DIAVOLO DI UNA COPPIA
LEONARDO E MALDINI PIANO MILAN DA CHAMPIONS Ricostruire il gruppo e restituire l’identità rossonera: la missione che fa sognare i tifosi
Il gesto che ha fatto il giro del mondo è la riverenza di Sergio Ramos, che sabato al momento di ricevere il Trofeo Bernabeu dalle mani di Maldini ha mimato il gesto di levarsi il cappello. Ma poi ci sono altre testimonianze in ordine sparso. Reina per esempio, che non è esattamente un ragazzino, ha raccontato che gli sudano le mani – non benissimo per un portiere – a ritrovarsi al cospetto di Maldini e Leonardo. Gattuso nella serata di Madrid ha chiarito che quando Pa- parla nello spogliatoio, scattano tutti sugli attenti. E il presidente Scaroni, ovvero Elliott, ha sottolineato con molta forza come la scelta di affidarsi a Leo e Paolo sia strategica e funzionale per riportare il Milan a quei livelli che loro due peraltro conoscono molto bene, avendoli frequentati a lungo. Di certo il Milan americano è a fortissime tinte rossonere. Alta riconoscibilità dentro i confini di Milanello e altrettanta fuori. Detto in poche parole: fra Leonardo, Maldini e Gattuso, la ripartenza di questo Milan poggia su tre frontman.
AL QUARTO PIANO Il tandem che circola al quarto piano di via Aldo Rossi è quello composto da Leo e Paolo. In ambito dirigenziale sono loro i biglietti da visita con cui si è presentato Elliott al mondo milanista. Il fondo di Paul Singer ha compiuto un mese di Milan da pochi giorni (il passaggio di proprietà risale al 10 luglio) e si è ritrovato a gestire il club proprio nel momento più delicato: quello in cui si costruisce la squadra per la stagione successiva. Leonardo è stato il primo a salire a bordo, scelto per la doppia valenza: dirigente di spessore internazionale e grande conoscitore del mondo rossonero. Il nome di Maldini è stato individuato praticamente con la stesse tempistiche, fortemenolo te voluto da Singer, ma c’è voluto un po’ di più per definire nei dettagli ruolo e incombenze. Ora Leo ha accanto Maldini, direttore sviluppo strategico area sport, nel nome «di un’amicizia che sta alla base della scelta, perché noi siamo diversi ma ci completiamo», ha detto l’ex capitano. Per Paolo è un’esperienza nuova e occorre studiare la materia: per il momento affianca il brasiliano nella gestione del mercato e sta molto a contatto con la squadra.
IL TECNICO Quindi anche con Gattuso. «Me lo tengo stretto», ha detto di lui Rino l’altra sera, mentre Maldini il giorno della presentazione aveva spazzato l’area dai palloni più pericolosi: «Non è mai stato in discussione, trasmette valori». E lo stesso aveva fatto Leo: «E’ un uomo Milan e con lui ripartiremo, del suo futuro non si è mai discusso». E’ verosimile pensare che il fantasma di Conte, allontanato anche da Scaroni in forma privata con Rino, proseguirà comunque a volteggiargli sulla testa, ma iniziare la stagione con dichiarazioni così circostanziate appare una buona polizza sul futuro. Tutti insieme stanno facendo impazzire la gente rossonera. A cui, dopo aver impallinato sul web Mister Li, non sembra vero di vedere Leo e Paolo entrare tutte le mattine in sede. Al netto delle operazioni di mercato, la loro presenza ha restituito ai tifosi pura essenza di milanismo.
LA SQUADRA Maldini aveva chiuso da capitano il 31 maggio 2009, una domenica pomeriggio a Firenze. Il tempo deve essersi fermato: quando mercoledì ha varcato il cancello verde di Milanello ha colmato in un attimo la distanza. Lui, più di Leo, vivrà a contatto con la squadra. Ciò che invece li accomuna è la devozione che si deve ai grandi: «Alcuni, come Donnarumma e Calabria, sono stati compagni di squadra dei miei figli. In loro, come in tutti gli altri, ho notato subito grande rispetto, verso di me e verso
Leonardo», ha raccontato Paolo. Il primo discorso dei re, pronunciato nello spogliatoio del centro sportivo, ha richiamato valori come il senso d’appartenenza e l’identità rossonera, l’orgoglio milanista e la volontà di tornare in fretta a dominare.
IL MERCATO Cedere il giocatore simbolo alla Juve è stato un successo, e il primo affare già spiega il credito di cui gode il nuovo corso. Bonucci in bianconero ha consegnato al Milan Caldara, sette anni più giovane e già in orbita azzurra: il valore dei cartellini è in equilibrio, prospettiva e margini di crescita pendono dalla parte rossonera. Il peso di Higuain è invece considerato a sé stante: con il Pipita il club riguadagna un centravanti di spessore continentale. Se l’estate scorsa i tifosi esultavano per un mercato ricco di colpi, stavolta apprezzano l’accortezza della nuova coppia dirigenziale: al di là della prudenza imposta dal Fair play, c’è la volontà di gestire diversamente il club. La soluzione scelta per Bakayoko, prestito con diritto di riscatto, è un’altra dimostrazione della necessità di cautela finanziaria e della volontà di un mercato ragionato. Ma non è ancora finita qui, e chi arriverà avrà subito un privilegio: sedere accanto a Leo e Maldini.