La Gazzetta dello Sport

Icardi-Lautaro tanto clamore per nulla

●Al debutto la coppia fallisce: un grave errore per Mauro, zero tiri per Martinez

- Vincenzo D’Angelo INVIATO A REGGIO EMILIA

Tanto clamore per nulla. E forse era proprio questa la grande preoccupaz­ione di Luciano Spalletti. Nessun tango a Reggio Emilia, anzi. La musica praticamen­te non è quasi partita, e non per problemi alle casse del Mapei Stadium. La nuova Inter ha tante armi per fare male, ma per larghi tratti sembra imprigiona­ta allo spartito dell’ultima stagione: palla a Icardi e speriamo che qualcosa succede. Sì perché fino al 90’ Consigli non si sporca nemmeno i guanti per una parata e quando viene chiamato in causa lo fa alla grande, respingend­o in tuffo un colpo di testa di De Vrij. Un difensore, appunto. D’accordo, la forza fisica sulle palle inattive sarà un’arma importante. Ma ieri gli occhi erano tutti per Lautaro e Icardi. E non è stato un bel vedere.

MAPEI AMARO Il capitano ha fatto il possibile, ma in area di rigore ha avuto solo un’unica grande occasione, mandata alle stelle da pochi passi. Un errore incredibil­e per un giocatore della sua qualità, per un rapinatore d’area eccezional­e che vive per quegli istanti, per quei guizzi letali. Qui eravamo nell’area del portiere, addirittur­a. Una specie di remake della clamorosa occasione che Vieri sprecò contro la Corea nel Mondiale 2002. Proprio lì, sotto la curva interista. Teatro di un alterco tra Maurito e il suo pubblico nell’ottobre 2016. Un confronto che finì a mali parole, roba lontana e dimenticat­a, certo. Ma che fa di quella zona del Mapei Stadium uno dei luoghi più amari per il capitano nerazzurro.

LAUTARO SPENTO Nel primo tempo Mauro ci ha provato due volte dalla distanza, prima sullo 0-0 e poi subito dopo il vantaggio del Sassuolo, ma con poca fortuna. Poi si è messo in proprio pescato da Asamoah, ma la posizione era troppo defilata per far male, anche se è stata quella l’unica parata – di piede – di Consigli nei primi 45’. Poco. Troppo poco per le ambizioni e la qualità dell’Inter. Spalletti sperava di aver trovato con Lautaro una spalla buona per non costringer­e agli straordina­ri Icardi. Ma l’ex Racing, re dell’estate nerazzurra, ha subito assaggiato le difficoltà del calcio italiano. Prima palla ricevuta e prima randellata da dietro. Per la serie: «benvenuto in Serie A». Lautaro ha provato a fare qualcosa, ma più come raccordo tra centrocamp­o e attacco che da spalla di Icardi. La cosa migliore l’ha fatta a metà primo tempo, quando è stato lesto dopo un fallo subito nella sua metà campo a battere da terra una punizione e sorprender­e per una volta il Sassuolo, in quel frangente sbilanciat­o in avanti. Ma i lampi da Toro non si sono visti: zero tiri zero. Nisba. E pesano di più le 13 palle perse dei due cross effettuati. Sognava il primo gol, ma il risveglio è stato amaro. Niente tango al Mapei, ma solo una bella ballata emiliana.

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