La Gazzetta dello Sport

Eurolega targata Nba Larkin Lauvergne Ennis I pro’ fanno ricca la prima coppa

●Sono sempre meno le star che passano negli Usa: dei primi 10 del ‘17-18 mancherà solo il fenomeno Doncic

- Massimo Oriani

Sedici squadre, 192 giocatori (limitandoc­i ai 12 a referto per partita, in realtà sono almeno 15-16 veri per le big), 52 dei quali arrivano dalla Nba. E’ un’Eurolega che non piange per la fuga di talenti, in netta diminuzion­e (dopo i colpi Bogdanovic e Teodosic di un anno fa, di fatto l’unica vera star ad andarsene è stato Doncic), ma si gode il 27% di ex profession­isti, 52 per la precisione. La maggioranz­a faceva già parte del contingent­e nella passata stagione, alcuni hanno cambiato maglia restando però in Europa, altri sono arrivati direttamen­te da oltre oceano.

TREND Un trend importante è però proprio quello della frenata in termini di emorragia di star. Del quintetto ideale dell’ultima stagione, 4 su 5 sono rimasti in Eurolega (Calathes, De Colo, Shengelia e Vesely), col solo Doncic inevitabil­mente passato al piano di sopra. Tutti e cinque quelli del secondo quintetto hanno scelto di rimanere (Pangos, Spanoulis, Sergio Rodriguez, Shved, Jankunas). Sono ormai sempre meno gli europei che tentano fortuna tra i profession­isti ma preferisco­no diventare stelle nella prima competizio­ne del Vecchio Continente. C’è chi è andato e tornato (Rodriguez su tutti) dopo aver riscosso un discreto successo negli States, ma anche chi, come Vassilis Spanoulis, ha capito in fretta che quel basket non faceva per lui.

ARRIVI I nomi di maggior spicco che quest’estate hanno scelto di migrare verso Est sono quelli di Shane Larkin e Joffrey Lauvergne. Il play dell’Efes Istanbul, già visto in Eurolega con la maglia del Vitoria nel 201617, è reduce da un’ottima stagione con i Boston Celtics, dove era diventato il regista di riserva dopo l’infortunio di Kyrie Irving. Il lungo del Fenerbahce Istanbul degli azzurri Gigi Datome e Nicolò Melli (che proverà il salto nella Nba fra un anno) arriva invece da quattro campionati pro’, l’ultimo con i San Antonio Spurs di Ettore Messina, che sicurament­e una buona parola al gm Maurizio Gherardini l’avrà spesa per il 2.11 francese, decisament­e più adatto alla pallacanes­tro europea che a quella Nba. Da seguire con interesse anche l’impatto che potrà avere Jordan Mickey, seconda scelta dei Celtics nel 2015, ala pivot di 2.03 molto atletica, ai russi del Khimki. Altro nome interessan­te è quello di Tyler Ennis, acquisto del Fenerbahce, play uscito da Syracuse che nell’ultima stagione Nba ha disputato 54 gare (con oltre 14 minuti di media) con i Los Angeles Lakers. Prenderà il posto di Brad Wanamaker, l’ex Teramo, Forlì e Pistoia, diventato «grande» in Eurolega coi turchi, che ha firmato un biennale con Boston. Come detto, non c’è stata fuga di talenti, coi soli Doncic e Wanamaker tra i nomi di spicco ad aver attraversa­to l’oceano. Mancherà però uno dei giocatori simbolo del torneo, Juan Carlos Navarro. Dopo 20 anni «la Bomba» del Barcellona ha infatti deciso di smettere.

MILANO

Guardando al nostro orticello, l’Olimpia si presenterà al via con tre ex Nba: il confermato Mindaugas Kuzminskas (69 partite coi Knicks) e la nuova coppia di esterni formata da Mike James (36 gare con Suns e Pelicans) e Nemanja Nedovic (24 con i Warriors nel 2013-14, prima quindi dell’era degli Splash Brothers). Il play dell’AX è quello che più di tanti altri ha dimostrato di poter giocare a un buon livello nella Nba. Basta dare un’occhiata alle sue cifre: 9.3 punti, 2.5 rimbalzi e 3.5 assist a gara. Che nel 2018-19 potranno diventare molti di più con la maglia biancoross­a, almeno così si augura Milano.

LA CHIAVE

Un anno dopo aver perso Bogdanovic e Teodosic, l’Eurolega diventa più ricca

Wanamaker l’unico altro big che ha scelto di tentare la scalata negli States

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Mike James, 28 anni, 36 gare in Nba con Phoenix e New Orleans AP

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