VILLAR PEROSA TRIONFO DI JUVENTINITÀ
La testimonianza di un grande bianconero
Villar Perosa è il trionfo della juventinità. Il giorno in cui, in tredici stagioni passate a Torino, provavo l’autentico piacere di essere un giocatore della Juventus. L’Avvocato Agnelli era una presenza costante per la squadra durante tutta la stagione, sapevamo che sarebbe stato presente almeno a tutte le partite in casa. E durante l’anno non ci faceva mai mancare il suo sostegno. Però uno dei motivi che rendevano speciali le mie giornate a Villar Perosa era la sua presenza in panchina. Si sedeva accanto al Trap o all’allenatore del momento, così io che giocavo sulla fascia gli passavo davanti un sacco di volte. Una sensazione strana ma bellissima, per me che ho avuto rapporti con tre generazioni della famiglia Agnelli e che ho anche allenato il piccolo Andrea alla mia scuola calcio a San Marino.
Villar Perosa ai miei tempi era il centro dell’universo Juventus. Credo lo sia anche oggi, anche se le tournée estive hanno anticipato il debutto della squadra. Juve A-Juve B racchiudeva in sé molte prime volte. La prima vera partita davanti ai nostri tifosi, il primo saluto dell’Avvocato ai nuovi arrivati che si presentavano al pubblico. Il benvenuto di Gianni Agnelli agli ultimi arrivati era di grandissimo impatto: poche parole, ma un carisma che catturava subito tutti. Le altre grandi del calcio italiano cambiavano sedi del ritiro, noi facevamo lì la preparazione e c’era un legame molto speciale col posto.
Dovete pensare a una sorta di centrale dell’universo bianconero. In cui figure come Giampiero Boniperti e il dottor Pietro Giuliano, prima segretario, quindi general manager e poi direttore generale, avevano costruito il quartier generale. Molti contratti venivano discussi e prolungati nell’ufficio di Boniperti a Villar Perosa. Nel calcio di oggi una situazione del genere farebbe sorridere, visto che le trattative durano settimane. Invece ai miei tempi Boniperti risolveva tutto in una giornata: arrivava in ufficio la mattina presto, poi alle 5 del pomeriggio se ne andava dopo aver sistemato tutte le questioni in sospeso.
L’abbraccio con i tifosi conquisterà anche Cristiano Ronaldo. Lui è il numero uno e la società ha fatto una grande operazione sotto tutti i punti di vista, ma alla Juve nulla è più importante della Juve. Lui da uomo intelligente non si sottrarrà all’abbraccio dei tifosi. Quando giocavo io non esistevano gli smartphone e i selfie, ma chi era al campo viveva per un nostro saluto e poter raccontare di aver conosciuto e magari dato la mano ai loro idoli.