LA MACCHINA DA GUERRA CHE SERVE AL MANCIO
Il canto estivo del Gallo Belotti ammalia il mondo granata e arriva dolce fino a Coverciano. Là davanti il c.t. Mancini non può affidarsi solo al «lunatico» potenziale fuoriclasse Balotelli e ha quindi un gran bisogno di gol pesanti e uomini veri in un reparto di fatto fermo ai tempi di Vieri, Inzaghi, Del Piero e Totti.
Gli scalpi di Nizza e Liverpool in precampionato, quindi la doppietta in Coppa Italia: Belotti sembra davvero tornato a sbranare campo e avversari con la stessa fame che nella stagione 2016-2017 lo portò prima dritto in Nazionale e poi al centro del mercato europeo. Un’annata, quella, da 26 reti in campionato. Andrea ha fretta di cancellare l’ultima stagione, maledetta dal punto di vista fisico. Guai grossi al ginocchio destro, lunghi stop che di fatto lo hanno costretto a inseguire vanamente la condizione migliore. Con grande cuore ha sempre cercato di accelerare i recuperi, finendo però per raccogliere poco o niente sia a livello di club (solo 10 reti in campionato) sia in azzurro (non stava praticamente in piedi nel doppio confronto con la Svezia). Ora finalmente le gambe girano, in ritiro si è presentato carico, libero da qualsiasi pressione di mercato,«protetto» dalla società. E la «rinascita» sembra figlia anche del naturale e crescente feeling tecnico e umano con Mazzarri. «Andrea è super», ha detto il tecnico toscano che conta di riconsegnare al Mancio la macchina da guerra che non più tardi di un anno fa stimolò Atletico Madrid, Arsenal e Milan a «tentare» Cairo con offerte indecenti.