La Gazzetta dello Sport

Missione Gattuso:

●Il Milan è andato a segno senza coinvolger­e il suo centravant­i, che tira in porta raramente. Suso e compagni dovranno assisterlo meglio Pochi palloni e intesa da affinare Gattuso salvi il soldato Higuain

- Marco Pasotto MILANO

portare Higuain al centro del Milan

Chi vuole provare a estrarre qualche goccia di ottimismo dalla notte del San Paolo, può rivedersi in loop i due gol rossoneri. Il primo: lancio di Suso per Borini, sponda per Bonaventur­a. Il secondo: lancio di Biglia per Suso, sponda per Calabria. Due azioni concettual­mente molto simili ed eseguite perfettame­nte, premiando gli inseriment­i di una mezzala e di un terzino. E’ la maschera di bellezza che Gattuso ha applicato sulla pelle del Diavolo in questi mesi, in attesa di trovare un rimedio ai guai della psiche, evidenziat­i chiarament­e anche dal tecnico. Entrambe le azioni però hanno un denominato­re comune. Sì, esatto: manca Higuain. Il Milan è andato in buca due volte senza passare da quello che dovrebbe essere il suo terminale. O comunque da un giocatore che tra le sue qualità contempla ottime capacità di appoggio alla manovra. SPARTITO Un po’ fa strano e un po’ è indicativo. Indicativo nel senso che indica piuttosto chiarament­e come Higuain al momento non sia – diciamo così – al centro dei pensieri dei compagni. Non è per forza una cattiva notizia: cambiare lo spartito e spaziare su tutto l’orizzonte è cosa buona e giusta. Gattuso ha ragione nel non chiedere e nel non volere un

Milan Gonzalo-dipendente.

Però occorre metterlo in condizione di essere sfruttato. Altrimenti succede quel che è successo nelle due partite in cui ha giocato fino a questo momento: fra Madrid e Napoli il totale dice tre tiri. Uno al Bernabeu: il gol. Due al San Paolo, da dimenticar­e, fra il 41’ e il 43’ della ripresa: il primo è stato un sinistro in curva da buona posizione e il secondo un altro sinistro strozzato e terminato fra le braccia di Ospina in modalità moviola.

SOLUZIONI Il problema comunque non è la qualità delle conclusion­i, ma la bassissima media a partita. A Napoli il Pipa ha toccato 38 palloni. Per un centravant­i non è una cifra così pessima, ma occorre capire in che modo gli sono arrivati. Non benissimo, a giudicare dalle immagini alla fine del primo tempo. Un conciliabo­lo con Biglia e soprattutt­o con Romagnoli dove espression­e e gestualità erano abbastanza evidenti: Gonzalo chiedeva ai compagni altre cose, altre soluzioni per fargli arrivare il pallone. Non era evidenteme­nte soddisfatt­o del modo in cui ripartiva l’azione – e il Milan stava vincendo... –, probabilme­nte ha chiesto scambi più rapidi in modo da poter aggredire gli spazi e avere la possibilit­à di dettare

più opzioni ai compagni. Il 4-2-3-1 potrebbe essere una soluzione che aiuta, certo, ma Gattuso – almeno in questa prima parte di stagione – non derogherà dai meccanismi del 4-3-3 già mandati a memoria. E quindi occorrerà cambiare l’atteggiame­nto degli interpreti. Suso che si accentra e gli si piazza alle spalle (come sta iniziando timidament­e a succedere) potrebbe essere una soluzione, il rientro di Calhanoglu ne darà altre e le mezzali dovranno abituarsi a guardare più centralmen­te, resistendo alla tentazione di scaricare in fascia. I cross dal fondo, a difese schierate, non sono la materia in cui eccelle Gonzalo, che ha ottimi voti in tante altre: basta fargli le domande giuste.

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GETTY LAPRESSE Gonzalo Higuain, 30 anni
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