La Gazzetta dello Sport

Coleman si ritrova nell’amata Birmingham

●Corre i 100 in 9”94 nella città dell’oro iridato indoor. Battuti Prescod (stesso tempo) e Lyles

- Nazareno Orlandi

Quando c’è Birmingham di mezzo, Christian Coleman non sbaglia mai. Nella terzultima tappa della Diamond League, è il primatista del mondo dei 60 indoor a prendersi la scena e far tornare a parlare di sé. Non sarà spettacola­re da vedere, ma viaggia forte: la città che a marzo gli ha regalato il primo titolo globale, restituisc­e un Coleman ritrovato, al culmine di una stagione di alti e bassi, condiziona­ta dal fastidio a una coscia che lo ha costretto a lunghi stop e diversi forfeit in Diamond. Tutti aspettavan­o il pirotecnic­o primatista mondiale stagionale Noah Lyles e invece è il 22enne di Atlanta il più veloce nei 100 con un 9”94 (-0.5) che segna la sua migliore prestazion­e dell’anno e la 2a vittoria del 2018 nel circuito del diamante dopo Rabat (9”98). Palcosceni­co competitiv­o, quello di Birmingham, senza Ronnie Baker e Su Bingtian ma con quasi tutti i migliori della comitiva. E in questo contesto, l’Europa si avvicina sempre più agli Stati Uniti, grazie soprattutt­o a un Reece Prescod galvanizza­to dal secondo posto di Berlino. Il tempo è lo stesso di Coleman, è solo questione di millesimi, e allora serve il fotofinish per chiarire chi sia il vincitore.

LANCIATO Meglio lo statuniten­se nell’uscita dai blocchi e nella messa in moto, ma è straordina­ria la fase lanciata del britannico Prescod, a sua volta 22enne: lima altri 2/100 al personale già migliorato nella serata del 5° posto di Filippo Tortu all’Olympiasta­dion. Lyles, invece, è meno efficace del solito e nonostante tutto finisce sotto i dieci secondi con 9”98, precedendo di un centesimo il giamaicano Yohan Blake (9”99). Più indietro il campione europeo Zharnel Hughes, quinto in 10”05. «È un sospiro di sollievo, quando si rientra da un infortunio non si sa mai cosa aspettarsi – sottolinea Coleman, il migliore anche in batteria con 10”01 (+0.9) –. Adesso penso solo a vincere la finale della Diamond League». Strepitoso d’inverno con il 6”34 di Albuquerqu­e e il titolo mondiale al coperto, l’uomo da 9”82 che batté Bolt ai Mondiali di Londra ma perse l’oro da Gatlin si rilancia in vista dell’appuntamen­to conclusivo, che si sdoppia tra il 30 e il 31 agosto tra Zurigo e Bruxelles.

KORIR VOLA Emmanuel Korir continua a esprimersi sotto l’1’43” negli 800 ed è l’altra prestazion­e tecnica di livello in un meeting senza grossi fuochi d’artificio. Dopo il super 1’42”05 della tappa di Londra, con 1’42”79 il 23enne keniano che si allena in Texas con il campione olimpico di Seul Paul Ereng si avvicina a quel tempo e tiene alla spalle gli altri tre keniani Kitilit, Elijah Manangoi e Rotich, con l’oro di Berlino Adam Kszczot al sesto posto. Tanto Kenya anche nei 3000 siepi con Conseslus Kipruto (8’14”33) e nei 3000 donne con l’8’32”21 di Agnes Jebet Tirop.

DOPO BERLINO Tolto Prescod e pochi altri, Berlino lascia scorie nelle gambe. Nei 200, la reginetta britannica Dina AsherSmith, reduce dai tre ori conquistat­i nella rassegna continenta­le, deve piegarsi a una Shaunae Miller-Uibo dagli eclettici capelli fucsia (22”15) ed è seconda in 22”31 davanti alla campioness­a del mondo Dafne Schippers (22”41). C’è chi si conferma dopo i titoli europei (Sprunger nei 400hs, Mihambo nel lungo con ottimo 6.96, Hassan nei 1500 dopo l’oro nei 5000, Muir nei 1000), chi si riscatta dalle delusioni (Ortega nei 110hs con Martinot-Lagarde in terza piazza, la Schwanitz nel peso sulla Guba), ma anche chi gareggia a Birmingham solo per onor di firma come il tedesco Przybylko che dopo il 2.35 di Berlino si ferma a 2.20 (cresce invece l’australian­o Starc fino a 2.33), la Stefanidi fuori con 4.52, Vetter solo quarto (84.33) nel giavellott­o.

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LA CHIAVE

Gli sprinter sotto i 10” a Birmingham: 9”94 di Coleman e Prescod, 9”98 di Lyles e 9”99 di Blake

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Christian Coleman, 22 anni, sulla destra brucia il ritorno di Reece Prescod, 22, sulla sinistra AFP

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