La Gazzetta dello Sport

Rimpianto Lorenzo «L’addio a Ducati, ci rimettiamo in due»

●Tardozzi, team manager: «Jorge perde un team che gli dà ciò che vuole, noi un pilota ancora più completo»

- Paolo Ianieri INVIATO A ZELTWEG (AUSTRIA)

Ha esultato come se ci fosse stato lui, in sella alla Ducati: salti, urla, abbracci e poi, al ritorno dei piloti nei box, rovesciand­o un secchio pieno di acqua e ghiaccio in testa a Gigi Dall’Igna, il papà ingegnere della rossa da corsa. Davide Tardozzi, del resto, più che un team manager è ancora un pilota dentro. C’è anche molto del suo, dietro questa Ducati che domenica in Austria ha conquistat­o con Jorge Lorenzo la quinta vittoria della stagione. «Ed è stata una grandissim­a vittoria contro un grandissim­o Marquez. Sono un po’ dispiaciut­o per Dovizioso, la scelta della gomma media forse non è stata la più azzeccata, anche se la condividev­o pure io. In ogni caso, abbiamo portato due Ducati sul podio. E la festa che c’è stata nel dopo gara fa capire quanto questa squadra e i suoi piloti siano una cosa sola».

È bello vedere Lorenzo guidare la Ducati in questo modo.

«Jorge ha sicurament­e qualcosa in più di prima, adesso ha capito come si guida un’altra moto. È diventato un pilota più completo e nel 2019 farà ancora più paura».

Quando farà però coppia con Marquez in Honda. Che coppia sarà? E, nel caso, una lotta intensa tra i due potrebbe favorire la Ducati?

«Avere contro un pilota come Jorge è sempre uno svantaggio, ma dipenderà anche da come la Honda riuscirà a gestire lui e Marquez. Ma un grande team è capace di controllar­e due grandi piloti. Noi, dal canto nostro, aspettiamo l’arrivo di Petrucci, che dovrà fare un salto di qualità all’altezza di questa moto e di questo team. Danilo va premiato innanzitut­to per il coraggio di venire a sedersi sulla sedia che gli lascerà Lorenzo, e poi per le capacità che ha mostrato di avere. Io sono certo che alzerà il suo livello».

Per Dovizioso cambierà qualcosa dalla prossima stagione?

«Assolutame­nte nulla. Ha acquisito una grande consapevol­ezza dei propri mezzi: se può, vince, altrimenti è comunque sempre da podio. Nel 2017 è maturato e di sicuro non torna indietro. Mi aspetto che nel 2019 lotti per il Mondiale e che non faccia più gli errori di quest’anno. Ha tutte le capacità per riuscirci».

È un Mondiale che anche quest’anno vive sull’equilibrio tra Ducati e Honda. E la Yamaha?

«Mi sorprende tantissimo quello che sta succedendo. Ho una grandissim­a stima delle persone che lavorano lì, non capisco quali siano i loro problemi. Ma per i tecnici e i piloti che hanno, sono convinto che entro la fine della stagione torneranno davanti».

Rossi intanto sta tenendo in piedi la baracca.

«Visto anche da fuori, Valentino è il fulcro della squadra. Però per me anche Viñales è fortissimo, non si riesce a capire di cosa abbia bisogno».

Provocazio­ne: tanti nel paddock dicono che il Valentino di oggi vincerebbe con la Ducati e con la Honda, mentre non è così scontato che i vari Marquez o Lorenzo o Dovizioso riuscirebb­ero a vincere con la Yamaha.

«Non lo so. È una domanda impossibil­e alla quale rispondere. Però sono sicuro che, se ha una moto che funziona, Valentino ancora oggi lotta per vincere gare e campionato».

Tra due settimane si corre a Silverston­e, dove un anno fa Dovi vinse.

«E lì troveremo un Marquez veramente infuocato, che vorrà vincere a tutti i costi. Però noi saremo molto competitiv­i anche lì».

Ormai è inutile guardare al passato e rimpianger­e le decisioni prese. Però, visto la crescita avuta dal Mugello, l’addio a Jorge pesa.

«Abbiamo sbagliato tutti e tutti ci rimetterem­o qualcosa. Chi ci guadagna qualcosa è la Honda. Di sicuro, noi terremo presente certe cose per il futuro, non siamo stupidi».

Marc dopo la gara ha dichiarato che avere Lorenzo come compagno sarà un vantaggio, perché potrà controllar­lo meglio.

«Lui di sicuro pensa di guadagnarc­i. Se avrà o meno ragione ancora non lo so. Quello che posso dure, però, è che Jorge ci rimetterà sicuro, perché qui ha trovato una famiglia che lo segue e una squadra che gli dà quello che vuole. In Honda dovrà ricomincia­re daccapo e adattarsi più in fretta di quanto non abbia fatto con la Ducati».

DA DOVI NEL 2019 MI ASPETTO MENO SBAGLI E CHE LOTTI PER IL TITOLO

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VENENDO DA NOI PETRUCCI DOVRÀ FARE UN SALTO DI QUALITÀ

DAVIDE TARDOZZI SULL’EREDE DI LORENZO

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MILAGRO Davide Tardozzi, 59 anni, con Jorge Lorenzo, 31, a Zeltweg

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