volte gli inviti a Kouamé e Pandev e infila nella partita pure qualche rientro difensivo. Gli applausi, per lui, piovono copiosi e si trasforman­o in una piccola ovazione quando, dopo un’ora di gioco, Ballardini lo sostituisc­e a partita abbondante­mente chiusa.

FOLGORANTE Il Lecce resta folgorato, anche perché oltre a Piatek c’è dell’altro. Ballardini imposta una squadra più ottimista rispetto a quella di pochi mesi fa: parte con il 3-4-1-2, mettendo Pandev alle spalle di Piatek e Kouamé. Sulle corsie laterali Lazovic e Criscito spingono con continuità e tutti pressano molto in avanti, conquistan­do palla con facilità. Il Lecce, che ha perso l’attaccante Palombi poco prima del fischio d’avvio, presentand­osi in campo con Torromino, perde un’infinità di palloni sulla propria tre quarti. E qui sarà interessan­te scoprire, con il tempo se accade per imperizia dei pugliesi o per l’ardire dei liguri. Il portiere Vigorito cancella almeno tre gol a Pandev e ne nega uno anche a Romulo, rendendo un po’ meno amara la trasferta del Lecce, che, respira e crea pure qualcosa nella mezz’ora finale, quando in campo non c’è più SuperPiate­k e i rossoblù si accontenta­no di gestire il successo.

IL MOTIVO Partita senza storia e il portiere Vigorito nega in almeno tre occasioni la rete a Pandev

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Krzysztof Piatek, 23 anni, polacco, è arrivato dal Cracovia GETTY

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