La Gazzetta dello Sport

QUANDO L’INTER BATTEZZÒ RONALDO

Il debutto internazio­nale nel 2002

- Di ALBERTO CERRUTI email: acerruti@rcs.it

Non è un compleanno, ma un semplice anniversar­io, mai come stavolta, però, da ricordare. Per Cristiano Ronaldo e indirettam­ente anche per la Juventus, che si affida proprio a lui per rivincere finalmente la Champions. La storia delle sue cinque coppe vinte con due squadre, dalla prima con il Manchester United dieci anni fa a Mosca, all’ultima con il Real Madrid nel maggio scorso a Kiev, la conoscono tutti, mentre pochi sanno che il debutto in Champions di Cristiano Ronaldo avvenne esattament­e 16 anni fa, il 14 agosto 2002, a Lisbona. Si trattava del playoff d’andata per l’ammissione alla fase a gironi, che vedeva di fronte l’Inter di Cuper, ancora ferita dallo scudetto perso in quel famoso 5 maggio, e il suo Sporting Lisbona, la cui unica «stella» in campo era Quaresma, visto che il brasiliano Jardel era in attesa di passare al Barcellona.

Quella sera, oltre a Jardel, in tribuna c’è un altro brasiliano, Ronaldo il «Fenomeno», che dopo aver vinto il Mondiale in Giappone medita il clamoroso addio all’Inter, per andare al Real Madrid passando da Massimo Moratti a Florentino Perez. E proprio pensando a lui, quando riceviamo il foglio con le formazioni ufficiali, ci incuriosis­ce la presenza dell’allora sconosciut­o C.Ronaldo, come viene indicato, tra le riserve in panchina dello Sporting. Chiediamo chi sia a Manuel Martins de Sà, storico corrispond­ente della «Gazzetta» in Portogallo, che ci risponde testualmen­te: «È un’ala delle giovanili di cui parlano tutti benissimo».

Senza i due Ronaldo, quello famoso e l’altro ancora da scoprire, alle 22, ora italiana, Cuper nello stadio Alvalade vara un rigido 4-4-2 con Toldo in porta, Zanetti, Cordoba, Materazzi e Coco in difesa, Conceiçao, Di Biagio, Dalmat e Morfeo in mezzo al campo, Vieri e Kallon, preferito a Recoba, in attacco. La partita è noiosa, con pochi brividi nel primo tempo, ma all’inizio della ripresa cresce la pressione dei padroni di casa come scrivevamo nella cronaca. «Lo Sporting ci crede sempre di più e al 14’ il tecnico Boloni fa entrare il suo Ronaldo, un giovanissi­mo attaccante di 17 anni, il cui nome di battesimo è Cristiano, al posto di Tonito». Per la verità il futuro CR7, schierato sulla fascia destra, non fa ancora la differenza, ma impegna subito il suo primo marcatore, Coco. E invece il neointeris­ta, che temeva Quaresma, come ha raccontato recentemen­te alla «Gazzetta», è colpito di più dalla personalit­à e dalla forza fisica di quel ragazzo, che in poco più di mezz’ora si merita lo stesso 6 del già famoso Vieri, nel finale vicino al gol del successo. «L’Inter spreca come sempre», titola infatti la «Gazzetta» per commentare uno 0-0 in cui il migliore in campo è Toldo, che riceve un bel 7. Nessun altro accenno a quel diciassett­enne portoghese che a fine partita scambia la sua maglia a strisce orizzontal­i bianche e verdi con quella nerazzurra del centrocamp­ista Di Biagio, rimasto in campo con lui soltanto 7 minuti, prima di essere sostituito da Almeyda.

Proprio Di Biagio, tra l’altro, segna al ritorno uno dei due gol, insieme con Recoba, con cui l’Inter batte 2-0 lo Sporting Lisbona e accede alla fase ai gironi. Quella sera, a San Siro, Cristiano Ronaldo non è nemmeno in panchina. Ma ormai è già stato battezzato in Champions, in quella stagione indimentic­abile per il nostro calcio che per la prima, e unica, volta portò alla finale di Manchester due squadre italiane, il Milan e la Juventus. E proprio per dimenticar­e quella e altre sconfitte, Cristiano Ronaldo è stato accolto con entusiasmo da tutti i tifosi bianconeri. Nella speranza che continui la sua storia vincente incomincia­ta 16 anni fa, per centrare un’altra impresa europea. Con la terza squadra, per la terza Champions della Juventus.

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