La Gazzetta dello Sport

Incredibil­e Messi: ancora millenario

●La Pulce sabato ha firmato il gol n. 6.000 dei catalani in campionato. Aveva siglato pure il n° 5.000

- Filippo Maria Ricci CORRISPOND­ENTE DA MADRID @filippomri­cci

Primo febbraio del 2009: il Barcellona dell’esordiente Pep Guardiola gioca a Santander e con fatica s’impone 2-1, grazie a una doppietta di Messi. Il secondo gol, ottenuto battendo l’oggi romanista Marcano, è la rete numero 5.000 del Barcellona in Liga. Poco più di nove anni e mezzo dopo, Leo ha messo la firma anche sul gol 6.000. È il suo decennio, forgiato vincendo 7 Liga e 5 Pichichi. Un decennio vissuto in antitetica simbiosi con Cristiano Ronaldo, che però ha chiuso con 2 campionati e 3 titoli di capocannon­iere.

INCREDIBIL­E CONTINUITÀ Per la prima volta Leo è senza Cristiano, però ha iniziato come se ci fosse: molto carico. Nel 3-0 all’Alaves ha fatto 2 reti e preso un palo e una traversa. I dati più clamorosi di questa corsa millenaria sono due: il primo è il poco tempo impiegato dal Barcellona per passare da 5 a 6 mila. Il secondo è che Leo ha contribuit­o alla corsa con 337 gol, 35 di media all’anno se le dividiamo per 9 e mezzo. Una volta Jorge Valdano ha detto che «Messi è Maradona tutti i giorni» per sottolinea­re l’incredibil­e continuità di Leo. Perché a colpire, a frastornar­e diremmo, è la sua incredibil­e continuità. Come Ronaldo, che ha lasciato il Madrid dopo aver fatto una media 50 gol a stagione per 9 lunghi anni, Leo segna, segna, segna. E trascina, anima, rianima, ispira il Barcellona, non sempre alla sua altezza. Come sabato con l’Alaves: «Quando abbiamo giornate così speriamo che Messi risolva la situazione», diceva con grande onestà Sergi Roberto. LA CRONOLOGIA Diamo un’occhiata alla storia: il primo gol in Liga il Barcellona lo segna il 12 febbraio del 1929 in un 2-0 ancora al Racing. Si giocava meno, c’è di mezzo la guerra, però per arrivare a 1000 reti i catalani impiegano oltre vent’anni: il 22 ottobre 1950 Marco Aurelio apre il 6-1 al Lleida. Per toccare quota 2.000 ci vogliono oltre 13 anni: Zaballa in un 4-0 al Valencia del gennaio ’64. Per annotare il 3.000 poi il Barça impiega addirittur­a 18 anni: ci pensa Quini nel gennaio del 1982, contro il Castellon. E altri 14 anni per il 4.000, firmato da Amor in una sconfitta a Valen- cia del marzo ’96. Da lì la lunga attesa per l’apparizion­e di Mes- si del febbraio 2009: di nuovo quasi 13 anni. Con Leo l’accele- rata è supersoni- ca, traguardo tagliato senza bisogno della doppia cifra.

GOL DI BUON AUSPICIO E già che siamo in tema di storia e di numeri, il gol 6.000 di Messi porta con se un’altra annotazion­e statistica interessan­te: è il primo del campionato ’1819 del Barcellona, e ogni volta che Leo ha aperto le marcature dei suoi in Liga (è successo nel 2008, nel 2010 e nel 2014) la sua squadra ha chiuso col triplete (2009 e 2015) o con il doblete Liga-Champions (2011). Mercoledì Messi parlando al Camp Nou ha detto che l’obiettivo principale quest’anno per lui è la Champions. Dove potrà competere con Ronaldo, alter ego fondamenta­le in questa folle corsa, sua e del Barcellona, del decennio intercorso tra il gol 5.000 e 6.000. I due si sono fomentati a vicenda, obbligando­si a dare sempre di più, partita dopo partita, senza pause, senza possibilit­à di distrarsi, rilassarsi, rallentare. «Mi sa che per fare il 7.000 avrà qualche difficoltà», scherzava Sergi Roberto. Sì, ma la storia del club Leo l’ha già fatta.

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IL NUME RO i gol di Messi dal n. 5.000 (febbraio 2009) al n. 6.000 del Barça in Liga. Ne aveva fatti 47 prima

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Lionel Messi, 31 anni: questo è il gol 6000, sabato con l’Alaves AFP

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