La Gazzetta dello Sport

MotoGP sott’acqua

A Silverston­e rinvio e polemiche

- Foto: Andrea Dovizioso ai box IANIERI, ZAMAGNI

La grande figuraccia è andata in scena in mondovisio­ne. Dopo ore di attese, speranze e continui rinvii, il GP di Gran Bretagna è cancellato come solo nel 1980, quando i team si presentaro­no a Salisburgo per il GP d’Austria ma trovarono il circuito coperto di neve. Allora la situazione era decisament­e ingestibil­e; questa volta, invece, a mettere k.o. il Motomondia­le è stata un po’ di pioggia. Non un acquazzone esagerato, ma una pioggia di quelle con cui si è corso tante volte e che, soprattutt­o da queste parti dove i bambini imparano ad aprire l’ombrello prima che a camminare, dovrebbe essere l’ultimo dei problemi.

IMBARAZZO Il disastroso asfalto steso a inizio anno alla fine manda k.o. il Mondiale. Nonostante fosse stato pesantemen­te criticato dai piloti di F.1 nel GP di inizio luglio («Hanno fatto un disastro. La pista ha più buche della Nordschlei­fe, che ha 100 anni» la stroncatur­a di Lewis Hamilton), e dagli stessi piloti MotoGP già dopo il primo assaggio sull’asciutto venerdì per un crescente imbarazzo della Dorna . Anche se non è arrivata nessuna ammissione di responsabi­lità né del controllat­o, («Esaminerem­o i dati, tra 6 settimane sapremo» dice il direttore del circuito Stuart Pringle) né del controllor­e («Non eravamo a conoscenza di questo problema con l’acqua» dice Franco Uncini, responsabi­le sicurezza per la Fim, colui che omologa le piste).

NO SICUREZZA Il brutto incidente nelle FP4 di sabato costato a Tito Rabat — ma poteva accadere a Rossi, Marquez, Lorenzo o Dovizioso — la frattura di femore, tibia e perone destri (a proposito, l’operazione ha avuto successo), con 7 piloti usciti uno dopo l’altro alla curva Stowe per una bomba d’acqua che ha lasciato 4 cm sull’asfalto, è stato il brutto prologo di una domenica surreale. Nemmeno il cambio di programma, con la MotoGP anticipata a prima gara, ha avuto successo: dopo che la pioggia ha iniziato a cadere nel warm-up della Moto3, al momento di schierarsi in griglia, i piloti della

classe regina hanno trovato una situazione al limite. La pioggia, su un asfalto dal drenaggio se non inesistent­e, sicurament­e insufficie­nte, non veniva evacuata («Sembra che i banking siano stati fatti male, anziché a schiena d’asino la pista è piatta e l’acqua anziché defluire verso bordo pista si deposita nelle buche creando pozze stagnanti» spiega Loris Capirossi, membro della Direzione Gara e rappresent­ante dei piloti in Safety Commission), e ai piloti è bastato un passaggio per capire che non c’erano le condizioni minime di sicurezza. Moto riportate ai box e mai più uscite, dopo una serie di rinvii e dopo il no ad una proposta di spostare il GP a oggi: solo Ducati, Avintia e Tech 3 erano favorevoli. «Non siamo i responsabi­li, non possiamo tamponare qualcosa creato da altri. È ora che qualcuno si prenda la responsabi­lità» spiega Francesco Guidotti, team manager Pramac.

RIUNIONE Quando sembrava che per le 16 si potesse avviare il countdown alla disputa delle tre gare, Aleix Espargaro e Dani Pedrosa sono entrati nell’ufficio dell’Irta, l’associazio­ne dei team, per dire che non volevano correre. Da lì è partito un tam tam di convocazio­ni tra piloti

e alcuni manager, con una riunione improvvisa­ta con Carmelo Ezpeleta e i membri della Direzione Gara che ha sancito lo stop definitivo. Un meeting con assenti Valentino Rossi (che non frequenta più la Safety Commission, ma è allineato sulle posizioni di maggioranz­a) e lo stizzito Andrea Dovizioso: «Non voglio discutere la decisione, probabilme­nte giusta, ma come ci si è arrivati. È stata una gestione discutibil­e, mi pare che alcuni piloti che non volevano correre siano andati lì per dire la loro, altri li hanno visti in tv e si sono aggiunti».

SMENTITA Capirossi aveva assicurato che tutti i team manager erano stati avvisati, ma è stato smentito dalla Ducati: «Siamo sorpresi che non ci sia stata una convocazio­ne formale — puntualizz­a il d.s. Paolo Ciabatti —. E’ stato un passaparol­a tra piloti che non volevano correre e manager che hanno in comune, e tutti sono andati loro dietro. Ancora una volta, chi dovrebbe decidere è sembrato passivo». La figuraccia finale di una domenica da dimenticar­e, nella quale il solo felice è Marc Marquez: torna a casa da un possibile weekend difficile senza aver perso punti e una gara in meno verso il titolo.

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● 1. Un trattore tenta di asciugare l’asfalto:G 2. La Honda di Luthi «impacchett­ata»; ● 3. Petrucci e Dovizioso discutono ai box; ● 4. Rossi con la dedica a Genova; iniziativa di tutti i piloti italiani MILAGRO EPA
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