Ricciardo al miele «Dovevo cambiare Max non c'entra»
●«La cosa più difficile è stata dirlo a Marko» L’erede Gasly: «Sono pronto»
Non che nessuno avesse dubbi, ma no: il sorrisone non gli si è smorzato nemmeno stavolta. Daniel Ricciardo ieri era quello di sempre. Ironico, allegro. Lo aspettavano tutti, più di Hamilton e Vettel. E tutti, più o meno apertamente, andavano dicendo che la sua scelta è stata una delle più bizzarre degli ultimi anni di Formula 1. Passare dalla Red Bull, che nel 2018 gli ha consentito due vittorie, alla Renault che dal ritorno in pista, nel 2016, non ha mai centrato nemmeno un podio, è in effetti una decisione un po’ difficile da spiegare. Dan, perfettamente consapevole dello scetticismo attorno a lui, lo ha fatto. Così: «Dopo tanti anni avevo bisogno di qualcosa di nuovo, di stimoli diversi. Non c’è stato un fattore specifico». Quindi non il motore Honda, che la Red Bull adotterà dal prossimo anno, non la convivenza con Max Verstappen. Forse nemmeno lo stipendio.
CON MAX Di sicuro c’è che: «Monaco è stato un momento esaltante. Ma poi ci sono stati anche episodi un po’ frustranti». Il riferimento è al fatto che Ricciardo, dopo aver vinto due dei primi sei GP di quest’anno (Monte Carlo e Shanghai), nei successivi sei non ha mai più visto il podio, peraltro arrivando dietro Verstappen in tutte e sei le sessioni di qualifica. «E quindi era ora di cambiare. Però Max non c’entra. C’è stato l’episodio di Baku (dove si scontrarono tra loro; n.d.r.), è vero, e mi rendo conto che dall’esterno potrebbe non sembrare così, ma onestamente non ci sono mai stati problemi tra noi».
DOPO BUDAPEST Una trasferimento del genere, si capisce, non è una di quelle cose che si decidono dalla sera alla mattina. Su questo Ricciardo è stato un po’ vago. Da un lato ha detto: «È chiaro che la Renault era nei miei pensieri già da un po’». Dall’altro ha rivelato: «Ma non ho deciso settimane o mesi prima dell’ufficializzazione. Tutto si è chiarito all’ultimo. Ancora nel fine settimana di Budapest ero incerto. Poi, dopo aver guidato nei test del martedì (120 giri col 6° tempo di giornata, n.d.r.) e dopo qualche notte senza dormire, ho scelto». Convinto da quel che ha visto in Renault. «I loro progressi mi hanno incoraggiato. E mi è piaciuto anche quello che mi hanno fatto vedere. Certo, lottare subito per il titolo non sarà verosimile, ma io vado per vincere il più presto possibile».
CON MARKO Il difficile è stato comunicarlo ad Helmut Marko. «Ero piuttosto nervoso, in effetti. Ma lui qualcosa doveva averla capita, mi conosce da dieci anni. Infatti non era del tutto stupito, era deluso». Anche perché lo stesso numero uno del motorsport Red Bull ha da tempo dichiarato di aver messo sul tavolo tutto quel che Ricciardo aveva chiesto. Tutto, pur di trattenerlo in Red Bull. «È bello sapere di essere considerati così. Marko è rimasto calmo e rispettoso, non avrei potuto chiedere di più. Me ne vado senza rancore per nessuno».
GASLY In mezzo agli scettici e ai delusi, uno felicissimo della scelta di Ricciardo, c’è. E’ Pierre Gasly che, promosso dalla Toro Rosso, eredita il suo sedile. E senza aver nemmeno completato un campionato intero (17 GP a cavallo di 2 stagioni) è catapultato in un top team. «Sono veramente entusiasta», ha detto. «È il salto più importante della mia carriera. Essere in squadra con Verstappen mi darà più responsabilità e più pressione, ma sono pronto a raccogliere la sfida».
MI HANNO INCORAGGIATO I PROGRESSI DELLA RENAULT
IL TITOLO SUBITO È INVEROSIMILE MA VOGLIO VINCERE PRESTO DANIEL RICCIARDO SUL CAMBIO DI TEAM