MotoGP sott’acqua
A Silverstone rinvio e polemiche
La grande figuraccia è andata in scena in mondovisione. Dopo ore di attese, speranze e continui rinvii, il GP di Gran Bretagna è cancellato come solo nel 1980, quando i team si presentarono a Salisburgo per il GP d’Austria ma trovarono il circuito coperto di neve. Allora la situazione era decisamente ingestibile; questa volta, invece, a mettere k.o. il Motomondiale è stata un po’ di pioggia. Non un acquazzone esagerato, ma una pioggia di quelle con cui si è corso tante volte e che, soprattutto da queste parti dove i bambini imparano ad aprire l’ombrello prima che a camminare, dovrebbe essere l’ultimo dei problemi.
IMBARAZZO Il disastroso asfalto steso a inizio anno alla fine manda k.o. il Mondiale. Nonostante fosse stato pesantemente criticato dai piloti di F.1 nel GP di inizio luglio («Hanno fatto un disastro. La pista ha più buche della Nordschleife, che ha 100 anni» la stroncatura di Lewis Hamilton), e dagli stessi piloti MotoGP già dopo il primo assaggio sull’asciutto venerdì per un crescente imbarazzo della Dorna . Anche se non è arrivata nessuna ammissione di responsabilità né del controllato, («Esamineremo i dati, tra 6 settimane sapremo» dice il direttore del circuito Stuart Pringle) né del controllore («Non eravamo a conoscenza di questo problema con l’acqua» dice Franco Uncini, responsabile sicurezza per la Fim, colui che omologa le piste).
NO SICUREZZA Il brutto incidente nelle FP4 di sabato costato a Tito Rabat — ma poteva accadere a Rossi, Marquez, Lorenzo o Dovizioso — la frattura di femore, tibia e perone destri (a proposito, l’operazione ha avuto successo), con 7 piloti usciti uno dopo l’altro alla curva Stowe per una bomba d’acqua che ha lasciato 4 cm sull’asfalto, è stato il brutto prologo di una domenica surreale. Nemmeno il cambio di programma, con la MotoGP anticipata a prima gara, ha avuto successo: dopo che la pioggia ha iniziato a cadere nel warm-up della Moto3, al momento di schierarsi in griglia, i piloti della
classe regina hanno trovato una situazione al limite. La pioggia, su un asfalto dal drenaggio se non inesistente, sicuramente insufficiente, non veniva evacuata («Sembra che i banking siano stati fatti male, anziché a schiena d’asino la pista è piatta e l’acqua anziché defluire verso bordo pista si deposita nelle buche creando pozze stagnanti» spiega Loris Capirossi, membro della Direzione Gara e rappresentante dei piloti in Safety Commission), e ai piloti è bastato un passaggio per capire che non c’erano le condizioni minime di sicurezza. Moto riportate ai box e mai più uscite, dopo una serie di rinvii e dopo il no ad una proposta di spostare il GP a oggi: solo Ducati, Avintia e Tech 3 erano favorevoli. «Non siamo i responsabili, non possiamo tamponare qualcosa creato da altri. È ora che qualcuno si prenda la responsabilità» spiega Francesco Guidotti, team manager Pramac.
RIUNIONE Quando sembrava che per le 16 si potesse avviare il countdown alla disputa delle tre gare, Aleix Espargaro e Dani Pedrosa sono entrati nell’ufficio dell’Irta, l’associazione dei team, per dire che non volevano correre. Da lì è partito un tam tam di convocazioni tra piloti
e alcuni manager, con una riunione improvvisata con Carmelo Ezpeleta e i membri della Direzione Gara che ha sancito lo stop definitivo. Un meeting con assenti Valentino Rossi (che non frequenta più la Safety Commission, ma è allineato sulle posizioni di maggioranza) e lo stizzito Andrea Dovizioso: «Non voglio discutere la decisione, probabilmente giusta, ma come ci si è arrivati. È stata una gestione discutibile, mi pare che alcuni piloti che non volevano correre siano andati lì per dire la loro, altri li hanno visti in tv e si sono aggiunti».
SMENTITA Capirossi aveva assicurato che tutti i team manager erano stati avvisati, ma è stato smentito dalla Ducati: «Siamo sorpresi che non ci sia stata una convocazione formale — puntualizza il d.s. Paolo Ciabatti —. E’ stato un passaparola tra piloti che non volevano correre e manager che hanno in comune, e tutti sono andati loro dietro. Ancora una volta, chi dovrebbe decidere è sembrato passivo». La figuraccia finale di una domenica da dimenticare, nella quale il solo felice è Marc Marquez: torna a casa da un possibile weekend difficile senza aver perso punti e una gara in meno verso il titolo.