Sarà un Toro multiuso Punta, ala o trequartista E Spalletti ora se la ride
● Altro che vice Icardi, Lautaro può esaltarsi dietro al capitano ma pure accanto
Nonostante la studiata ramanzina pubblica dopo la vittoria contro l’Atletico, e le sgridate da bordo campo durante il secondo tempo, non si può dire che Lautaro Martinez sia una complicazione per l’Inter e per Luciano Spalletti. Più che altro l’argentino, diventato il protagonista dell’estate nerazzurra, potrebbe costringere l’allenatore a qualche modifica al progetto tattico, ma è sempre un lusso confortante. Detto che il tecnico non è un integralista, del tipo un solo e unico sistema, quando rientrerà soprattutto Radja Nainggolan la posizione attuale di Lautaro potrà offrire soluzioni diverse alle intenzioni di partenza. Per esempio, un passaggio al 3-4-2-1.
ADESSO Il Toro è arrivato da centravanti, nel Racing era un nove area-dipendente, tecnico e possente. Ma non è stato preso per essere soltanto la riserva di Mauro Icardi, come è successo a Pisa nel 3-3 contro lo Zenit (il capitano è stato sostituito proprio dal ragazzo, dopo 65’). Nei test contro Sheffield, Lione e Atletico i due sono partiti dall’inizio, formando una coppia che non abita nello stesso appartamento: leggasi 4-2-3-1 con Icardi nel suo posto naturale e l’altro a oscillare da trequartista o seconda punta, per cercare lo scambio, il velo, l’entrata sul «corto» per liberarsi nel traffico del limite dell’area e aprirsi verso la porta. La prima palla gol a Madrid è nata proprio da una finta del Toro sull’invito basso e preciso di Asamoah, poi Icardi dopo un tunnel a Godin non è riuscito a superare Oblak. La rete spettacolare di Martinez invece è sgorgata da un movimento da seconda punta, allargandosi dietro ai difensori e oltre il piazzamento di Icardi a centro area. Anche a Lecce, contro il Lione, l’unica rete era venuta da Lautaro, sempre da posizione esterna e favorita da una corsa di Icardi sul primo palo e da un velo di Politano, trovatosi nella postazione da centravanti.
FUTURO Quando rientrerà Ivan Perisic, avrà il naturale ruolo a sinistra, senza cambiare l’attacco a 3+1. Ma quando ci sarà anche Nainggolan, preso proprio per diventare un «10» di potenza, inserimento e tiro, Lautaro potrebbe sistemarsi al suo fianco, formando un 2+1 attraente e complicato per gli avversari. Al senso del gol di Icardi, si potrà unire la presenza solida, qualche passo indietro, dell’ex romanista pronto a catturare sponde, palle sporche, respinte delle difese in affanno e a surfare negli spazi aperti del contropiede. Martinez non verrebbe sacrificato: può affiancare il centravanti o arretrare per aprire il gioco, entrare sul lato per raccogliere il servizio lungo di Perisic, o far rendere i triangoli con l’esterno destro. Spalletti l’altra sera ha voluto mettere in risalto alcune mancanze di Lautaro nell’aiuto alla squadra per farla respirare, salire. Ma la varietà di opportunità offensive che il ragazzo gli offre va oltre un rimbrotto estivo.
L’APPUNTO
Il tecnico lo ha ripreso dopo Madrid: vuole maggior copertura
Ma in fase offensiva garantisce tante soluzioni di qualità, oltre a gol e assist