La Gazzetta dello Sport

DISCIPLINA

Carattere da gestire Ma le sue motivazion­i sono una garanzia

- MILANO

Maneggiare con cura, perché qui funziona come con i cristalli. E no, non c’entrano nulla le condizioni fisiche. Keita è un gioiello che devi saper indossare, un’ulteriore prova di forza chiesta a Luciano Spalletti, una scommessa che l’Inter ha ritenuto giusto affrontare anche a fronte di qualche difficoltà. Per intendersi: che Keita in passato abbia avuto qualche scivolata di carattere disciplina­re è storia nota molto bene anche alla società nerazzurra, non c’è mica bisogno di rovistare negli archivi. In fondo, tutto nella norma per uno che lasciò il settore giovanile del Barcellona per ripicca contro la società che lo aveva punito per uno scherzo – il ghiaccio nel letto di un compagno – mandandolo in prestito in terza divisione.

IL PATTO Alla Lazio Keita ha vinto le partite da solo, scherzato con i difensori avversari e qualche volta un po’ troppo pure con i compagni, in allenament­o. È finito fuori rosa, qualche volta pure fuori strada. Ma l’Inter può e vuole far leva su un ragionamen­to. È stato il senegalese a scegliere l’Italia. Ha una voglia di tornare protagonis­ta in Serie A che l’ha spinto a lasciare Montecarlo, in fondo non il posto peggiore del mondo per vivere e giocare a calcio. Keita ha motivazion­i altissime e sa che l’Inter su di lui crede fortemente. È una sorta di accordo bilaterale, non c’è ragione di romperlo. Né l’accordo, né il cristallo.

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