La Gazzetta dello Sport

C’è Viviani l’infaticabi­le «Io simbolo? Mi carica»

●Elia lanciato dopo la pista: «Anno al top, devo sfruttare il momento»

- Ciro Scognamigl­io cscognamig­lio@gazzetta.it twitter@cirogazzet­ta

Le prime volate dell’anno (Australia, Emirati) e le classiche di primavera. Il Giro d’Italia e il campionato italiano. L’europeo su pista e — oggi, a Glasgow — quello su strada in linea. E nel prossimo futuro la classica di Amburgo e la Vuelta... Il filo conduttore di tutto questo ciclismo gareggiato — e vittorioso, molto spesso — si chiama Elia Viviani. L’infaticabi­le. «Ma vi avverto — scherza il 29enne veronese della Quick-Step —, dopo la Vuelta ci sta che non mi vediate per un po’... Questa però è una stagione in cui sta andando tutto per il verso giusto e voglio sfruttare ogni occasione».

IMPRESE Nessuno al mondo ha vinto nel 2018 quanto Viviani: 14 successi con 4 tappe al Giro e il titolo di campione d’Italia a Darfo Boario, oltre al recentissi­mo oro europeo nel quartetto (e argento nell’omnium). «Lo sento sulla pelle, e nella consideraz­ione generale, che sono diventato un simbolo dell’Italia. Non mi pesa, anzi è un grande orgoglio. Mi carica».

LIVELLO Il Viviani che sale di livello anche su strada, dopo l’oro olimpico 2016 dell’Omnium, è una storia che comincia poco più di un anno fa, e proprio dalla beffa europea di Herning, quando fu bruciato da Alexander Kristoff. «Sono stordito — disse a caldo —. Non ho avuto il coraggio di passare alle transenne, e ho perso per un tubolare...». Da quel momento,

Elia in pratica non si è più fermato.

GUIDA L’ITALIA C’è la beffa 2017 da riscattare, quando il veronese fu bruciato da Kristoff

Incognita pioggia: «Non sarà una gara semplice, verrà fuori una classica»

Viviani, ha pensato che potrebbe chiudere quel cerchio qui a Glasgow? Tra i rivali principali ci sono proprio Kristoff e naturalmen­te Sagan, che l’aveva battuta alla Gand-Wevelgem...

«Negli ultimi 12 mesi sono state le due sconfitte più pesanti, sì, ma non ci avevo riflettuto. Di sicuro cercherei di non ripetere la volata dello scorso anno, se si ripresenta­sse una situazione dello stesso tipo. Kristoff e Peter, come Degenkolb e Van Avermaet, sono reduci dal Tour e dovrebbero essere in ottima condizione».

Lei come sta, invece?

«Avrei potuto arrivare a Glasgow con molti più dubbi, invece il secondo posto su strada a Londra di domenica 29 luglio mi ha fatto capire che il lavoro in altura a Livigno è andato bene. La condizione è buona. E il passaggio in pista mi ha dato tante soddisfazi­oni, perché il percorso verso Tokyo 2020 è cominciato ottimament­e».

Che percorso è questo di Glasgow?

«Veloce ma molto tecnico. E, se come sembra pioverà, si complicher­à molto perché è un toboga. Sempre su e giù, rotonde, e un passaggio nella zona pedonale cittadina piastrella­to che con l’acqua non sarebbe facile per nulla. Le previsioni sono decise, anche se un suo collega

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 ??  ?? In alto, Elia Viviani vince il Tricolore 2018 a Darfo Boario. Sopra, la beffa europea 2017: il veronese, a sinistra, è preceduto da Kristoff BETTINI
In alto, Elia Viviani vince il Tricolore 2018 a Darfo Boario. Sopra, la beffa europea 2017: il veronese, a sinistra, è preceduto da Kristoff BETTINI

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